21-05-2011
CHAINREACTOR
"Insomniac"
(Pro Noize)
Time: (63:23)
Rating : 7
Sono passati poco meno di due anni dall'uscita di "X-tinction", album di debutto del progetto del tedesco Jens Minor, e ancora ricordiamo con piacere l'efficacia delle scudisciate rhythmic industrial contenute in quelle tracce, per un act capace al primo colpo di inserirsi al meglio in un roster che vanta nomi quotati come Xotox, SAM, Noisuf-X, [X]-RX e via dicendo... In un genere dove è arduo sia distinguersi che ancor di più fare breccia, Chainreactor è riuscito a lasciare subito un segno con la forza e l'incisività di canzoni travolgenti nel loro impeto (complice una produzione degna di nota, e difatti per il mastering è stato confermato anche stavolta l'onnipresente X-Fusion), alimentando al contempo grandi aspettative sia per quel pubblico che vive solo la realtà del club, sia per chi nel genere attende con ansia un act in grado di andare oltre i soliti schemi dell'industrial più ritmica. È corretto dire che Jens ha inteso dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, nel senso che di schegge distorte da club ne ha elargite in quantità, ma si è ritagliato anche qualche spazio per soluzioni più ardite. Ritmo e fisicità la fanno subito da padrone con "Störgeräusche", la più vorticosa "Der Wahre Alptraum" e l'ossessiva e stomping "Steigleitung Trocken", ma soprattutto con uno dei picchi del dischetto, ovvero la dura e penetrante "Locked In". "Pressure & Pain" e "The Missing Piece" dirigono le muscolari bassline su binari più ragionati e cadenzati, ma subito la title-track ripropone un ritmo serrato che non lascia scampo sulle piste; la prima concreta variazione arriva con "Misanthrop", oscura nei synth, forte di un beatwork meno 'dritto' e capace di delineare gelide atmosfere. Se "Dystopia" risulta perfettamente superflua nel suo piglio 'ignorante', altri buoni esperimenti si schiudono con l'oscura e più strutturata "Control", dapprima ossessiva e cerebrale, e poi capace di un impeto dance travolgente; decisamente più coraggiosa si rivela "Delusion", in grado di tratteggiare scenari horror in odore di soundtrack, per un risultato che ci dice come sia perfettamente lecito pretendere più varietà da chi dimostra di avere del potenziale inespresso, proprio come Jens. Quattro i remix posti in chiusura, nessuno dei quali particolarmente utile e/o sorprendente: prevedibilmente dance quelli firmati da Incubite ed [X]-RX, più cupo e quasi soffocato quello realizzato da Xotox, mentre l'operato di Organic Cage suona solamente fracassone e distorto oltre misura. Questo consueto 'annacquamento' finale (quasi un dictat in ambito electro) ed una minore efficacia dei frangenti club-oriented rispetto alle dancefloor-smasher del debut, uniti ad una sperimentazione sì positiva, ma relegata a pochissime tracce, fanno compiere un piccolo passo indietro a Chainreactor, che se da un lato non delude le piste, dall'altro non esplora a dovere soluzioni che potrebbero aprirgli nuove porte, specie in chiave di ascolto casalingo. A questo punto sarà decisamente interessante attendere il fatidico terzo album: quello dal quale ci aspettiamo sempre, a ragion veduta, la definitiva maturazione del suo/suoi artefice/i.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/chainreactorxxx