04-08-2017
JO QUAIL
"Five Incantations"
(autoproduzione)
Time: CD (42:57)
Rating : 8
Altro nome sul quale arriviamo ogni volta in ritardo è quello della violoncellista londinese Joanna Quail, tant'è che recensimmo il suo secondo album "Caldera" - uscito nel giugno 2014 - solo verso la fine dell'estate del 2015, così come soltanto ora ci occupiamo della sua terza fatica in studio, uscita nel marzo dello scorso anno. Ma il momento pare propizio per taluni importanti recuperi, soprattutto quando si tratta di lavori del livello di "Five Incantations", che colpisce già dalla magnifica confezione: un superbo digipack rigido con apertura a due ante in stile vetrinetta, con in copertina la suggestiva opera pittorica "Altar" per gentile concessione dell'artista George Percy. Nuovamente coadiuvata dall'abile produttore James Griffiths ma stavolta senza coinvolgere alcun ospite, Jo prosegue nel solco di un suono che esplora ed amplia le possibilità offerte dal violoncello, che con l'ausilio dei loop appositamente catturati (alla maniera dell'apprezzato violinista Matt Howden, sodale della stessa Jo nel progetto Rasp) crea una sovrapposizione di suoni paragonabile a quella di una piccola orchestra. Una tecnica padroneggiata ai massimi livelli dalla quotatissima artista britannica (tanto estrosa e poliedrica da riuscire a prestare con successo il proprio strumento ad un suono così duro e differente come quello dei Khost), che trova stavolta la giusta ispirazione nei quattro punti cardinali, cui si unisce un quinto aspetto: quello dello spirito. Sono dunque nati così i "cinque incantesimi" cui fa riferimento il titolo, ovvero altre cinque tracce in cui le superiori doti artistiche della Quail emergono ancora una volta con la massima forza sin dal principio: "White Salt Stag", elegante e intensa, apre infatti fra ombre di suono che si rincorrono su di un evocativo pattern etnico, schiudendo poi temi melodici davvero emozionanti. L'approccio sinfonico di "The Breathing Hand" è invece più ortodosso, anche nel pathos irradiato, mentre "Salamander" si muove su di un ritmo sottile ma pulsante con la giusta tensione emotiva, tra fluidi ricami ed energiche 'pennellate'. "Between Two Waves" torna invece a quelle movenze squisitamente ambientali già esibite in passato, virando poi verso temi melodici multisfaccettati e carichi di sentimento; chiude "Gold" (presente anche come bonus in un più snello 'radio edit' nella versione digitale del disco, assieme ad una traccia che accorpa in un'unica soluzione le cinque dell'edizione fisica), il cui ritmo sottilissimo accoglie le sontuose ed eleganti armonie del violoncello, fra arrangiamenti magistrali e vibranti risvolti elettrici. Un altro lavoro profondamente ispirato e di altissima caratura per la talentuosa musicista inglese, sulle cui qualità si può ormai scommettere ad occhi chiusi: "Five Incantations", oltre che per gli estimatori del suono del violoncello, è un disco imperdibile per chiunque apprezzi la ricerca strumentale di matrice sinfonica più ardita, sincera ed emotivamente coinvolgente.
Roberto Alessandro Filippozzi