23-05-2013
HARDWIRE
"Sedition:Reworx"
(Danse Macabre)
Time: (46:55)
Rating : 6
Un anno esatto dopo il secondo album ufficiale "Insurrection", che ha segnato il passaggio alla corte della tedesca Danse Macabre, il quartetto di Phoenix torna con questo EP di soli remix, tutti per brani del succitato follow-up. La rude e muscolosa macchina da guerra industrial-metal americana, dichiaratamente influenzata da nomi del calibro di Rammstein, Die Krupps, Nitzer Ebb, Ministry, Hanzel Und Gretyl, KMFDM e Fear Factory, recluta fra le fila dei puristi dell'EBM una serie di remixer chiamati a rielaborare le tracce del roccioso "Insurrection", per un EP di soli remix che ha il pregio di non eccedere nella durata, e se vogliamo il difetto di risultare sin troppo spartano nella confezione (vedi il 'booklet' a pagina singola). Detto che è proprio il quartetto dell'Arizona ad inaugurare l'EP, remixando sé stesso in "Plague", va rilevato come la scelta dei remixer abbia inevitabilmente portato ad un orientamento globale vicino all'EBM più scarna, diretta e muscolare, che ha spogliato quasi totalmente le rocciose e dure versioni originali della ruvidità della chitarra, spingendo verso un groove molto più fisico. Su questa linea procedono le riletture operate dai vari Blitzmaschine, Kreign, Autodafeh, Restricted Area, Darkmen ed Oldschool Union, oltre che la prova degli stessi Hardwire, mentre a svettare di gran lunga sul resto per originalità e creatività è la versione in chiave dubstep di "Taste Of Flesh" approntata dagli Spark!, non a caso uno degli act più eclettici della scena EBM europea. Bene anche il frenetico remix da club di Premeditated Light sempre per "Taste Of Flesh", mentre una delle cose migliori del dischetto ce la offre in chiusura Groupe T., rendendo "This Virus" una solida, groovy e incalzante bordata da club con tanto di ottimo break teso e sinfonico. Una release per soli completisti, avara di sussulti, ma col pregio di stemperare l'irruenza metallica delle versioni originali (non a livello vocale, ma adeguatamente per quanto attiene alla chitarra), fornendo una chiave di lettura più consona per quegli appassionati di EBM che dei riff di derivazione metal non vogliono neppure sentir parlare.
Roberto Alessandro Filippozzi
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