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Room 104

09-04-2011

NOCTURNE

"Working Ecstasy"

Cover NOCTURNE

(Old Europa Cafe)

Time: CD 1 (48:00) CD 2 (47:22)

Rating : 6.5

L'act francese Nocturne torna ad essere prodotto dalla label forse più significativa nella sua carriera, quella Old Europa Cafe che ne ha licenziato nel corso degli anni ben quattro titoli. Confezionata in una custodia di carta spessa ripiegata su 12 pannelli, la nuova opera consta di due album strettamente correlati, ma concepiti in momenti diversi: "Working", assemblato usando suoni registrati nel 2007, ed "Ecstasy", realizzato tra il 2009 e il 2010. Quel che balza immediatamente all'orecchio è una sostanziale differenza con il precedente CD "Vers Le Vide" (edito da Final Muzik nel 2009), che si ricollegava in modo alquanto netto alla scena marziale, mentre ora ci si ritrova immersi in una ferrosa atmosfera post-industriale, evidente traduzione dei moderni panorami metropolitani, soffocati da un progresso meccanizzato sempre più estraniante e inumano (la foto/poster del retro copertina ne è una chiara sintesi visiva). Entrambi i dischetti prendono vita da manipolazioni sonore di matrice analogica, qualche ritmica disturbante, distorsioni vocali e sporadici samples. Nel particolare, "Working" si attesta nei paraggi di un ambient-noise segnato da un dosaggio dei rumori che non mira mai alla confusione provocatoria, ma alla costruzione di incubi rugginosi immortalati in un torbido bianco e nero, stemperato da qualche tappeto sintetico in grado di addolcire le meccaniche stridenti. "Ecstasy" appare più cinematografico soprattutto nella fase iniziale, segnata da un ampio uso di voci più o meno rielaborate e di qualche inquietante grugnito animale; la matrice ambientale permane ma si fa più cupa, con interessanti passaggi in cui il noise analogico si fonde ad arrangiamenti simil-sinfonici ("Moloch", "Cris Sans Larmes"). Nella parte finale prendono invece piede alcune violente soluzioni power-electro che rimandano alla vecchia scuola Tesco. L'ampia quantità dei brani (complessivamente ben 22) non fa fronte ad una varietà sonora abbastanza statica, ma che ha dalla sua la capacità di mantenere una linea uniforme per quasi tutta la durata dell'album. Meno comunicativo di alcuni titoli del passato, ma senza dubbio un ritorno muscolare e dignitoso per l'ormai storico progetto di Saphi.

Michele Viali

 

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