19-06-2013
DROID SECTOR DECAY
"A Reflection Of Fear"
(Werkstatt Recordings)
Time: (59:08)
Rating : 6.5
Il progetto greco Droid Sector Decay, nato nella primavera del 2009, giunge alla terza prova sulla lunga distanza con questo "A Reflection Of Fear", rilasciato dalla Werkstatt Recordings nel formato CDr in sole 50 copie (7 delle quali in edizione box con t-shirt e flyer, già andate esaurite, mentre le altre 43 sono disponibili in un amatoriale jewel-case). Divenuto un duo solo dopo il precedente full-length "There Is No Light Over Devil's Land" (2011) con l'ingresso in formazione di Aubrey, l'act ellenico prosegue nella scia della vecchia scuola dark-electro/industrial/EBM, tenendo sempre come riferimento (anche a livello di tematiche sociopolitiche e sampling ad hoc) quei mitici anni '80 che sono nel cuore di chi ha già passato da un po' i trent'anni, con influenze dichiarate quali Front 242, Velvet Acid Christ, Vomito Negro, Clock Dva, Front Line Assembly, Project Pitchfork, Leather Strip, :Wumpscut:, Die Krupps, Nitzer Ebb, KMFDM e chi più ne ha più ne metta... Un solco che il duo ripercorre con convinzione e con una buona gamma di varianti, messe in atto lungo tutto l'arco dell'opera, che proprio al succitato :Wumpscut: 'ruba' la singer Aleta Welling (storica vocal-guest su molti lavori di Rudy Ratzinger) nell'algida e sontuosa opener "Prelude To Horror". I ruoli all'interno della band sono speculari, e la title-track è l'occasione per affiancare alla voce ruvida di Anton quella di Aubrey, in vero tutt'altro che impeccabile, ma comunque in linea con la freddezza delle strutture dark-electro, prima che il pezzo s'infiammi caricandosi di groove. Quando c'è bisogno di fisicità, il duo sfodera i muscoli con episodi quali la lasciva "Lust", il ballabile singolo "We Are The Cure" e l'altro (concitato) singolo pre-album "State Of Fear", mentre colpisce la durezza della spigolosa "Miss Sadistic", ma soprattutto quella di una "Satanico Pandemonium" capace di alternare sfuriate simil-metal e buone porzioni sinfoniche. Il richiamo al passato della scuola electro è palese nelle iniziali movenze coldwave di quella "Invisible Sun" che evolve poi in chiave dark-electro, ed in generale l'aderenza a quel periodo aureo cui i Nostri guardano con riverenza è garantita dalla freddezza dei suoni, in linea coi tempi che furono in tutto e per tutto. Proprio questi, però, reclamano maggior cura nel contesto di una produzione che necessita di più corposità, nitidezza e spessore, onde far risaltare quelle buone intuizioni che rendono interessante un songwriting versatile ma da limare. Sarà poi indispensabile dedicare molta più attenzione alle vocals ed alla loro resa per poter competere nella scena, ma sicuramente "A Reflection Of Fear" rappresenta tanto un passo in avanti rispetto ai precedenti lavori quanto una sorta di 'nuovo inizio' per quello che ormai non è più un solo-project. Su una cosa non vi sono dubbi: se siete legati alla scuola dark-electro ed EBM degli anni '80, coi Droid Sector Decay troverete pane per i vostri denti.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://droidsectordecay.bandcamp.com/
http://synthesizer.bandcamp.com/