17-01-2020
YESTERGREY
"1991"
(ScentAir Records)
Time: CD (39:14)
Rating : 7
Non sbaglia affatto la russa ScentAir nell'inquadrare lo stile del debut album di Yestergrey come "meccanico e malinconico synthpop, come se fosse stato estratto da qualche campionatore degli anni '90", né tanto meno nel definirlo "né contemporaneo né futuristico, ed a malapena retrò". Il solo-project di Dan Törnqvist è ancora giovane, ma il musicista svedese ha alle spalle una buona esperienza in ambiti techno ed house con progetti quali Motormännen, Gaston e Reverbal Sign, sebbene tali influenze non si siano poi riverberate nella sua creazione solista. Yestergrey si muove infatti entro i confini di un synthpop particolarmente melodico in cui spicca un beatwork dal sapore meccanico capace di differenziare la proposta dagli standard del settore, richiamando con forza proprio quell'ultima decade dello scorso millennio evocata già dal titolo. In un album ben prodotto e senza particolari punti deboli, dove anche la voce svolge a dovere il proprio compito, si segnala anzitutto la compattezza di un songwriting magari poco incline ai singoli trainanti, ma senza dubbio forte di una coerenza stilistica ben attenta ad evitare i filler. La raffinatezza della costruzione e la bellezza delle melodie sono i punti di forza dei dieci brani dell'opera, che come detto non punta al traino di uno o due singoli, funzionando nella sua interezza e regalando i propri momenti migliori con "Sideways", giostrata su di un valido refrain, e "Turn To Get Dressed", che ben evidenzia la qualità degli arrangiamenti, mentre tocca all'atto conclusivo "By The Riverside" infondere quel po' di brio ritmico che comunque non è prioritario nella scrittura di Dan. Un esordio piacevole ed onesto che denota le potenzialità di un progetto già intrigante, in attesa di quelle mosse future che ne indirizzeranno il percorso in maniera più definita.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://soundcloud.com/yestergrey