10-03-2012
SPARK!
"Hela Din Värld"
(Progress Productions)
Time: (40:13)
Rating : 8
Un paio d'anni fa, recensendo il singolo "Genom Stormen" del duo svedese, avevamo visto nelle corde di Stefan Brorsson (voce) e Mattias Ziessow (musica) le capacità per approdare ad un album coi fiocchi. Sicuramente ci aspettavamo di dover attendere meno tempo, ma alla fine il nuovo full-length è arrivato, e non ha deluso le alte aspettative riposte in una delle band più interessanti del panorama old school ebm svedese ed europeo. La straordinaria abilità del duo nel fondere la primeva materia ebm con l'orecchiabilità del pop e delle sue melodie di facile presa l'avevamo già testata nel singolo di cui sopra con due tracce semplicemente eccellenti, peraltro riproposte nella snella scaletta dell'album in esame. Quello che travolge l'ascoltatore è la forza trascinante ed irresistibile del groove che i Nostri riescono a sprigionare, profuso a piene mani in episodi quali l'opener "Döden Och Jag", l'ancor più catchy e muscolare "Dom Kommer Tillbaka", o ancora una title-track ed una "Popkomplex" (anche questa già edita, segnatamente sulla terza compilation di casa Progress dello scorso anno) con una dotazione melodica micidiale. La vena ebm emerge poderosa in "Revolution 2.1", song di rara agilità che vanta l'ennesimo refrain da manuale: merito del carisma vocale di Stefan, che riesce a catturare con la sua energica e convincente performance, a dispetto dell'ostica (per i non svedesi) scelta della lingua madre. I toni più scuri ed ipnotici di "Hugg Det I Sten" rappresentano una variante ben messa in atto, mentre "Kärlekskarusell" è una buona presentazione del lato più pop e melodico di una band dal potenziale trasversale; il momento da incorniciare è però "Skål!", picco assoluto d'intensità (in un disco intensissimo) che si fregia di uno squisito taglio epico. Senza dubbio la qualità degli arrangiamenti è un'arma in più nelle mani dei Nostri, che non hanno paura di osare nei break strumentali, a costo di rispolverare il mitico moog per trovare la soluzione ideale, anche se la vera arma letale nelle mani di Spark! è l'indiscussa simpatia che l'impatto estremamente diretto di queste canzoni suscita già dal primissimo ascolto. Superfluo il conclusivo remix per la title-track, parte in causa nelle (poche e per lo più sorvolabili) note dolenti, cioè una lunghezza di soli 40 minuti, nell'arco dei quali stazionano la suddetta traccia e tre pezzi già noti ai cultori della band, col conteggio dei nuovi brani che si ferma dunque a quota sette... A parte questo, gli Spark! hanno ribadito di essere in grado di portare, tramite una serie di frizzanti canzoni mirabilmente congegnate e di estrema efficacia, una ventata di grande freschezza in una scena dove troppi scimmiottano in tutto e per tutto i soliti noti dei tempi d'oro della prima ondata ebm, e quelli che potrebbero andare oltre non osano, salvo rarissime eccezioni: onore al merito, suggerendo per l'immediato futuro qualche variante in più ed augurando al duo di continuare ad infrangere barriere senza mai arenarsi.
Roberto Alessandro Filippozzi
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