Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 102

07-05-2011

DIE SEKTOR

"Applied Structure In A Void"

Cover DIE SEKTOR

(NoiTekk/Audioglobe)

Time: (67:49)

Rating : 7.5

Per trovare tracce concrete del quartetto di Atlanta bisogna tornare indietro di quasi cinque anni, quando nell'estate del 2006 la NoiTekk dava alle stampe il full-length di debutto "To Be Fed Upon". Quel primo passo ufficiale aveva messo in luce la violenza del sound harsh-EBM del combo americano, per molti versi affine agli Hocico (quando non addirittura più efferata), in un contesto fortunatamente non avaro di varianti ben esplicate: chiari segnali di capacità superiori alla media, nonostante l'opera in sé non aggiungesse nulla di nuovo al genere. Se era legittimo nutrire delle aspettative, la scelta di prendersi tutto il tempo necessario per tornare con un lavoro che riuscisse a soddisfarle è stata sicuramente positiva, avendo anche favorito il siluramento di un vocalist - John Gerteisen - dall'ugola sicuramente spietata e dilaniante, ma eccessivamente in linea coi troppi act che affollano e confondono un panorama dato da anni per spacciato. A ciò si aggiunge il 'ritorno all'ovile' di Daniel Gant ed il saggio reclutamento di un singer ben più versatile e capace come Edwin Alter, raggiungendo così un assetto ideale per permettere a Die Sektor di spiccare finalmente il volo, anche a livello di suono, stavolta molto più curato ed efficace (grazie anche al mastering di un esperto del calibro di Brian Gardner). L'ottima varietà di soluzioni rappresenta un importante punto di forza per una band che ha saputo staccarsi con stile dalla tipica harsh-EBM trita e ritrita, rimanendo comunque ben ancorata a canoni di durezza inequivocabili, come svela subito una fisicissima "Accelerant", che sfodera robuste soluzioni hard-techno altamente incalzanti. L'EBM come la intendono i rinnovati Die Sektor è scattante, groovy, muscolare e vorticosa: colpisce duro e scatena il corpo, fra impennate rabbiose che farebbero invidia a Combichrist, come evidenziano benissimo scure e pesanti schegge electro del calibro di "Heaven Sent - Hell Embraced", "Corpus Accido", una "First Murder After The Flood" dal velenoso impeto techno ed una "Divide To Dust" che si esalta nel bel refrain macchinoso a due voci. Come detto, l'ingresso in qualità di singer di Edwin Alter ha estremamente giovato all'intero sound, ed un uso meno esasperato delle vocals più ruvide e cattive, unito ad un positivo inserimento di cantati puliti, ha permesso varianti assai promettenti in chiave futura, come il ritornello dai toni pop-rock altamente catchy di "Bleed Till The Last Light Flickers". Una prova vocale più efficace e variegata, capace di approdare sempre a refrain interessanti e ben costruiti, che va a braccetto con un songwriting sempre più ispirato e ricco di sfumature, la cui sostanziale durezza viene ribadita con forza dalla cadenzata e pesante "Fall To The Noise" e dalla malata e nervosa "In His Mercy All Will Perish". Anche le piacevoli intuizioni melodiche ed atmosferiche del debut vengono ampliate, segnatamente con momenti mirabilmente arrangiati come la filmica e sperimentale "Dissector", una pacata "Death At First Light" che rivela ampie tracce IDM e, soprattutto, un gioiellino del calibro di "Infernal", le cui trame eteree sfociano in un crescendo ritmico/sonoro di rara intensità. Pregevoli anche i due remix posti in chiusura: dirompente e danceable quello di Detroit Diesel per "Corpus Accido", malato e orrorifico quello elaborato da vProjekt per "Accelerant". Un segnale di crescita importante e significativo da parte di una band che ha saputo aspettare il momento giusto, tornando con un album che elabora la durezza in chiave electro da punti di vista differenti e molto più avvincenti, mettendo in campo un range di soluzioni così ampio e ben contestualizzato da far invidia ai nomi più quotati della scena: pollice in alto.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/diesektor

http://www.myspace.com/noitekk