06-11-2007
PHRAGMENTS
"The Burning World"
(The Eastern Front/Masterpiece)
Time: (44:30)
Rating : 7.5
Dopo tre intensi anni di autoproduzioni curate dalla propria label Construct.Destroy.Collective, il duo di Bratislava composto da Matej (musica) e Sonic(k) (responsabile dei visuals) torna con l'atteso secondo album "The Burning World", stavolta sotto l'egida dell'emergente label israeliana The Eastern Front (ormai a pieno titolo nuova importante realtà del settore). "Homo Homini Lvpvs", debutto sulla lunga distanza datato 2005, rappresentò un buon segnale in ambito neoclassic/industrial grazie alle sue atmosfere solenni e possenti in odore di Karjalan Sissit, In Slaughter Natives e The Protagonist, evidenziando buone capacità ed una certa dose di personalità. Negli ultimi due anni il duo slovacco deve sicuramente aver fatto tesoro degli insegnamenti portati dal tempo e dall'esperienza (anche in forma live), ed oggi, col nuovo lavoro, si ripresenta al pubblico con un sound più maturo, capace di catturare meglio le sensazioni ricercate ed in grado di offrire un songwriting più completo e personale, nonostante i ringraziamenti pubblici per l'ispirazione verso nomi quali Arcana, Pimentola, Stahlwerk9, Coph Nia, Karjalan Sissit ed altri ci stiano pressoché tutti... L'opera, mirabilmente confezionata in formato A5 a tre pannelli (e limitata a sole mille copie), si apre con le sontuose e cupe movenze industrial marziali e sferraglianti di "Non Serviam", per poi proiettare un forte senso di tensione con le atmosfere neoclassiche accompagnate da beat industriali di "Fireseed", appena prima degli oltre dieci minuti della minacciosa "Antichristos", oscuro passaggio diviso fra dark ambient ed industrial capace di spettrali inserti di piano e rabbiose sfuriate di puro rumore... Raggelanti le atmosfere evocate da "Ceremony Of Light", i cui suoni minacciosi proiettati su di un efficace tappeto industriale inducono a neri presagi, mentre torna ad emergere la vena neoclassica nella marzial/industriale "Song For The Burning World"; assolutamente da segnalare il distorto proclama/elogio al rumore (e soprattutto al compositore e pittore veneto Luigi Russolo, 1885-1947) dell'intensa "La Marches Des Machines", mentre il finale è lasciato alle trame oscure dell'atto conclusivo "Remember". Un ritorno sulle scene significativo per il duo slovacco, che ci appare ormai pronto ad entrare nel 'gotha' del neoclassico/industriale in virtù di un sound che, col tempo, è approdato ad un livello di songwriting decisamente apprezzabile. La chiave di volta è stata trovata: di qui in poi, è più che lecito per Phragments coltivare alte ambizioni.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.constructdestroy.com/
http://www.theeasternfront.org/