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Room 102

04-06-2011

X-FUSION

"Thorn In My Flesh"

Cover X-FUSION

(Scanner)

Time: (60:23)

Rating : 7.5

Definire esperto un musicista come il tedesco Jan Lehmkämper, mente unica dietro ad X-Fusion, suona quasi come un eufemismo, poiché il Nostro 'smanetta' con l'elettronica ormai dall'88, è divenuto non certo per caso uno dei più richiesti producer (specie per quanto concerne la fase del mastering) della scena electro oscura e, dall'esordio ufficiale "Dial D For Demons" del 2003, è oggi giunto al settimo album, sempre sotto l'egida della Scanner. A parte questo prezioso e nutrito bagaglio d'esperienza, a Jan va riconosciuta un'astuzia particolare nel combinare ritmi e melodie, oltre che un'efficacia insindacabile: elementi che rendono la sua harsh-electro intrigante e godibile, a differenza della marea di cloni e mestieranti che infesta la scena. X-Fusion non avrà impresso certo una radicale svolta al genere, ma si è costruito una sua credibilità a base di album solidi e ricchi delle caratteristiche ricercate sia dai club-maniacs che da quelli che l'harsh-electro se la godono nell'ascolto casalingo, mostrando tutta la furbizia che occorre applicare in certi casi. Il nuovo "Thorn In My Flesh" non sfugge alla regola e si allinea al sound affinato coi sei lavori precedenti, e la sua forza è quella di non presentare mai dei veri e propri filler, anche se poi ognuno avrà ovviamente i suoi momenti favoriti e quelli meno graditi (o magari questi ultimi saranno finiti fra le quattro tracce bonus dell'edizione digipak A5, limitata a 777 copie...). Come da copione la produzione risulta inappuntabile, perfetta per esaltare la grande abilità di Jan nel confezionare melodie mai scontate e sempre adatte al contesto evocato: ne beneficiano sia i momenti più animatamente danceable (la tagliente "Holy Grail", l'indiavolata e feroce scheggia "Easy To Hate" e due momenti di grande furbizia - che sarebbe arduo immaginare più club-oriented di così - come "Shadow Of Myself" e "Just A Scar") che i frangenti più cadenzati (il solidissimo mid-tempo "Stroke By Stroke", la pesante title-track, una "Second Sight" dal groove oscuro e la più furba ed acida "Odd One Out"), ma nell'economia dell'opera funzionano benissimo anche episodi più lavorati come l'ottimamente arrangiata "Divine Spite", l'eccellente intermezzo horror-marziale "Funeral Cortege" (con tanto di voce femminile di stampo lirico) e la pesante "Kalt", le cui superbe melodie chiudono la versione standard in nostro possesso. In una scena dove chi fa dischi 'safe' campa bene (Suicide Commando, Hocico), chi ha talento ed idee scompare nel nulla o ama latitare (The Retrosic, Interlace), chi osa andare oltre i soliti schemi si prende i pesci in faccia (:Wumpscut:) e chi copia i soliti noti senza avere un briciolo di talento (Centhron) gode di più visibilità di chi si è fatto la gavetta ed ha infine esordito alla grande (First Black Pope), Jan si è ritagliato un posto al sole con una sequela di lavori credibili, alla quale si unisce a pieno titolo anche "Thorn In My Flesh"; l'unica cosa che dispiace è il fatto che proprio da musicisti così abili vorremmo udire dei segnali di svolta, ma l'efficacia dei dischi firmati X-Fusion rimane fuori discussione, e tanto basta affinché, ancora una volta, gli standard (al ribasso) della scena harsh-electro vengano superati di netto.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.x-fusion.com/

http://www.darkdimensions.de/