10-01-2012
HAUJOBB
"New World March"
(Tympanik Audio)
Time: CD 1 (53:32); CD 2 (55:55)
Rating : 8.5
E finalmente, ad otto anni dall'ultima fatica in studio "Vertical Theory", dopo l'EP introduttivo "Dead Market" esce il nuovo capitolo dello storico progetto del genio Daniel Myer e del suo fidato compagno d'avventure Dejan Samardzic. Un lavoro attesissimo, specie dopo che Myer è tornato a dar lustro al proprio nome donando nuovo vigore ai Covenant (nei quali è ormai entrato in pianta stabile), nonché per l'inaspettato quanto gradito passaggio ad un'etichetta in costante ascesa come l'eccellente Tympanik Audio. Una superba confezione digipak a sei pannelli racchiude l'eccelso booklet (indispensabile per seguire testi che hanno tutta l'aria di formare un concept atto a svegliare le coscienze circa i piani criminali del sedicente 'Nuovo Ordine Mondiale') ed i due dischetti: l'album regolare e quello di remix (con scaletta speculare al primo CD). Pionieri della seconda ondata electro-ebm degli anni '90, i tedeschi non hanno forse mai goduto della considerazione che realmente meritano, e questo perché non si sono mai ridotti a sfruttare facili soluzioni dal risultato garantito, preferendo sperimentare coi suoni e portando avanti un discorso di reale innovazione, ricerca e crescita artistica. Verosimilmente, anche un lavoro superiore come "New World March" non permetterà loro di scalzare dai riflettori per più di un giro certi marpioni del dancefloor, ma per artisti di questo calibro l'integrità e l'evoluzione vengono prima di tutto, ed in questo senso le altissime aspettative dei cultori non vengono minimamente deluse. Ancora una volta il duo ci propone un lavoro anni luce avanti a livello di produzione, soluzioni vocali (con la grandissima versatilità di Daniel - il cui lavoro impressiona per completezza ed incisività - che raggiunge nuove vette espressive), ricerca sonora, creatività e costruzione dei brani, coadiuvato in più parti da nomi di prestigio come Achim Färber (Project Pitchfork), Ben Lukas Boysen (Hecq), Andreas Meyer (Forma Tadre), Joakim Montelius (Covenant) etc., per un risultato finale che coniuga la forza espressiva e descrittiva delle migliori colonne sonore alle infinite possibilità di un'elettronica ad ampio raggio. Un'opera priva di cedimenti, completa nel senso più totalizzante del termine e così ricca di sfumature da non sembrare mai la stessa dopo ogni ascolto, con picchi di straordinaria caratura come l'apocalittica "Crossfire", la dirompente e danceable "Let's Drop Bombs", la più macchinosa, tesa e raffinata "Machine Drum", una "Soul Reader" che sfodera un piglio più vicino all'ebm (ma sempre con la classe innata che distingue il duo dalla concorrenza), una "Little World" che sprigiona fiumi di pathos, il già noto, celebrato ed ineccepibile singolo "Dead Market" e la title-track, soffuso momento di immane bellezza strutturale che incanta col suo crescendo d'intensità. Bene anche il disco di remix, che suona come una vera e propria 'versione alternativa' dell'album stesso, recando la medesima tracklist, coi vari brani rivisti nell'ottica dei remixer coinvolti (fra i quali figurano nomi del calibro di Dupont, Ah Cama-Sotz, Somatic Responses, This Morn' Omina etc...): un 'extra' che va ben oltre gli standard di operazioni analoghe, solitamente atte ad ampliare i contenuti senza offrire nulla di realmente rilevante. Tanta attesa può dirsi quindi ampiamente ripagata da un lavoro ancora una volta importante, offertoci da artisti di una categoria superiore che hanno l'innata capacità di ridisegnare, ad ogni uscita, i confini dell'elettronica a tinte scure: senza gente come loro, saremmo una vettura che non trova la strada per uscire dal parcheggio. Che il fato ce li preservi in salute.
Roberto Alessandro Filippozzi