13-10-2012
NEXUS KENOSIS
"Elsewhen"
(Progress Productions)
Time: (45:13)
Rating : 7
Di certo il lavoro di Henrik Nordvargr Björkk significa molto per gli appassionati di dark ambient ed industrial: questo per via delle gesta dei fondamentali Mz. 412 e di Folkstorm in primis, nonché della moltitudine di altri progetti del sottobosco più oscuro a cui l'artista svedese ha dato forma in oltre vent'anni di carriera. Björkk militò anche nelle fila dei Pouppée Fabrikk, act che pubblicò diverse cose fra la fine degli anni '80 e l'inizio del nuovo millennio: senza dubbio il progetto più vicino all'EBM cui il Nostro abbia mai preso parte, soprattutto coi primi album "Rage" e "Portent", prima dell'eccessivo imbastardimento con chitarre (e crudezza) ai confini del metal. Ora Henrik debutta - assieme ad un 'collettivo artistico svedese' composto di altri tre soggetti - con questo nuovo progetto che in parte riprende il discorso EBM che fu dei Pouppée Fabrikk, filtrandolo però attraverso un'ottica maggiormente aderente ad un DNA rumoroso e industriale come quello di Mr. Nordvargr. Se produzione, incastro dei samples ed arrangiamenti rimandano direttamente all'EBM della seconda metà degli anni '80 (immediato il riferimento agli Skinny Puppy), a conti fatti solo l'opener "Future Divided", "The Fire Solenoid #1" ed "Awaiting Salvation" aderiscono a quei canoni di fisicità muscolare ed ossessiva propri della electro body music... C'è più varietà in chiave industriale in "Elsewhen", e non è difficile imbattersi in momenti cervellotici, distorti, macchinosi e ruvidi ("The Third Arrival", "Nekro Nekton"), col culmine dell'inquietudine immortalato dalla malvagia, sferragliante e marzialoide "Temporal", verosimilmente il brano più lacerante dell'intero lavoro. Le vocals, filtratissime e distorte ad arte per ferire come lame, marchiano a fuoco gran parte dell'opera, che nella sua completezza e compattezza non manca di contrapporre un frangente particolarmente nervoso come "Gestalt" ad una pregevole effusione IDM cosmico-ambientale di buon effetto come "Third Eye Wide Open Blind". Senza dubbio le novità vanno cercate altrove, ma la penetrante efficacia che è propria dei vecchi leoni dell'elettronica alberga anche qui; un disco come questo, dove anche l'indecifrabile artwork rimanda ad un certo passato, va consigliato a chi l'EBM più industriale (quella realmente ibridata col rumore) l'ha conosciuta nel periodo aureo, e tuttavia più ad un estimatore degli Skinny Puppy che non a chi aveva apprezzato quei Pouppée Fabrikk cui Björkk è storicamente legato. Magari non futuribile, ma neppure pretestuosamente anacronistico.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.progress-productions.com/