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Room 102

07-04-2013

FRONTIER GUARDS

"Interface"

Cover FRONTIER GUARDS

(Aliens Production/Signifier)

Time: (55:00)

Rating : 8

Ci sono voluti più di quattro anni per vedere il successore del debut "Predestination", ma è valsa la pena attendere così tanto, perché non ci eravamo affatto sbagliati nell'aver individuato nel combo della Repubblica Ceca tutte le qualità artistiche di un progetto in grado di regalare prove importanti. E finalmente, ancora una volta sotto l'egida dell'ottima label slovacca Aliens Production (stavolta in collaborazione con l'americana Signifier), il secondo capitolo della storia discografica di Martin Pavlík (musica) e Tomas Galle (visuals) irrompe sul mercato, nuovamente in una custodia mini-DVD e realizzato in soli 333 esemplari. Se quattro anni fa il duo ci aveva stupiti con una micidiale miscela di ricercata IDM con ampi spazi ambientali e la giusta dose di ruvidità industrial, stavolta è chiara l'intenzione di mantenere sì un impianto dai chiari tratti IDM, ma con la volontà di utilizzarne gli elementi per rileggere in una chiave innovativa e più ricca di spessore la forma-canzone, alla stregua di quei Disharmony che altri non sono se non i due gestori e proprietari della Aliens Production. Una via impervia e non certo facile, ma decisamente da percorrere per ridefinire anche i confini della stessa IDM, che già offre infinite possibilità in più rispetto ad altri filoni più irreggimentati della scena electro. E per fare questo, proprio come i colleghi Disharmony, i Nostri si avvalgono della voce, scegliendo per tale compito il frontman dei Depressive Disorder Patrik Lev (già con Martin e Tomas nel progetto H.E.E.L.). L'effetto collaterale di tale importante innesto si traduce in una diminuzione degli spazi ambientali, in favore di sonorità più vicine alla dark-electro e finanche a certe dinamiche EBM, ma sempre sfruttando tutte le possibilità - soprattutto ritmiche - che l'IDM offre, senza scordare il giusto apporto dell'abrasività industriale. Con l'aiuto di Patrik, autore di parti vocali sempre perfettamente calzanti, prendono dunque corpo tre fra i momenti migliori dell'opera: "Dark Age", che apre all'insegna di una minacciosa IDM marziale prima di virare verso la dark-electro; la misteriosa "Narrowest Path", capace di mirabili raffinatezze prima di farsi più intensa ed austera; e infine la macchinosa "Behind The Tunnel", particolarmente solida e tagliente. Il fascino di questi suoni così ricercati, di queste melodie così raffinate e cariche di atmosfera e di queste ritmiche così abilmente elaborate, complice una produzione nuovamente superlativa e tanta classe da parte di chi crea, non scema praticamente mai, dalla magniloquente opener "Four Ways" sino al conclusivo remix di Wyvern (anche co-autore del brano originale) per "Narrowest Path". È tuttavia impossibile non menzionare anche, fra le altre, song di assoluto pregio come "Doppelgänger", notturna e penetrante nel suo beatwork, o "Civitas Dei", coi suoi toni cupi che evolvono in un crescendo inquieto, o ancora "Cum Spiro Spero", che sfodera suoni davvero sublimi sino a farsi solida e martellante. Anche stavolta il cerchio si chiude con una traccia video, "Interface Pictures", che offre le suggestive immagini selezionate da Tomas per descrivere le architetture sonore della già citata "Civitas Dei". L'act ceco poteva andare sul sicuro e limitarsi a ripetere ciò che aveva già mostrato di saper fare magnificamente, e invece si è ritagliato dei significativi spazi per giocare una mano importante e guardare oltre, iniziando ad applicare l'intelligenza dell'IDM per vestire di nuovo quegli stilemi chiusi da troppi paletti autoimposti: questa può essere decisamente la strada maestra per guardare al futuro, specie se col terzo album i Nostri vorranno giocare fino in fondo questa partita.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.dystopia.cz/

http://www.label.aliens.sk/