17-11-2011
HAUJOBB
"Dead Market"
(Tympanik Audio)
Time: (41:06)
Rating : 7
Era dalla pubblicazione del remix-abum "Vertical Mixes", nel 2005, che un nome di prestigio ed importanza storica come Haujobb mancava dal mercato discografico. Nel frattempo Daniel Myer, leader e figura carismatica del longevo duo tedesco, ha portato avanti i suoi molti progetti (fra cui Destroid ed Architect), e come è noto si è unito con successo agli svedesi Covenant, accollandosi ulteriori onerosi - ma remunerativi - impegni. Ecco perché ci sono voluti ben sei anni per veder tornare sul mercato il longevo progetto, nella fattispecie con un succoso EP che è il preludio al nuovissimo full-length "New World March", lavoro che andrà a colmare un vuoto nella sezione 'album regolari' di Haujobb ormai lungo otto anni ("Vertical Theory" usciva nel 2003). Approdati alla corte dell'inarrestabile Tympanik (sebbene l'EP in esame esca anche in due ulteriori versioni per la Basic Unit Productions, vecchia label gestita da Myer e Wolfgang Thumbs che torna a vivere dopo 11 anni), Daniel ed il fidato compare Dejan Samardzic ci propongono ben sette versioni della title-track più un ulteriore inedito, per un totale di oltre 40 minuti di durata. "Dead Market" è un'ottima scelta per riallacciare il discorso dopo un disco di rara eleganza e di puro estro creativo come "Vertical Theory" (puntualmente amato solo dagli appassionati dell'elettronica più ricercata, fra cui buona parte del pubblico IDM): suoni nervosi ed industrialoidi cedono il passo ad un beat moderato ma incisivo, che conduce con classe e forza espressiva ad un refrain eccellente. Un buon singolo per chi ha da offrire tanto (anche a livello lirico, per chi vuole cogliere il forte messaggio lanciato), e non lascia che lo spessore musicale e concettuale venga compromesso da tentazioni easy-listening. Se la versione estesa è utile a sottolineare la caratura dei passaggi strumentali, il remix curato da The Horrorist si limita a dare un taglio più notturno al brano, laddove gli esordienti Exes infondono una dose extra di groove; meglio quello sinuoso, incalzante e dance-oriented a firma Nomenklatür, nettamente il più interessante dell'intero lotto, mentre era scontato attendersi qualcosa di più minimale e lineare dalla manipolazione a firma Absolute Body Control. Molto bene la ricostruzione curata da Paul Kendall, noto produttore e tecnico del suono (già al lavoro con Depeche Mode e Nitzer Ebb), anche autore del mixaggio del dischetto in esame: il suo lavoro evidenzia le pregiate strutture create da Haujobb, al quale viene conferita ulteriore solidità. Menzione finale per l'inedita "Letting The Demons Sleep": una song piacevolmente sofisticata come il duo ama rivelarsi, fra ritmi ubriacanti ed arrangiamenti estrosi, con quei suoni dal gusto 90s che nelle mani dei Nostri rivivono con stile e grande fascino. Haujobb mette sempre in campo un tasso qualitativo superiore a livello di suoni, idee e produzione, anche quando si tratta di uscite introduttive come questa, e chi apprezza le gesta del duo farà bene a non tralasciare l'EP in esame (anche se includere fra i remixer qualche nome di casa Tympanik avrebbe sicuramente giovato al risultato finale), aspettando ovviamente di affondare le mani nel piatto forte "New World March".
Roberto Alessandro Filippozzi