12-06-2013
THE-PULSAR
"Transformation Of The Flight"
(Advoxya)
Time: (79:54)
Rating : 9
Il progetto The-Pulsar è stato messo in piedi nel '96 a San Pietroburgo dalle menti di Alexey Boytsov e Vladimir Sokoushin, eccezionali musicisti fortemente ispirati dalle radici dell'EBM più classica, vale a dire Front 242, ma soprattutto Front Line Assembly. Data la loro impronta retrò e lo scarso interesse del popolo russo per la musica elettronica più oscura, i The-Pulsar hanno purtroppo sofferto l'oblio fino al 2005, senza però rilasciare interessanti lavori, come il demo "Universe", il full-lenght "Revolution" e l'EP "When Your Body Die". È con quella piccola gemma a titolo "Awakening" che nel 2005 il duo (divenuto nel frattempo un trio) raggiunge finalmente una certa popolarità, primo album sotto l'egida di quella Advoyxa che ancor oggi offre asilo ai Nostri. Si alterna così una carriera in studio a quella concertistica, con svariate aggiunte e cambi nella line-up, accompagnando sui palchi realtà come Haujobb o Wavefall. Forse il motivo per cui il pubblico ci ha messo tanto ad accorgersi di questa esemplare band è stata la (improbabile) somiglianza con Bill Leeb e soci, che soprattutto in un disco come il già citato "Awakening" lasciava l'amaro in bocca. Nulla di male, però, quando si prosegue nel solco dei geni, perché può capitare che un giorno la maturazione arrivi con un disco inaspettato, rivoluzionario a tal punto da brillare di luce propria. Questo splendido "Transformation Of The Flight" ha visto la luce lo scorso autunno, ed è un peccato celebrarne la grandezza solo ora. Meglio tardi che mai, però, per assistere alla consacrazione di un gruppo che probabilmente potrebbe non avere più eguali. L'album è stato registrato negli ultimi quattro anni e ha rilanciato la band anche sul versante live. La formazione del disco vede i due artisti russi accompagnati da Valentina Vekshina, ma al momento la line-up ha subito nuovi cicli, con l'arrivo di Alexander Nevsky alle chitarre. Quattro duri lunghi anni di lavoro e una carriera che ha faticato a decollare, ma alla fine The-Pulsar entrano nell'Olimpo degli Dei con questa pietra miliare. Evolutisi verso lidi atmosferici mai raggiunti da molti altri, scrollandosi di dosso le somiglianze con le vecchie glorie del passato, The-Pulsar passano come una cometa accecante. Un lavoro piuttosto lungo, ma coinvolgente ed estatico. Oltre al bellissimo e caustico singolo "Take A Step", non esiste un solo punto morto nell'intero platter. La sezione ritmica si fa incombente e apocalittica, seppur sempre cadenzata, a inseguire i lidi psichedelici dei synth. Influenze rumoriste ed anche mainstream, ma composte e piazzate alla perfezione. In "Listen To Me, Wind" c'è addirittura un sentore orientaleggiante, a cavallo tra Europa e Asia come l'Unione Sovietica è stata nella storia. "Time Is Healing" ripercorre la strada degli In Strict Confidence più ritmati, che ci deliziarono con "Mistrust The Angels" o "Love Kills!". "Soul" e "Once Again" dimostrano un'apertura al trip-hop inglese, ma distaccando largamente le ultime prove dei Massive Attack. A parte forse l'eccessiva lunghezza non esiste un difetto per questo emblema della musica elettronica, e la non facile reperibilità dei dischi della band non deve comunque essere la scusante per cui simili lavori passino inosservati. La prova sicura che l'EBM può dire ancora qualcosa a chi vedeva nella sua débacle un fatto positivo. Il suo trionfo si chiama invece The-Pulsar, e sarà doppio se farete spazio nella vostra collezione a questo pezzo pregiatissimo. Ineccepibili.
Max Firinu
http://www.advoxya-records.com/