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Room 109

09-07-2023

HARUGAZ

"Aiwa Harugaz"

Cover HARUGAZ

(autoproduzione)

Time: CD (52:08)

Rating : 7.5

Debutto ufficiale per questo misterioso progetto tedesco, che pubblica in regime di autoproduzione il full-length d'esordio nelle 500 copie dell'elegante e graficamente suggestivo digipack a sei pannelli. Ed altrettanto suggestivo è il suono, forgiato con strumenti antichi e tradizionali - a corde e ad arco - per meglio interpretare l'antica tradizione nordic folk a cui l'album guarda con rispetto, passione e devozione, arricchendola con afflati ambient anch'essi d'inconfondibile respiro nordico. L'abbraccio tra ambient e folk acustico si compie sin dall'iniziale "Nehwawesti Ansu", che introduce quell'unico episodio più incline al tipico e malinconico respiro neofolk mitteleuropeo, "Götterhain", traccia in verità fin troppo simile nelle soluzioni a tante altre arrivateci dalle lande germaniche. Ma è solo un piccolo peccato d'ingenuità cui manca la scintilla in più, a seguito del quale l'album entra decisamente nel vivo, sfoderando il suo momento migliore con la title-track, intensa e suggestiva danza rituale dal groove ipnotico dalla quale emergono persino tratti di throat-singing. Il folk si fa più intimo e drammatico in "Wintersonnenwende", con grande pathos ed un bel finale a base di sognante dungeon synth, mentre l'intenso neofolk di "Frühling", con ospiti gli ottimi Steineiche, si mostra accorato e stentoreo e si completa con la bella voce di Sandy, in una riuscita coralità maschile-femminile. Il groove percussivo sospinge anche l'intenso folk antico di "Lodbrokarkvida", dalla quale emergono vocals più crude e sferzanti che ritroveremo - assieme ad altri tratti di throat-singing - anche nella seguente "Abecedarium Nordmannicum", nettamente più melodica e armoniosa nelle sue trame. Molto bene il dolce e passionale folk di "Wilde Rose", ben fornito di pregevoli cantati corali, mentre il finale, con "Hjuggu Ver Med Hjörvi", è all'insegna di un'altra intensa danza folk nordica di mirabile potenza, impreziosita da un oscuro e fascinoso break tutto da gustare. Un esordio assolutamente positivo, ben assortito nella scaletta, suggestivo nella strumentazione impiegata come nella resa audio: tutti segnali chiari di come Harugaz abbia i numeri necessari per ritagliarsi il proprio meritato spazio nella scena di riferimento, prendendosi il tempo necessario per preparare a dovere le prossime mosse discografiche e maturare esperienza, sulla scia dell'onestà intellettuale, della necessità di ricerca interiore e della sincera passione che trasudano da questo primo passo ufficiale. Da sentire.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://aiwaharugaz.bandcamp.com/

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