08-10-2016
PHILIPP MÜNCH
"Elysium"
(Ant-Zen)
Time: CD (62:31)
Rating : 7.5
"Nell'antica mitologia il termine 'elysium' indicava un aldilà, un posto felice e benedetto scelto dagli dei per i giusti e gli eroici. Se guardiamo da vicino la vita che viviamo realizzeremo che questo posto è già qui sulla Terra, ma per pochissimi. Un posto dove una minuscola percentuale della popolazione umana spende il proprio tempo in estasi, mentre il resto di noi è condannato permanentemente ad una vita di lotta e conflitto.". Questa la visione, distopica quanto tristemente realistica, dalla quale - come recitano le note ufficiali - il navigato musicista tedesco (già arcinoto per una miriade di progetti, in primis The Rorschach Garden, Synapscape e Cell Auto Mata) è partito per creare la sua quarta fatica solista sulla lunga distanza. Se il taglio electropop e retrò dei Rorschach Garden ha lasciato qualche strascico anche nel percorso solista di Philipp (in questo caso la scura e fascinosa opener "Temperature Drop"), la tendenza generale si mantiene comunque aderente a quel suono più ampio ed industriale già sfoggiato nelle prove precedenti, con puntate verso territori più danceable (l'ossessiva "Is It You?" e la title-track, più minimale e club-friendly). Quando i clangori cedono il passo è il groove a farsi sentire (l'ossessiva "Ars Moriendi" e la più algida e didascalica "Scanner"), ma è la parte centrale dell'opera ad imporre la sua carica industrial: nei suoi 16 minuti "Fighting Back" sa essere opprimente, disturbante e cerebrale prima di un finale EBM, laddove la distorta "Hard Working Man" si presenta più lasciva e tagliente, prima di una "Alone In The Desert" i cui minacciosi riverberi coadiuvano il consistente taglio da soundtrack. Bene anche il finale, con "Oh Sweet Joy" che passa da controtempi cervellotici ad una linearità smaccatamente 'easy', mentre la conclusiva "Surveillance Of The Fittest" torna a graffiare con fare ruvido e distorto. Un lavoro degno del suo illustre creatore, esperto manipolatore di macchine che non ha mai avuto paura di misurarsi coi generi e di spaziare a proprio piacimento all'interno di essi, contribuendo a ridefinire i confini della creatività di stampo elettronico. Ennesima conferma per chi ha sempre seguito col dovuto interesse e rispetto la carriera di Münch.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/philippmuench.de/