29-07-2021
CULT WITH NO NAME
"Nights In North Sentinel"
(Cwnn Music)
Time: CD (48:53)
Rating : 8.5
I più fini cultori delle forme più eleganti della cosiddetta "musica oscura" saranno indubbiamente legati al duo britannico formato dal cantante/tastierista Erik Stein e dal tastierista/pianista Jon Boux, che esordì nel lontano 2007 e che giunge ora al suo decimo album, a circa due anni dal precedente "Mediaburn". Realizzato dai due anche stavolta attraverso il proprio marchio e confezionato in un bel cartoncino fustellato comprendente poster coi testi, kit per costruirsi il jewel-case e link per ulteriore materiale in download, il nuovo lavoro del "culto senza nome" prosegue nel solco di quel particolare, educato, elegante ed appassionato discorso fra synthpop, downtempo, darkwave, ambient e musica classica che il duo ha sviluppato e rifinito nel corso degli anni (loro stessi, però, si definiscono curiosamente "post-punk electronic balladeers"), e che col passare delle uscite ha raggiunto sempre nuove vette di raffinatezza con autentica classe, poggiando via via sempre meno sull'apporto di quel piano comunque ancora importante nell'economia del sound di CWNN. Anche stavolta si rinnova la collaborazione con Kelli Ali, indimenticata singer nel primo e fortunato album degli Sneaker Pimps, ormai attiva ai cori nei lavori del duo sin dal 2012, ancora una volta pronta ad elevare la caratura dei dodici nuovi gioiellini creati dall'act londinese. Così avviene sin dall'iniziale "All Those Things I Admire", soffice e subito foriera di un refrain memorabile, e lo splendidamente bilanciato duetto vocale esalta anche la carismatica e suadente "Fight Or Flight", il ritmato ed arioso synthpop di "You're All You Ever Needed", la mesta melodia circense di "After The Storm" (in cui figura anche il violino di Blaine L. Reininger dei Tuxedomoon, storica band alla quale i CWNN sono strettamente legati, avendo finanche condiviso con loro un album), l'indole dance di "Home Again", la dolcezza neoclassica di "Bulletproof" e la perla "Cult With No Name", magnificamente drammatica e sublime nel suo enfatico ritornello. Ma non sono da meno i pezzi in cui non figura la Ali, ben guidati dalla voce del sempre bravo Erik, come il fascinoso e ritmato notturno "Noa's Arc", la downtempo radiosa ed appassionata di "The Automatic Day", una "(Some Things Are) Better In Groups" impeccabile e immediata che pare uscita proprio dal debut dei già citati Sneaker Pimps, quell'ariosa e ritmata "This Means War" che è forse l'unico vero punto di contatto odierno fra i nostri ed il post-punk ed il morbido atto finale "Ruins", quasi ambientale nelle sue movenze downtempo. Dodici splendidi brani in un lavoro mirabilmente congegnato, prodotto, arrangiato e curato in ogni dettaglio, che ci dice chiaramente come il duo sia letteralmente al top della propria forma, forte di un suono sì certosinamente rifinito ed ampiamente collaudato, ma capace di andare ogni volta un po' oltre con stile, classe e tenacia invidiabili.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.cultwithnoname.com/
https://cultwithnoname.bandcamp.com/