09-02-2009
FRIGHTDOLL
"Assimilation Illusion"
(Quantum Release Records)
Time: (45:35)
Rating : 7.5
Un anno e mezzo fa questa avvenente signorina di Ft. Lauderdale debuttava positivamente con "Reference Version", buon lavoro a base di elettronica 'harsh' eclettica e giocata su di una robusta tensione emotiva, dimostrando che la scena harsh-electro al femminile non si limitava soltanto ad Erica Dunham ed al suo progetto Unter Null... Ora che la stessa Dunham sembra essersi un po' persa per strada a seguito di un paio di EP interlocutori, forse più presa dal progetto Stray che altro, la 'bambola che spaventa' (FrightDoll, appunto) torna invece rinvigorita dall'esperienza accumulata sul campo, come dimostra un follow-up compatto e variegato come "Assimilation Illusion", presentato in un bel digipack a tre ante. Le prerogative del sound di FrightDoll non sono cambiate, ma i passi in avanti a livello di produzione e di songwriting si fanno sentire: la buona ed efficace resa sonora del dischetto aiuta a godere di un'opera nella quale le melodie di derivazione dark-electro non fungono da mera 'arma ossessiva' nel tentativo di sbancare il dancefloor, ma si fondono con ritmiche interessanti e mai facilmente prevedibili, andando a creare la base ideale per un apprezzato istrionismo vocale che manca totalmente a troppi progetti del settore. Ne scaturisce un disco dai molti umori, eppure coerente con uno stile che si sta delineando chiaramente: il pathos pianistico e la vocalità fragile di "Lost" aprono l'opera con effetti 'retrò', prima che "Alone In This" metta in chiaro come stiano effettivamente le cose, liberando melodie vorticose e ritmiche intriganti a supporto della propria incisività, intensità e tensione, senza tralasciare gustosi riflessi industrial. Ottima "Caused", pompata con classe, solida ed intensissima, memore del Velvet Acid Christ più trance-oriented, e bene anche "Evolution", capace di alternare belle melodie e pattern industrialoidi ad efficaci aperture harsh-EBM di buon impatto, con la bella artista americana ancora sugli scudi grazie all'abilità nello scegliere gli effetti più calzanti per le vocals. Il bell'aspetto della Nostra deve di sicuro essersi rivelato un'arma a doppio taglio, se abbiamo ragione nel dire che qualcuno ha voluto vedere a tutti i costi in lei una sorta di 'ragazza immagine' tutta apparenza e poca sostanza: la miglior risposta per costoro sta nella feroce e rabbiosa "Controverse (Assimilation Illusion Version)", cattivissima ed iper-groovy, spaventosa per le sue urla dilanianti, ben accoppiate a delle vocals realmente taglienti. Sebbene il dancefloor non sia l'ossessione di FrightDoll, non manca materiale per i club: l'acida e sfrontata "Indecision", solida e martellante, oppure l'altrettanto sfrontata "Leaving You", più pompata e groovy, o ancora "Generate", ben ritmata, catchy ed efficace... Ma FrightDoll, a differenza di quella miriade di concorrenti capaci solo di assemblare il medesimo brano all'infinito, sa guardare oltre il solito schemino collaudato, regalandoci cose particolari come la 'ruvidamente sognante' "Distant", per poi prodursi in un bel contrasto fra il piano, la voce fragile e le autentiche 'abrasioni' industrial in "Endings", appena prima che "Sweet Serenity", ancora giocata su piano e voce (su uno sfondo inquietante), chiuda l'opera. Pur senza strabiliare con idee o suoni rivoluzionari, l'artista statunitense si conferma particolarmente abile nel costruire i propri brani sotto il segno di una tensione emotiva basata su testi vissuti e concreti, vero perno attorno al quale far ruotare un eclettismo vocale, ritmico e melodico che manca al noioso marasma sonoro in cui si sono arenati quasi tutti i gruppi del settore harsh-electro. FrightDoll vince dunque la propria sfida in virtù di un songwriting più coraggioso rispetto alla concorrenza, dimostrando di avere le carte in regola per giungere presto al superamento di quelle barriere stilistiche che bisogna avere il fegato di infrangere senza 'se' e senza 'ma' per issarsi fino in vetta: per il momento, l'attenzione del pubblico del settore se l'è ampiamente meritata.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/frightdoll