21-05-2012
GUILT TRIP
"Feed The Fire"
(Complete Control Productions)
Time: (48:48)
Rating : 7.5
Nato al sorgere del nuovo millennio dalle ceneri dei Chirurgie Esthetique, il duo svedese ha avuto una carriera discontinua, pubblicando un paio di release tra il 2000 e l'anno successivo, per poi riaffacciarsi sul mercato solo nel 2009 col penultimo "Branded", sempre per quella By Revolting Art Productions verosimilmente gestita dagli stessi Guilt Trip. La connazionale Complete Control Productions, impegnata a dare il suo importante contributo alla favolosa scena electro svedese, non si è lasciata sfuggire l'occasione di mettere sotto contratto i Nostri, che tornano con 12 nuove canzoni, guardando sempre con affetto all'EBM dei ruggenti anni '90 da cui provengono e, come non nascondono le note ufficiali, alla scuola canadese (si citano Numb e Skinny Puppy, e noi ci sentiremmo di aggiungere i soliti Front Line Assembly). Coi Guilt Trip non possono mancare ritmo e groove in abbondanza, come rivela da subito la carismatica e frizzante opener "Headplate", ma la muscolare fisicità tutta EBM è ben presente anche in momenti come l'acida "Unite", la potente "Reset", "Fragments" e la rocciosa "Crack Up", tutte perfettamente in grado di sfinire i corpi sul dancefloor. Ottimi arrangiatori ed impeccabili esecutori, Magnus Nilsson e Karl Lindberg sanno giostrare bene i ritmi per variare il proprio songwriting, e forniscono prove convincenti anche con la più tesa e sofferta "Inanimate", capace di soluzioni eleganti e di atmosfere mirabili, e con la più scura e sinistra "Life Spit Love", ma in generale è la solidità a prevalere nel contesto globale, come ribadiscono sia la sinuosa e minacciosa "Eternal Return" che l'anthemica e cadenzata "Braptism". Una forte e gradita dose d'istrionismo, dei testi che non le mandano a dire in puro stile EBM, qualche azzeccato inserto/campionamento di chitarra (più qualche gustoso ammiccamento a soluzioni 'rock') ed una produzione che mette in pieno risalto la forza d'urto del duo sono ulteriori segnali di riuscita per questo atteso ritorno. È ora di prestare finalmente la dovuta attenzione ad una realtà fra le più sottovalutate del panorama svedese: le garanzie di credibilità, compattezza e concretezza evidenziate dal nuovo lavoro non lasciano spazio a dubbi di sorta, se queste sono le vostre sonorità.
Roberto Alessandro Filippozzi
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