23-04-2011
MZ. 412
"Nordik Battle Signs"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (63:52)
Rating : 7.5
La massiccia operazione di ristampa dei cinque full-length rilasciati tra il '95 ed il 2006 dal colosso black industrial svedese prosegue spedita, ed in questa terza tappa si procede alla riscoperta di "Nordik Battle Signs", uscito per la solita Cold Meat Industry nel 1999. Nuovo artwork e gradita opera di rimasterizzazione, oltre all'aggiunta di materiale inedito, come da copione per questa serie di ristampe, ottimamente sviluppata dalla sempre eccellente label inglese Cold Spring. Messo da parte qualche eccesso black metal-oriented del precedente "Burning The Temple Of God", Nordvargr e soci tornano a fare quello che loro riesce meglio, lavorando più 'di fino' del solito, senza per questo rinunciare all'aura ferale che marchia le produzioni firmate Mz. 412. Song come "Algiz - Konvergence Of Life And Death", divisa fra gli ipnotici spoken words di Tomas Pettersson (Ordo Equilibrio) e le dilanianti abrasioni industrial condite da urla strazianti, oppure l'invocazione di gruppo "Satan Jugend I", o ancora una "Satan Jugend II: Global Konquering" capace di un crescendo industrial davvero opprimente, fra urla dissennate, sono solo alcuni esempi di come i Nostri non abbiano mollato il colpo, ribadendo a tre anni dalla precedente fatica chi detenga lo scettro delle sonorità ambientali e industriali più nere e mortifere. "Der Kampf Geht Weiter" viene divisa in due parti ben distinte, accomunate dai samples in lingua tedesca, con la prima più marziale e minacciosa e la seconda maggiormente misteriosa, mentre i due 'atti' di "NBS" preludono ai due inediti posti in chiusura: la malata e ossessiva "Multiple Deity Worship" ed una "In Hoc Signo Vinces" più opprimente nel suo incedere meccanico, entrambe apprezzabili, ma non annoverabili fra le cose migliori della band; meglio l'altro inedito, "Legion Ultra (Completed Version)", dai risvolti decisamente più infernali, fra suoni serpeggianti e battiti severi. Leggermente inferiore per qualità ed ispirazione rispetto ai precedenti due capitoli, ma siamo sempre e comunque di fronte ai massimi e più credibili esponenti di un suono che trasuda autentica malignità e che sarebbe difficile immaginare più nero e sulfureo di così, forgiato da artisti che hanno fatto, fanno e faranno scuola ancora per molti anni a venire.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/nordvargr