13-07-2016
DRUMCORPS
Amen, Punk
di Lorenzo Nobili
Con "Falling Forward", uscito gli ultimi giorni dello scorso ottobre per Ad Noiseam, il cittadino del mondo Aaron Spectre ha raggiunto il suo traguardo più ambito, producendo un lavoro rivelatosi una sapiente mistura di influenze, serrati studi del suono e pura passione. Un traguardo eccezionale, frutto di un lavoro durato anni e finalmente dato alla luce in tutta la sua ricercatezza espressiva, corrosa dalle schizofrenie breakcore che da sempre caratterizzano la sua produzione musicale a nome Drumcorps. Abbiamo approfittato di questo importante avvenimento per capire chi è Spectre, da dove nasce questo suo amore incontenibile per il suono e la sua manipolazione, e come è stato partire da un giovanile contesto hardcore per poi abbracciare una carriera variopinta fatta di produzioni di vario genere. Dal reggae, alla jungle, passando per l'IDM ed il metal, un ritratto di un artista poliedrico che ha fatto della sua passione per il suono multiforme una ragione di vita.
"C'era un'opprimente corrente di pensiero dominante che si faceva strada tra tutti gli aspetti della vita là fuori, e noi eravamo una reazione ad essa. Tuttavia, contrariamente alla caustica opposizione punk del passato, questo piccolo movimento non cercava di offendere o shoccare, ma semplicemente di ESISTERE. Questa per me è l'essenza dell'hardcore americano, è uno spirito indipendente combinato con un'azione positiva."
(Aaron Spectre)
"La cultura è sempre fluida. Siccome la nostra è un'era di caos digitale, le persone cercano dei fondamenti come mai prima d'ora. Le cose arrivano da un tempo ed un luogo. Il contesto e la storia contano. Cercali e sarai ricompensato con cultura ed un senso di unione, e questa è davvero la miglior ricompensa che l'arte e la musica possono dare: la connessione con qualcosa che non ha tempo."
(Aaron Spectre)
"La musica è allo stesso tempo una cosa privata e pubblica. È un momento nel tempo, ed uno al di fuori di esso. Mi aiuta a trovare un contesto in un mondo complesso e frammentato, ti connette con le persone e ti ricorda che le cose contano. A volte un bel lavoro può solo farti venire la pelle d'oca, e suona come l'inconscio collettivo che ci chiama da qualche parte al di là di ognuno di noi..."
(Aaron Spectre)