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Room 102

18-06-2011

KMFDM

Tempi duri

KMFDM

di Di Roberto Alessandro Filippozzi (foto: Ester Segarra)

Nell'introdurre questa lunga e piacevolissima chiacchierata col leader di una delle formazioni più importanti e longeve del panorama sonoro a noi caro, vorrei evitare di intessere cronistorie che probabilmente chi vorrà leggere queste righe già conoscerà bene, trattandosi di un 'pezzo da 90', appunto. Basti sapere che, a ben 25 anni dallo storico esordio con l'LP "What Do You Know Deutschland?", i capostipiti dell'ibridazione dell'EBM che ha partorito il figlio bastardo noto come 'rock industriale' sono stati capaci di creare la loro opera più dura, completa e compatta di sempre, emblematicamente intitolata "WTF?!", ossia "what the fuck?!", ossia "ma che cazzo?!". Ed ancora una volta i 'vecchi leoni' fanno mangiare la polvere alle nuove generazioni: la 'vecchia scuola' batte la 'preset generation' 3 a 0, senza storia. Questione di idee, di esperienza, di capacità, di sudore, lacrime e sangue. E questo è quanto. Ciò su cui vorrei indugiare è piuttosto la bella sensazione lasciatami dalla chiacchierata con Sascha Konietzko, o Käpt'n K se preferite. Quando sai che all'altro capo del telefono c'è un vero e proprio pezzo di storia (gloriosa) della scena, gli attimi prima li trascorri a chiederti se sarà una brava persona o se ti deluderà, magari rivelandosi addirittura uno stronzo (ed in qualche lustro di esperienza sul campo ne ho incontrato qualcuno, specie quando scrivevo di metal...). Ma poi l'intervista inizia, e già dalla prima risposta l'entusiasmo del mio interlocutore mi coinvolge: è chiaramente sereno e motivato, acuto nella sua analisi sociopolitica e nell'esposizione di fatti e sensazioni, mai banale e sempre pronto a fornire una delucidazione esauriente, con simpatia, cordialità e soprattutto l'umiltà che a certi newcomers manca di netto, pur non potendo certo vantare una carriera leggendaria come quella della band americana. Dalla natia Germania al trasferimento a titolo definitivo negli States, Sascha ha visto passare tantissima acqua sotto i ponti ed ha vissuto una carriera per molti versi straordinaria, commettendo errori ma tornando ogni volta più forte di prima, fra momenti di grande ispirazione e sano divertimento. Alla ricerca del successo, cui si è potuto e dovuto ambire quando il mercato lo permetteva, si è sostituita la volontà di non scendere mai più a compromessi, ed il risultato tangibile di ciò sta in un disco che ha già prenotato il suo posto nelle top 10 di fine anno. E se ancora non foste convinti se lanciarvi o meno nel suo acquisto, chissà che il seguente resoconto non vi tolga gli ultimi dubbi...

KMFDM

"È un mondo decisamente fottuto e diventa sempre più dura credere in alcunché, o credere che qualcosa di buono accadrà mai al punto da invertire infine la spirale discendente di consumismo, di sfacchinate senza ragione e, più di ogni altra cosa, della totale e completa distruzione del nostro ambiente, la cui conservazione è la radice stessa del supporto a tutte le forme di vita su questo pianeta..."
(Sascha Konietzko)

 

KMFDM

"Amo i fans dei KMFDM ed ho mostrato pubblicamente il mio apprezzamento nei loro confronti anche ai vecchi tempi, quando era molto più alla moda essere una 'rockstar', sbattersene del pubblico, sentirsi al di sopra dei comuni mortali e starsene nel backstage a prendere droghe, piuttosto che parlare con la gente che è venuta ed HA PAGATO per vedere il tuo show. Mi piace pensare di aver contraccambiato i miei fans..."
(Sascha Konietzko)

 

KMFDM

"Un'identità visuale unica, al fianco di quella sonora, è fra gli aspetti più importanti nei KMFDM. Essersi costruiti un pubblico attraverso anni di duro lavoro e costante presenza, aver sviluppato un'identità riconoscibile, essere un vero e proprio MARCHIO, un marchio di fabbrica, qualcosa che significhi, trasmetta, rappresenti i KMFDM. Un 'sigillo' di qualità, se vuoi..."
(Sascha Konietzko)

 

 

http://kmfdm.net/

http://www.dependent.de/