26-01-2013
OYAARSS
"Smaida Greizi Nakamiba"
(Ad Noiseam)
Time: (57:45)
Rating : 7.5
La scorsa estate avevamo colto l'occasione per suggellare il successo della prolifica fucina electro/IDM Ad Noiseam con la recensione del disco di debutto di Oyaarss, vero nome Arvids Laivinieks, musicista originario della Lettonia sul quale l'etichetta berlinese ha puntato alto. Non è trascorsa neanche un'annata e il nome di Oyaarss riecheggia di nuovo tra le uscite principali della label. Questa volta la Ad Noiseam accetta una sfida più pericolosa da affrontare: ripubblicare con un nuovo package e un remastering il demo originario dell'artista baltico, dato alle stampe nel 2011. Laivinieks, che per l'occasione si è trasferito da Londra a Berlino, coadiuva l'apprezzamento dei fans acquisiti per strada regalando un lavoro di approfondimento che appare legato al percorso del buon "Bads". Galvanizzato dall'attività live e dal supporto dell'etichetta tedesca, questo nuovo full-lenght è l'esatta anticamera del sound che abbiamo potuto gustare nel lavoro di debutto. Il futuro sorride di traverso, come recita il titolo ancora una volta in lettone, e sarà per questo che Oyaarss preferisce non rischiare con del nuovo materiale, magari più evoluto, e riciclare un capitolo del passato che sarebbe potuto andare perduto. Un'ottima idea, se si considera che questo dischetto di nemmeno un'ora scorre sulla piastra proprio come il suo successore. Anzi, la proposta musicale sembra quasi più ricca, sconfinando in territori IDM più canonici, infarcendosi di dubstep acida ed esistenzialista ed evitando banali sfoghi industriali. Questo lavoro presenta un Oyaarss tutt'altro che embrionale. C'è spazio sempre per le atmosfere misantrope e distopiche (Arvids è cresciuto leggendo Orwell, Stanislav Lem, Huxley e il nobel norvegese Knut Hansum), ma la claustrofobia si tinge di un'estetica orchestrale e addirittura si chiama in causa il pianoforte classico (un'accattivante improvvisazione quella di "Music Of Irrelevant Changes", apoteosi dell'intero lavoro). A braccetto con brani anche un po' ripetitivi se confrontati all'uscita precedente (la discreta "Be Not Afraid"), ecco arrangiamenti classici ("Scrap", commistione tra droning e strumenti ad archi) o gorgheggi orientaleggianti, come in "The Hunger Am I". Proprio il caso di dire che sia Oyaarss che la Ad Noiseam non vogliono far passare inosservata quest'uscita, ma venderla come un obbligatorio approfondimento, in grado anche di conquistare nuovi fans, vista l'eterogeneità che accusavamo mancare in "Bads". Oyaarss è a tutti gli effetti un nome di punta della label germanica, e questo nuovo disco, per quanto di composizione antecedente, è addirittura superiore al precedente. Le carte in regola ci sono per fargli spazio nella collezione.
Max Firinu