12-02-2014
EMBRYOID
"Dead Cells"
(Advoxya)
Time: (75:49)
Rating : 6
Da quando nel 2010 ha posto definitivamente fine all'avventura degli Skoyz ed ha separato il proprio cammino da quello del collega Nicolas Ussel, il francese Stéphane Ayas ha dato ampio sfogo alla propria creatività dando vita a due act già piuttosto noti nel panorama martial-industrial come Auswalht e Liyr, entrambi con tre release ciascuno alle spalle. Ma quello verso le sonorità marziali e industriali non è stato un viaggio senza ritorno per il Nostro, che infatti già dal 2010 ha lavorato anche nelle vesti di Embryoid, nuovo progetto col quale torna sui passi compiuti dagli Skoyz, riprendendo idealmente il discorso da dove lo aveva lasciato col valido "Hologram" del 2006. E proprio come negli Skoyz, anche in Embryoid la materia dark-electro si anima di una fisicità danceable che rimanda all'EBM più solida: praticamente non si tira mai il fiato, visto che nei 12 brani (più quattro remix) di questo esordio ufficiale i bpm viaggiano sempre ad alti regimi, dalle fattezze prettamente introduttive dell'opener "Darklight" sino all'ossessività della conclusiva "Wonderland". Non tutti i brani funzionano a dovere, in particolare i frangenti dove la brutalità - in primis vocale - tende a tracimare (la title-track e "Harshlife"), ma il piglio incalzante che guida il songwriting trasuda una incessante energia che ben si sposa ai ricami melodici tipicamente dark-electro ed alle furiose vocals distorte di Stéphane, come dimostrano episodi ben riusciti quali la devastante "Death Is Mine", la tagliente "Desillusion", la scura "Pleasure Of Pain" e la cupa e feroce "Stupid Game". Mancano delle reali varianti, a meno che non si vogliano considerare tali la più allucinata "I Hate U" o la più accessibile "State Of Mind", ed anche i remix posti in coda all'opera (a cura di High Level Static, Stahlnebel & Black Selket, Dolls Of Pain e Larva) spingono più che mai verso l'impeto da club in tutto e per tutto. Ovviamente si fa sentire l'esperienza che di certo non difetta al Nostro, per un esordio sicuramente non al livello del succitato "Hologram" e dalla durata eccessiva, ma comunque positivo e con dei numeri da giocarsi sul dancefloor: se amate la dark-electro più fisica e spietata, troverete pane per i vostri denti.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/pages/Embryoid/171074746273840?fref=ts
http://www.advoxya-records.com/