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22-02-2010
DEUTSCH NEPAL
Alcoholic industrial
di Michele Viali
Parlando con Lina Baby Doll (al secolo Peter Andersson) svettano subito due parametri con cui confrontarsi: l'industrial e l'alcool. Se il primo tema è in fin dei conti la ragione della nostra intervista, l'altro è un divertimento costante che sembra scorrere a fiumi nella vita del buon Peter. Così, tra una massiccia dose di goliardia ad alto tasso etilico, emergono considerazioni importanti sulla scena post-industrial, provenienti dalla voce di uno che ha contribuito a gettarne le basi e che non nega - tra modestia e risate - qualche perplessità per il futuro. Un futuro sempre più pieno di produzioni che rendono difficile l'individuazione di materiale valido. L'impressione finale è di aver parlato con una persona dalla mente acuta (si vedano - tra le altre - le intenzioni e il concept alla base della trilogia "The Silent Container"), ma che sa prendere le cose "cum grano salis", senza scadere in un'autocelebrazione magari anche giusta, dopo tanti anni di consensi e di produzioni ad alto livello. Le parole di Lina rimangono in ultimo il viatico migliore per capire opinioni e aspetti personali di uno dei massimi protagonisti della 'nuova' industrial culture.
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Lina, vorrei iniziare la nostra chiacchierata con alcune domande che riguardano il recente box "The Silent Container". Come mai hai deciso di ristampare in CD questa trilogia, croce e delizia di tanti fans e collezionisti di Deutsch Nepal?
"Gli originali uscirono unicamente su cassetta in edizioni limitate e Rodolfo, della Old Europa Cafe, era molto ansioso di ristamparli viste le grandi richieste del pubblico. Per contro io non ero così eccitato, dato che l'idea di partenza era di conservare il livello della 'cassette-culture' dei tardi anni '80, quando iniziai a registrare col nome di Deutsch Nepal... il proposito era quello di fornire musica su cassetta in qualità da cassetta, e la ristampa su formato digitale rompe questo principio."
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Rodolfo Protti è un produttore estremamente importante per Deutsch Nepal: puoi raccontarci come è iniziata la vostra lunga amicizia?
"Rodolfo è stato innanzitutto il primo vero contatto che ho avuto all'estero, quando stavo lavorando con un progetto chiamato Njurmännen... era appassionante sapere che qualcuno così lontano era interessato alla musica che facevo. Nel corso degli anni si è poi dimostrato un compagno affidabile... come ben sai la gente, le etichette e i progetti vanno e vengono... ma 'Father' Rodolfo c'è sempre (ride, nda)!"
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Parliamo del concept di "The Silent Container" e del suo significato... il silenzio sembra essere il leit-motiv dell'opera...
"Il silenzio è ciò che i musicisti combattono nei propri lavori... quando stavo registrando il materiale per la trilogia feci qualche passo indietro, ai tempi in cui iniziavo a strutturare suoni, per vedere quali fonti di ricerca utilizzavo... ho scoperto che uno degli input principali per comporre musica era proprio di evitare il silenzio riempiendolo con i suoni... dunque in un certo senso, forse metafisico, quando componi musica sei portato ad arginare il silenzio (di qui il titolo "The Silent Container", nda)."
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Quali fonti di ispirazione artistiche sono alla base di "Silent Container"?
"La grande realtà della musica in cassetta, ancora molta viva nel corso degli anni '80, è stata una delle ispirazioni sul come concepire la musica, considerando che il nastro è un evidente limite alla qualità dei suoni... Come sai questo supporto non ha un'elevata resa audio, e ciò richiede un impegno maggiore sia nel proporre buone idee che nelle modalità d'approccio dell'ascoltatore. Credo che la rete formata in tutto il mondo da questo supporto, tramite i lenti meccanismi dei servizi postali, sia stata uno dei più importanti vettori per i movimenti post-industrial e post-punk nel mondo occidentale: ha costruito una rete comunicativa tra le persone e ha reso possibile una influenza ed ispirazione reciproca tra la gente che vi prendeva parte, fino a rendere possibile la continuazione della complessa ed eccezionale realtà della cultura sperimentale. Non c'erano barriere tra i diversi modi d'esprimersi, tutte le porte erano aperte."
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La cassetta rimaneva comunque una scelta meno costosa rispetto al CD...
"Il costo non è la ragione per cui ho stampato la trilogia in cassetta... anzi, al giorno d'oggi forse risulta più costoso produrre una cassetta se consideri quanto puoi guadagnarci rispetto alle vendite di un CD... l'intenzione invece era quella di ridar vita ai 'bei vecchi giorni'."
"Credo che la rete formata in tutto il mondo dalle cassette, tramite i lenti meccanismi dei servizi postali, sia stata uno dei più importanti vettori per i movimenti post-industrial e post-punk nel mondo occidentale: ha costruito una rete comunicativa tra le persone e ha reso possibile una influenza ed ispirazione reciproca tra la gente che vi prendeva parte, fino a rendere possibile la continuazione della complessa ed eccezionale realtà della cultura sperimentale. Non c'erano barriere tra i diversi modi d'esprimersi, tutte le porte erano aperte..."
(Lina Baby Doll)
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E perché hai deciso di non riutilizzare le vecchie copertine delle cassette?
"Ho pensato fosse una buona idea cambiare artwork, visto che l'idea di base del lavoro era stata totalmente modificata con la ristampa."
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In "Silent Earth" (il secondo album della trilogia) c'è un brano dedicato alla memoria di Jean-Yves Cousteau, personaggio che torna anche nelle foto della copertina...
"Sin da bambino ero un grande ammiratore dei film sottomarini di Jean-Yves Cousteau, e ho voluto scrivere una traccia in sua memoria. Solo in seguito ho scoperto che non era ancora morto quando realizzai la cassetta (ride, nda)..."
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In "Behind A Wall Of Silence" ci sono tre cover, rispettivamente di brani di Nico, Amon Düül e The Pop Group: tre nomi assai diversi per varie ragioni...
"In generale la trilogia era una sorta di riepilogo dei primi anni di Deutsch Nepal e degli artisti che mi hanno ispirato, e che ancora mi ispirano. Ho gusti musicali veramente ampi... c'era buona musica anche prima di Deutsch Nepal (ride, nda)... per cui ho voluto rivedere quei brani con lo stile del mio progetto."
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"A Silent Siege" (il quarto album realizzato con la Old Europa Cafe) può essere considerato in qualche modo un capitolo aggiuntivo a "The Silent Container"? Come mai in questo caso hai preferito il formato CD alla cassetta?
"L'album "A Silent Siege" sarebbe dovuto essere una conclusione della trilogia del silenzio. Ma, dato che la trilogia doveva essere ristampata, abbiamo deciso di dare alle stampe anche queste registrazioni, sebbene in parte già apparse nella stessa trilogia. Dato che "A Silent Siege" uscì qualche anno più tardi degli altri tre album, abbiamo pensato di stamparlo in CD."
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Pensi ci sia qualche importante differenza tra "A Silent Siege" e il resto della trilogia?
"No, è lo stesso vecchio sound industrial che trovi nelle cassette... più aggressivo di altri miei dischi... uno dei motivi per cui ho dato vita a Deutsch Nepal era dovuto proprio all'assenza di musica aggressiva."
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Durante la tua lunga carriera hai dato vita anche a diversi side-project. Il più strano di questi penso sia Frozen Faces... a cosa è dovuta la sua nascita?
"La storia di Frozen Faces ebbe inizio quando si ruppe tutta la mia attrezzatura e mi ritrovai con poche e vecchie apparecchiature e ancora la voglia di far musica... dato che ne sono venute fuori delle registrazioni profondamente diverse da quelle di Deutsch Nepal, ho deciso di produrle sotto un altro nome. In seguito ho realizzato alcuni lavori nel medesimo stile, ma per scelta e non per necessità... e forse ne farò degli altri in futuro."
"Uno penserebbe che un side-project abbia inizio con delle registrazioni dirette che vengono poi trasposte negli album del progetto... Ma normalmente questi lavori paralleli iniziano con della gente che si ubriaca e registra del materiale, e solo in seguito, quando abbiamo fatto il pieno, mettiamo il tutto su CD e lo proponiamo al pubblico..."
(Lina Baby Doll)
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Sei cresciuto a Boxholm, in Svezia, esattamente come 'l'altro' Peter Andersson, quello di Raison D'Être, che alla fine è anche il tuo partner artistico nel progetto Bocksholm, evidentemente dedicato al tuo paese natale...
"Il primo album di Bocksholm contiene solo suoni registrati nel villaggio... vacche che pisciano, Peter che mi sculaccia o che sbatte all'interno della fabbrica, la quale corrisponde al centro del paese. A dirla così, uno penserebbe che il tutto ha inizio con delle registrazioni dirette che vengono poi trasposte negli album del progetto. Ma normalmente questi lavori paralleli iniziano con della gente che si ubriaca e registra del materiale, e solo in seguito, quando abbiamo fatto il pieno, mettiamo il tutto su CD e lo proponiamo al pubblico."
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In linea di massima quale differenza intercorre tra Deutsch Nepal e i tuoi tanti progetti paralleli (incluso il non citato Janitor)?
"Con l'eccezione di Frozen Faces i suoni dei progetti paralleli vengono fuori dalla tensione tra due opposti, mentre Deutsch Nepal prende vita unicamente dalle mie decisioni."
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Nelle vesti di Deutsch Nepal hai realizzato molti split album con Der Blutharsch, The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud, Reutoff, PAL, In Slaughter Natives... oggigiorno con quale autore vorresti mettere a punto uno split?
"Al momento non so... Ho conosciuto un affascinante progetto svedese chiamato Dead Letters Spell Out Dead Words e sto pensando di proporgli una collaborazione... ma non so se sarà possibile. Sto lavorando anche alle nuove realizzazioni che usciranno quest'anno per la label Autarkeia: prima un doppio 7" intitolato "Rapist Park Junktion" che rappresenterà un ponte tra "Erotikon" (uscito su Cold Meat Industry) e tutto il nuovo materiale che comparirà nell'album "Amygdala", in programma sempre su Auterkeia per quest'anno. Penso sia il momento di pubblicare nuovo materiale a nome Deutsch Nepal, visto che negli ultimi anni ci sono state molte ristampe... preferisco le collaborazioni se ce n'è la possibilità, evitando così le lunghe pianificazioni di lavoro, visto che le mie finiscono sempre per crollare prima di iniziare... meglio agire e basta."
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Molti titoli di Deutsch Nepal continuano ad essere fuori catalogo da parecchio... hai pensato a qualche ulteriore ristampa?
"Forse in futuro... c'è l'intenzione di ristampare tutto il materiale di Deutsch Nepal in vinile... ma bisogna aspettare... e non so se sarà possibile."
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L'ultimo split realizzato è "Kreuzung Vier" con Reutoff... Come avete elaborato le sei tracce del CD?
"L'idea era che io avrei lavorato sui loro suoni e loro avrebbero fatto altrettanto coi miei. Quando ho ricevuto il loro materiale ho potuto fare ciò che volevo, ed in questo modo è nato "Kreuzung Vier". Sono molto soddisfatto della riuscita e del lavoro svolto da Reutoff."
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Come è nata la vostra amicizia?
"Sono stato spesso nell'Europa orientale, ho fatto vari concerti lì... Russia e Ucraina sono posti entusiasmanti e con parecchia gente amichevole impegnata nella cultura industrial. È lì che ho conosciuto i Reutoff, altre divertenti persone e un mare di suoni interessanti."
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Tornando al passato, vorrei chiederti come ha preso piede l'amicizia con alcune importanti personalità della scena post-industrial. In primis penso a Roger Karmanik...
"Beh, geograficamente la Svezia è una terra veramente grande, ma ci vive poca gente e ancora meno persone ascoltano la musica industrial, specialmente negli anni '80, quando ci siamo incontrati. Per cui è stato naturale aver conosciuto Döds Roger, così era chiamato al tempo... ricordo che la prima volta mi disse che non gli piaceva lo strettissimo vestito in lattice rosso che indossavo: gli risposi che non era un problema, visto che di lì a poco mi sarei spogliato... ed è proprio quello che facemmo entrambi..."
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Il pensiero corre anche ad Albin Julius, che conosci dai tempi dei The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud...
"Eravamo un bel gruppo di svedesi al festival di Nevers, in Francia... oltre a me c'erano i ragazzi di Inanna... Archon Satani, se non ricordo male... come sempre tutti completamente ubriachi... i The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud si stavano annoiando nel backstage, quando hanno sentito un terribile rumore che proveniva da un'altra stanza... si sono sbrigati a vedere cosa succedeva, e fu così che ci siamo conosciuti e abbiamo trascorso un divertente weekend in quella piccola città... se non sbaglio fu in quella occasione che ci siamo schiantati con l'auto contro la vecchia chiesa adiacente al posto in cui dovevamo suonare."
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Hai sempre fatto molti concerti. Ricordo un tuo live a Roma insieme a Der Blutharsch e Novo Homo per il tour di "Time Is Thee Enemy"... scusa se rido, ma ti eri addormento sul pavimento appena terminata l'esibizione...
"Beh, addormentarmi fa parte della mia presenza (ride, nda), soprattutto nei tour... avevamo viaggiato per venti ore prima del concerto... viaggiare è molto noioso, per cui è normale aprire una bottiglia di vodka all'interno del bus... ma non di birra, visto che non c'è il bagno. Per cui ti ritrovi ubriaco per la maggior parte del tempo, e durante i concerti devi migliorare un po' la situazione continuando a bere. In quell'occasione pisciai in mano a una donna che voleva toccare il mio 'tralalala' mentre dormivo... ho pensato che la mano fosse la mia e allora ho pisciato (ride, nda)... di storie ce ne sono tante... ma spesso è difficile ricordare quali sono avvenute realmente e quali ho sognato..."
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Quali sono i posti in cui preferisci fare concerti? Hai un buon feeling con il pubblico italiano?
"L'ultima volta che sono venuto in Italia era a Prato, dove è andata di merda perché mi sono ubriacato troppo... anche in precedenza mi sono divertito spesso da voi, ma al momento l'audience più determinata la puoi trovare nell'Europa orientale... difficile fare un raffronto... l'Italia ha la grappa e un cibo fantastico, la Russia ha tanta vodka e niente cibo... ma non importa, visto che i russi chiamano la vodka 'il pane liquido'..."
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Quali sono le band che ascolti più spesso? C'è qualche progetto interessante nell'odierna scena industrial?
"Spero che ci sia, ma raramente ho il tempo di cercarli, oggi ci sono molti più progetti rispetto a quando abbiamo dato vita a questo movimento... Ci sono i cari vecchi nomi a garantire un'alta qualità come Brighter Death Now, Genocide Organ ed altri... ma anche alcuni che durante gli anni si sono rivolti verso nuove sonorità, come Blood Axis e Der Blutharsch... ma quanta gente c'è che mostra un interesse reale per quello che fanno questi progetti? Ho sentito un sacco di gruppi che sono copie dirette di altre band... Ma penso che il problema più grande sia che madame Lina Baby Doll è diventata una vecchia strega che gode a lamentarsi... perché so bene che devono esserci altri progetti interessanti oltre a questi, altrimenti la scena morirà..."
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Progetti per il futuro, oltre quelli suddetti?
"Al momento ho rallentato con le esibizioni dal vivo: ce ne sarà una quest'estate in Finlandia, al Lumuos Festival di Tampere, e più tardi una a Mo I Rana in Norvegia... prima di questi eventi mi concentrerò sul materiale che dovrà uscire per l'etichetta Autarkeia: il doppio 7" "Rapist Park Junktion" e il nuovo album "Amygdala". Ho prestato la voce nel nuovo album di Ostarbeiter e farò lo stesso per il prossimo disco di Der Blutharsch. Inoltre abbiamo messo a punto un DVD ad alta qualità di un concerto tenuto a Zhitomir, in Ucraina, è intitolato "Secret Assembly" ed è stato realizzato dalla Ukrainian Dark Syndicate (www.myspace.com/ukrainiandarksyndicate): oltre a Deutsch Nepal vi ha preso parte una band russa chiamata Noises of Russia, gli ucraini First Human Ferro e Filivs Macrocosmi... credo ci saranno anche altre uscite, ma non so ancora quando."
"Ricordo che, la prima volta che ci incontrammo, Roger Karmanik mi disse che non gli piaceva lo strettissimo vestito in lattice rosso che indossavo: gli risposi che non era un problema, visto che di lì a poco mi sarei spogliato... ed è proprio quello che facemmo entrambi..."
(Lina Baby Doll)
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La più grande soddisfazione e la più grande delusione della tua lunga carriera?
"La più grande soddisfazione è tutta la gente che incontro e che mi invita a bere birra, vodka, grappa... la peggiore è quando la bottiglia è vuota e tutti se ne vanno a casa."
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Ultima domanda. Sei una colonna portante della nuova industrial culture: cosa pensi di poter lasciare a questa scena quando smetterai di fare musica?
"A volte ti convinci di fare la differenza almeno per qualcuno, ma ci sono tanti progetti migliori di me, per cui dubito che accadrà un fatto del genere. Alla fine la cosa più importante rimane il divertimento, al di là del fatto che io riesca a fare o no la differenza in questa scena."
http://www.myspace.com/deutschnepal
http://www.oldeuropacafe.com/