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Room 102

16-12-2013

STEREOMOTION

"Days Of Faith"

Cover STEREOMOTION

(Danse Macabre)

Time: (54:09)

Rating : 7.5

L'anno della svolta per l'act tedesco è stato senza dubbio il 2009: l'ingresso del tastierista Christian Coburger al fianco del frontman - e sino ad allora unico membro - Florian Jäger, il passaggio dalla E-noxe alla più titolata Danse Macabre e, soprattutto, un terzo album del calibro di "Sehn:Sucht", disco che ha segnato una svolta significativa nella carriera di un progetto ancora acerbo nei primi due lavori sulla lunga distanza. Quattro anni di attesa, intervallati dal remix-album "Stolz Und Demut" nel 2010, sono serviti a rafforzare l'intesa fra i due e a consolidare le buone basi gettate con "Sehn:Sucht", lavoro dove si intravedevano i primi esperimenti con vocals pulite dopo dei primordi nettamente harsh-oriented. Oggi il duo si ripresenta con un lavoro ancor più compatto e completo, dove la netta propensione all'EBM solida e melodica da club si fregia di una nuova raffinatezza, tanto sul piano compositivo quanto a livello di cura dei dettagli (esaltati dal mastering curato dal decano Bruno Kramm) e degli arrangiamenti. "Days Of Faith" funziona bene da cima a fondo, prologo ed epilogo inclusi, ed ancora una volta regala ampie porzioni di materiale in grado di ben figurare sul dancefloor, a partire dalla solida e incalzante title-track, dove subito si notano i grandi miglioramenti di un Florian finalmente in grado di giostrare al meglio un apporto vocale ora più clean, ora più ruvido e harsh, con i refrain a trarne grande beneficio. Ritmo e groove a volontà con frangenti ben riusciti quali l'incisiva "Divided", la tesa e drammatica "Leave It All Behind", l'agile e ben congegnata "The Voice Of Freedom" (dove riaffiora l'apporto della chitarra), la più melodica "In My Arms" e la dura "True Belief". Due o tre episodi non riescono a tenere il passo dei restanti brani, ma si elevano comunque sopra gli standard, mentre la più cadenzata e velenosa "Rebellion Of Dreams" e la mesta, drammatica electro-ballad "Unbreakable" dimostrano come il duo sia capace di una buona versatilità, nonostante certe godibili varianti vengano ancora poco sfruttate. Un act in netta crescita e con le carte in regola per proseguire in un'ascesa che, col tempo, potrebbe portare ad ottime cose: da seguire.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

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