09-05-2013
ENDUSER /NEEDLE SHARING/THE TEKNOIST
"Enduser Shares Needles With The Teknoist"
(Ad Noiseam)
Time: (47:49)
Rating : 7.5
Ci siamo occupati degli ultimi lavori dell'inglese The Teknoist e dell'americano Enduser circa due-tre anni fa, all'epoca dell'uscita di "Trainwreck Magnetism" e dell'EP "1/3" rispettivamente. Entrambi fautori di un suono breakcore violento e urticante, i due progetti hanno deciso, insieme ai tedeschi Needle Sharing, di metter su uno split dal simpatico titolo di "Enduser Shares Needles With The Teknoist". In realtà i Needle Sharing non sono nuovi a collaborazioni del genere, visto che diversi anni fa pubblicarono "Tarmvred Shares Needles With Panacea", split diviso con Tarmvred e Panacea. Lo schema di "Enduser Shares Needles With The Teknoist" è assai semplice: ogni progetto partecipa con un pezzo originale più altri brani in cui vengono usati campionamenti presi dai pezzi degli altri progetti partecipanti. Un modo quindi di creare un disco fatto di condivisione, pratica oggi di gran moda sulla rete, che i nostri si divertono a trasferire in musica. Detto così il lavoro sembra una cosa asettica e programmata, dove lo spazio per la creatività è ridotto al lumicino. In realtà in "Enduser Shares Needles With The Teknoist" ci sono parecchi spunti di interesse. Innanzitutto la vis rumorista raggiunge spesso livelli parossistici, senza tuttavia scadere in una bassa dimostrazione di forza bruta. Un bell'esempio di questo è "Waking Upside Down" di Enduser, forte di un perfetto bilanciamento fra ruvidità e momenti di calma apparente che donano al pezzo un'aura quasi mistica. Anche Teknoist tende ad ammorbidire il proprio sound nell'incipit dell'iniziale "White Slavery", salvo scatenarsi in un baccanale techno tribale nel resto del pezzo. Stessa tecnica è usata dai Needle Sharing di "Whorenado", anche se qui la violenza risulta in una ritmica più destrutturata e spesso interrotta a favore di sprazzi atmosferici. "Enduser Shares Needles With The Teknoist" presenta quindi sia il lato già conosciuto dei tre progetti, sia delle novità sostanziali. In particolare il ricorso a ritmiche meno ottuse e più complesse, che in alcuni casi si addentrano nei territori IDM, risulta particolarmente piacevole e interessante, aprendo al contempo nuovi orizzonti per questi tre progetti.
Ferruccio Filippi