30-03-2013
IGORRR
"Halleluja"
(Ad Noiseam)
Time: (77:28)
Rating : 7.5
Circa tre anni fa avevamo lasciato Igorrr (al secolo il francese Gautier Serre) in preda ai propri demoni e incubi, che fuoriuscivano fra le righe dei pezzi che componevano il terzo album "Nostril", forse l'esperimento più pazzo, sconclusionato e originale degli ultimi dieci anni, dove convivevano musica classica, breakbeat, metal e quant'altro. Dopo tale disco, le attese per il seguito erano elevatissime e tutto sommato il Nostro non ci ha fatto attendere molto, considerando la cura maniacale che mette nel costruire il proprio suono. "Halleluja", va subito detto, non tradisce le aspettative. La formula sembra semplice: si parte da una base di musica classica con tanto di soprano, la si movimenta con un po' di ritmica elettronica e si violenta il tutto con immani scariche di death metal. Semplice a dirsi, meno a farsi, visto che gli universi sonori prima citati sono spesso incompatibili fra loro. Incompatibili per molti ma non per Mr. Gautier, che sembra possedere la bacchetta magica per far convivere assieme i generi più disparati. "Halleluja" conferma quanto già evidenziato in "Nostril": la vena iconoclasta dell'autore risalta già a partire dalla copertina, che rappresenta una folla di personaggi deformi (alla maniera di Pieter Bruegel il Vecchio) che omaggia un Papa obeso e ripugnante. Parlare dei singoli brani è impresa ardua se non addirittura impossibile, vista la miriade di spunti e influenze presenti in ogni singola traccia. Prendiamo "Absolute Psalm" per esempio, dove i canti religiosi e le atmosfere neoclassiche sono squassate da furiose incursioni elettroniche, o "Damaged Wig", dove il death metal incontra la musica classica e barocca. "Vegetable Soup" invece è una marcetta balcanica violentata da scosse metalliche ed elettroniche, mentre "Toothpaste" avanza in maniera sconclusionata, con una ritmica inconcepibile per ogni essere dotato di un minimo di logica. Ed è proprio la mancanza di logica che rende i dischi di Igorrr un qualcosa di unico e inclassificabile. Tuttavia la sua voglia di portare all'estremo tutte le istanze proposte, fa sì che alcuni brani diventino un mero esercizio di stile, che sfiora il manierismo. Ed è un peccato che le idee presenti nelle tracce vengano spesso affogate in questa sorta di autocelebrazione delle proprie capacità tecniche, peraltro indubbie. Si tratta però di un peccato veniale, che non inficia più di tanto un giudizio estremamente positivo su questo nuovo lavoro di una delle menti più originali dell'underground.
Ferruccio Filippi
http://www.myspace.com/igorrrrrrrrrr