12-06-2013
.COM/KILL
".com/kill"
(Accession Records)
Time: (40:13)
Rating : 7.5
Preceduto da una buona 'campagna introduttiva' atta a far circolare il monicker, esce ora il primo album dei .com/kill, duo composto da Adrian Hates e Gaun:A, che com'è noto sono rispettivamente il leader/frontman ed il chitarrista degli ormai imprescindibili Diary Of Dreams. Le note ufficiali sostengono che l'idea dietro a questo side-project (il primo nella storia dei Diary Of Dreams) risalga addirittura al 1996, e che la sempre crescente importanza acquisita nel tempo dal 'diario dei sogni' abbia permesso solo ora la concretizzazione delle idee del duo. Noi non sappiamo se questa sia la pura verità o se, viceversa, .com/kill sia stato tirato fuori come 'raccoglitore' per quel materiale inadatto ai Diary Of Dreams (o che semplicemente non ha trovato posto su certi album dello storico combo tedesco), ma alla luce dei risultati che una coppia così affiatata e navigata è in grado di ottenere, certi discorsi si possono tranquillamente sorvolare. Certo la voce di Adrian è un marchio di fabbrica così immediatamente riconoscibile da richiamare inevitabilmente e con forza i Diary Of Dreams, ed in generale il piglio più electro-oriented di .com/kill rimanda direttamente a quando la band-madre realizzava lavori indimenticabili come "One Of 18 Angels" e "Freak Perfume", con la chitarra quale elemento di contorno. Non deve quindi stupire il fatto che episodi più club-friendly come l'opener "Freaks Like Us" e "Machines", piuttosto che la più ruvida e al contempo melodica "Out Of Control", rimandino direttamente ai Diary Of Dreams, magari senza elevarsi al livello dei grandi classici, ma sicuramente in grado di ben figurare se fossero apparse su uno di quegli EP che la band era solita rilasciare a seguito degli album ("Panik Manifesto", "MenschFeind"). A parte questo, .com/kill tende a suonare più ruvido rispetto al 'diario dei sogni', come testimoniano frangenti quali la macchinosa e pesante ".com/kill One", la dura e nervosa "Das Blendwerk" o la muscolosa e rude - ma sempre con la giusta dose di classe - "Monster Divine"; bene anche il taglio da club di "Who:ah!", fornita di un buon impeto percussivo, e si lasciano apprezzare anche i toni più dimessi e dolenti della conclusiva "Knecht Der Lüge", anche se il vero picco del dischetto è rappresentato da "Still Die Gier", cupa e misteriosa song non lontana dalle atmosfere dei Diary Of Dreams, eppure esemplificativa della personalità di un progetto che dimora negli anfratti dove regnano desolazione ed abbandono (come testimonia l'eccellente lavoro fotografico del booklet). Completa il quadro il videoclip di "Monster Divine", con protagonista il malefico orso della copertina in un contesto che non lesina quanto ad ironia. Un side-project che rimane nel solco della band-madre, dove la classe e l'esperienza dei due artisti garantiscono un livello qualitativo (a partire dall'impeccabile produzione) che la maggior parte delle band là fuori può giusto sognarsi, e non è detto che chi non ama particolarmente i Diary Of Dreams non possa trovare nei .com/kill dei motivi d'interesse: in ogni caso, la qualità non è mai un aspetto secondario.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.accession-records.de/