SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO
Mailing-List:
Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista
01-10-2007
VARUNNA
L'odore del sangue e della vittoria
di Michele Viali
Di solito si propende per intervistare gruppi che hanno raggiunto la notorietà e che suonano da molto: il giovane progetto Varunna (un album, un singolo e uno split all'attivo) rappresenta un'eccezione, uno strappo alla regola a mio dire necessario, poiché il nuovo lavoro rivela una capacità di rompere gli schemi assolutamente fuori dal comune. Ogni brano composto da Alessio attraversa l'ascoltatore come una scheggia, sapendo mescolare ad hoc sia la tradizione musicale italica che l'incisività di più moderni progetti internazionali, il tutto velato da una malinconica e marziale solitudine. 'Vagabondando' ultimamente nella rete ho visto come alcuni abbiano attaccato i testi di Varunna per presunte ragioni ideologiche: un fatto che non sussiste, poiché in "Cantos" e nei precedenti lavori non c'è alcuna menzione di carattere politico (sebbene ce ne siano di carattere storico) che possa risultare offensiva per qualcuno (salvo eventuali manie di persecuzione), e ciò è confermato anche da quanto Alessio ci dirà nell'intervista. Piuttosto, continuo a non capire perché alcuni nomi chiave della scena industrial e neofolk, che hanno fatto e fanno un uso più o meno largo di riferimenti ideologici e più spesso para-ideologici apertamente fastidiosi, non vengano biasimati da chi attacca Varunna... Tutti conoscono (solo per fare due nomi celeberrimi) il brano dei Death In June ri-titolato "Brown Book" o i samples vocali usati dai Blood Axis per la versione live di "The Gospel Of Inhumanity" e per "The Storm Before The Calm p.1", e credo che non sia un segreto per nessuno che gli stessi intoccabili Joy Division abbiano avuto qualche problema in questo senso all'alba della loro carriera... Generalmente solo per motivi di ricostruzione storica, di interesse personale o di adesione ad un genere musicale, moltissimi progetti della scena neofolk e industrial (nonché post-punk) a volte hanno fatto riferimenti ambigui che possono essere stati male interpretati, e dispiace vedere come una giovane e viva realtà italiana quale è Varunna debba essere crocifissa e condannata solo per il fatto di non godere del blasone dei suddetti nomi e di tanti altri ancora, in aggiunta per degli aspetti negativi che personalmente ancora non riesco a vedere. Non mi sembra che ripercorrere momenti storici con un brano possa essere considerato un motivo per screditare un progetto musicale, soprattutto per la gente che segue il neofolk. Spezzata questa lancia a favore del nostro intervistato, consiglio di ascoltare la musica di Alessio senza preconcetti e di carpirne quella forza e schiettezza che in tempi recenti solo progetti come Ianva (sebbene con modalità tecniche ben diverse) sono riusciti ad esprimere: "Cantos" è un album che farà strada e rimarrà nella memoria, un disco che per molti aspetti riapre il discorso musicale aperto dagli Ain Soph ai tempi di "Aurora" e mai più continuato. Questa intervista aiuterà (spero) a conoscere la vera anima di Varunna ed ad apprenderne appieno il genio e la caratura innovativa. Il forte spirito energico e guerresco (attenzione: non guerrafondaio) che emana dalla gran parte delle tracce contenute in "Cantos" ha suggerito il titolo dell'articolo, preso a prestito da uno dei maggiori album di industrial marziale degli anni '90...
-
Innanzitutto vorrei chiederti il significato del nome del tuo progetto, Varunna: da cosa deriva e perché lo hai scelto?
"È stata una scelta casuale, per la verità è la combinazione distorta di due parole a me care... Insieme formano un nome, quello della divinità solare in voga circa 2000 anni fa ai tempi delle Mitriadi tra i soldati dell'impero Romano, il dio Varunna."
-
La tua carriera e il tuo progetto sono strettamente legati ad Albin Julius: tutti i dischi di Varunna sono usciti per la Hau Ruck!, Albin ha suonato nel tuo nuovo album, mentre tu partecipi alle produzioni di Der Blutharsch. In che modo Albin ha iniziato ad interessarsi alla tua musica?
"Varunna è legato alla Hau Ruck! con un doppio nodo. Tutto nacque nel 2002, e la cover di Adamo ('La Notte') che preparavo per una compilation fu la scintilla... conobbi Albin Julius in quei giorni, tra un fiasco di vino e una spaghettata ascoltammo il pezzo, e lui mi disse di prepararne altri tre per un 7". Nel frattempo il rapporto di amicizia che ci legava si rafforzò ulteriormente, e si decise per l'esclusiva con Hau Ruck!: se guardi con attenzione in controluce il 7" 'Fuoco!', scoprirai un'incisione che recita "1000 ANNI" (1000 anni con Hau Ruck!)... Nel tempo, poi, le partecipazioni a concerti con Varunna da parte sua e con Der Blutharsch da parte mia sono state numerose, lui ha registrato per me e io per lui, ho partecipato al suo ultimo tour e lui ha partecipato come produttore, musicista e post produttore al mio ultimo CD... diciamo che amicizia e impegno musicale, in questo caso, vanno di pari passo."
-
Hai avuto contatti con altre etichette (magari italiane) prima di accasarti presso la label di Vienna?
"Ebbi in passato diversi contatti con almeno due etichette italiane molto buone e parecchio interessate, ma ho fatto la mia scelta."
-
La tua musica è profondamente diversa dalle altre produzioni della Hau Ruck!, e sebbene molti continuino a catalogare Varunna come un progetto neofolk, penso che le radici del tuo sound siano ben diverse. Da quali stili musicali deriva la tua musica? Quali sono i musicisti a cui ti sei principalmente ispirato per la composizione di "Cantos"? E quali sono gli autori (o il tipo di musica) che in generale apprezzi di più?
"La Hau Ruck! ha diversi pregi, uno in particolare è la capacità di spaziare tra i generi: è una sorta di grande calderone dove convivono esperienze pop, neo-folk, rock ecc... Ci può stare di tutto, se fatto con il giusto spirito! Per quanto mi riguarda è stato fecondante il cantautorato italiano alla Tenco, Adamo, la Caselli e ancora Joy Division , e poi Verdi, Mascagni, Wagner, il canto a tenore Sardo, i cori alpini... ecco un altro grande calderone..."
"'Noi Senza Voi' è il nostro manifesto dell'intolleranza. Intolleranza verso chi non crede che si possa dedicare una vita ad un sogno, intolleranza verso chi tratta la tua musica o la tua forma di espressione e comunicazione catalogandola in maniera spiccia e approssimativa, intolleranza verso chi non vuole capire e non ci prova neanche, intolleranza verso chi vuole che smetti di suonare perché è ora di ballare..."
(Alessio B.)
-
Deduco che il titolo "Cantos" sia un omaggio all'opera di Ezra Pound. Cosa ti lega a questo autore?
"No. 'Cantos' in lingua sarda significa canzoni, tutto qui (ognuno ha i suoi limiti, nda)."
-
Nel magistrale brano "Redipuglia" descrivi un'azione di guerra dal punto di vista di uno dei caduti, rendendo al meglio il senso di disperazione e di abnegazione di chi cadde in quella battaglia. Perché hai deciso di scrivere un brano proprio su questo tema?
"Venivamo giù da Vienna per andare a suonare al Vittoriale di D'Annunzio, concerto che ebbe come sai uno strano epilogo (l'evento era stato fissato per il 30/5/2005, ma fu annullato; oltre a Varunna avrebbero dovuto esibirsi Der Blutharsch e Death in June, nda), e per la strada decidemmo di fermarci al mausoleo di Redipuglia. Si può ancora infilare la testa nelle feritoie delle trincee e osservare di fronte a sé la linea di tiro della mitragliatrice. Su quella altura sono caduti a migliaia e riposano tutti insieme, Italiani e Austriaci, lì nei gradoni del mausoleo ci hanno accolti e hanno raccolto le nostre lacrime, Italiane e Austriache. A loro è dedicata la mia canzone."
-
La Sardegna è la tua terra (cui dedichi anche una canzone), ora in parte colonizzata da beceri arrivisti che tentano di spogliarla delle sue tradizioni (ha aperto in estate il Billionaire, pronto a sporcare con la sua futilità l'antica Ichnusa). Qual è la tua opinione riguardo lo sfruttamento turistico di massa che sta colpendo e deturpando la Sardegna, e riguardo l'affluenza massiccia in Costa Smeralda di vallette, faccendieri e personaggetti televisivi?
"Che dici, non riusciranno mai a spogliarci delle nostre tradizioni, sono troppo impegnati a bere vinelli francesi e a tirare coca... che disturbo vuoi che diano? Che peso vuoi che abbiano per noi che viviamo la Sardegna vera? La nostra è una storia di colonizzazioni antiche: i fenici, i punici, l'impero di Roma e ancora i mori, dei quali campeggiano le teste mozzate nella nostra bandiera. Tutti hanno provato a colonizzarci e nessuno è mai riuscito a conquistare questa terra impervia."
-
Ancora in relazione alla Sardegna, vorrei chiederti cosa pensi dell'ingombrante presenza dell'esercito americano nelle vostre/nostre coste. A più riprese ho sentito opinioni molto negative da parte degli abitanti locali...
"Una presenza ingombrante e fastidiosa (nelle aree interessate) che fortunatamente si risolverà presto. C'è però anche da dire che realtà come La Maddalena, ad esempio, ne hanno fatto la principale fonte di reddito nel tempo, e per loro il problema è serio..."
"Oggi le idee che facevano la politica vera sono crollate, le alleanze impossibili e la mancanza di concetti e ideali profondi hanno fatto il resto. Il 'popolo' si è definitivamente allontanato dalla questione. Restano le briciole, e per le briciole non ci si ammazza più, fortunatamente."
(Alessio B.)
-
Hai dedicato due brani ricchi di pathos a "Mala": puoi spiegarci chi è questa presenza, che torna a più riprese nel tuo album, e quale valore ha per te?
"Mala è la donna per la quale ho scritto la mia prima canzone d'amore... la donna per la quale ho cambiato città in 15 giorni, la donna con la quale vivo."
-
"Noi Senza Voi" è un brano dalle venature Oi, riflette la volontà di prendere le distanze da qualcuno ("...non più i vili, ma gli odiati eroi..."). Chi vorresti annoverare tra "NOI", e chi tra "VOI"?
"Scritta a quattro mani (il testo) con Tairy C. (Ait!) nello scantinato della mia vecchia casa a Bologna, in un caldo pomeriggio mitigato da abbondanti razioni di mirto ghiacciato, 'Noi Senza Voi' è il nostro manifesto dell'intolleranza. Intolleranza verso chi non crede che si possa dedicare una vita ad un sogno, intolleranza verso chi tratta la tua musica o la tua forma di espressione e comunicazione catalogandola in maniera spiccia e approssimativa, intolleranza verso chi non vuole capire e non ci prova neanche, intolleranza verso chi vuole che smetti di suonare perché è ora di ballare..."
-
"Piombo '70" è una traccia che ci riporta indietro ai tempi in cui si moriva facilmente per difendere le proprie idee. A quali fatti in particolare si riferisce questo brano?
"Il terrorismo nero, il terrorismo rosso, il vero terrorismo poi, quello intoccabile perché radicato troppo in alto... e per le strade ragazzi di sedici anni morivano per una sprangata in testa o per una pallottola nel petto, intenti ad appendere un volantino o a strapparne un altro... la politica dei salotti faceva finta di niente, se ne estraniava; la politica vera era fatta in strada, in piazza. Hai detto bene, si moriva facilmente, con una facilità spiazzante e spesso solo per difendere un amico, più raramente per difendere un'idea."
-
Come e quanto pensi sia cambiato oggigiorno il modo di pensare rispetto ai fatti e alle situazioni cui fai riferimento nel testo?
"Oggi le idee che facevano la politica vera sono crollate, le alleanze impossibili e la mancanza di concetti e ideali profondi hanno fatto il resto. Il 'popolo' si è definitivamente allontanato dalla questione. Restano le briciole, e per le briciole non ci si ammazza più, fortunatamente."
-
Dal tuo disco emerge in generale una volontà combattiva, un costante riferimento alle armi e alla contrapposizione cruenta tra realtà diverse. Da cosa deriva questa tua visione della vita stridente col buonismo, più falso che mai, molto in voga ai nostri tempi?
"Il contrasto, lo scontro, la lotta generano energia, e dalle rovine nasce sempre qualche cosa di diverso, nuovo, alle volte migliore."
-
Qual è il brano di "Cantos" che reputi sia riuscito meglio e che riassume in pieno l'essenza del progetto Varunna?
"'Cantos' è stato registrato a Vienna ma concepito nella mia casetta al mare in Sardegna lo scorso inverno, e 'Polvere' è certamente il brano più rappresentativo del periodo... Passavo la giornata in acqua a fare pesca subacquea e la sera accendevo il fuoco, e da solo mi mettevo a suonare, da solo nel senso che non c'era nessun altro nel raggio di chilometri... solo gatti selvatici e rapaci notturni."
-
Hai già programmato una serie di concerti? Quando riusciremo a vederti suonare dal vivo?
"Per ora Varunna è confinato negli studi di registrazione, salvo qualche data europea sarà difficile..."
-
Vorrei chiudere l'intervista parlando del brano che conclude - non a caso - "Cantos", mi riferisco ovviamente a "Europa!", in cui esprimi la volontà di morire pur di salvare la propria terra e le proprie genti: forse l'inno più accorato e passionale che ho sentito riguardo la difesa della propria identità ("...terra fresca abbraccia me, che sogno il mare tiepido, mentre leggero canto la mia fine..."). Innanzitutto cosa rappresenta e significa per te la parola "Europa", e qual è il pericolo che vedi all'orizzonte e da cui dobbiamo difenderci? Cosa ha causato, secondo te, l'indebolimento del vecchio continente e di chi lo abita?
"Europa è la casa della cultura, è il luogo delle stirpi che hanno abbattuto il muro del totalitarismo per rinascere migliori e più forti. Europa è la storia e la tradizione dell'uomo moderno, è il passato e il futuro del mondo. 'Democrazia' è il nuovo credo, ma dove il modello democratico è quello colonialista americano, allora dobbiamo avere la forza di ritrovare in noi e da noi la strada. Il pericolo di essere confusi e di confonderci con chi non sa cosa sia la tradizione è alto, abbiamo una moneta unica e questo è un inizio, le nostre divergenze in campo sociale e culturale devono essere livellate a favore di un pensiero forte."
"Europa è la casa della cultura, è il luogo delle stirpi che hanno abbattuto il muro del totalitarismo per rinascere migliori e più forti. Europa è la storia e la tradizione dell'uomo moderno, è il passato e il futuro del mondo. 'Democrazia' è il nuovo credo, ma dove il modello democratico è quello colonialista americano, allora dobbiamo avere la forza di ritrovare in noi e da noi la strada."
(Alessio B.)
-
Il tema dell'Europa è un luogo comune del neofolk, ma anche di certo Oi punk. Alcune band fanno leva su questo argomento in modo insulso, forse solo per attirare acquirenti: secondo te quali realtà musicali, del passato e del presente, sono riuscite ad esprimere al meglio il sentimento che canti in "Europa!"?
"Cantare l'Europa è un gesto dovuto: essere ispirati dalla grande madre è molto facile, non so dirti un pezzo in particolare, ma quando penso alla musica dell'Europa per l'Europa mi vengono in mente gli inni militari tedeschi, il coro dell'armata russa, i valzer di Schubert, le cavalcate di Wagner, Marlene Dietrich e Edith Piaf, Handel e Beethoven,Verdi e Mascagni... Tutti questi hanno messo un solido mattone nel muro della nostra conoscenza."
-
Spero che questo gran disco possa avere al più presto un seguito...
"Il seguito arriverà presto: lo studio 451 (lo studio di registrazione della Hau Ruck!/WKN, nda) accoglierà nuovamente Varunna la prossima primavera, come al solito molto spazio sarà lasciato all'improvvisazione..."
http://www.varunna.org/
http://www.hauruck.org/