09-05-2013
PYRROLINE
"Ruins Outlast"
(Electro Aggression Records)
Time: (76:05)
Rating : 6
L'esordio del duo di Stoccarda (l'autoprodotto "Behind The Horizon") risale al 2010, ma in realtà avevamo già conosciuto Arnte e la sua dolce metà Schmoun nel 2007, quando col vecchio monicker Nordschlacht pubblicarono l'unico album "Silence, Beauty And Cruelty" per la ormai defunta Klangdynamik. Le coordinate sonore della nuova incarnazione Pyrroline restano le medesime, ossia una dark-electro/industrial in linea con i dettami dei primi 90s, e quindi legata a nomi come Leæther Strip, Evils Toy etc., nonché a quel vecchio hardware che mantiene il suono aderente al periodo cui il duo guarda con affetto e riverenza. Senza dubbio negli ultimi sei anni la coppia è progredita in termini di affinamento delle proprie peculiarità, come già dimostrato dal primo capitolo a firma Pyrroline, ma non è riuscita a liberarsi di quelle lacune che si trascina dietro sin dal lavoro pubblicato come Nordschlacht: parliamo di sonorità fin troppo in linea coi tempi che furono, che non solo faticano a sviluppare soluzioni capaci di rileggere con successo quei dettami, ma difettano di una fisicità che una volta tanto non avrebbe guastato, visto che né le melodie né le vocals distorte ed effettate di Arnte riescono ad imporsi con reale efficacia. Ancora una volta, poi, la mole di materiale appare eccessiva e pesante, coi due remix conclusivi (firmati da Red+Test e Jihad) perfettamente superflui e con una sequenza di 13 brani originali che andrebbe sfoltita di almeno 2-3 episodi. Non meno problemi in termini di riuscita li crea finanche la durata dei pezzi, talvolta troppo prolissi e bisognosi di un editing che ne esalti i tratti, anziché annacquarne le peculiarità. Tuttavia è giusto sottolineare come il duo abbia se non altro imparato bene la lezione, col limite di ripeterla tale e quale senza picchi memorabili, ma non senza confezionare qualche momento apprezzabile, come la buona opener "Disobedience", la più martellante e raffinata "Effulgent", la cadenzata e sofferta "Precious Time" (scritta da Michael Renfield dei Noise Process), una "The Enclave" dal taglio epico/drammatico, la più ariosa, ritmata e diretta "Ruins Outlast - Cultures Fall", la pacata e sontuosa "Incomplete" (dove la voce della graziosa Schmoun funziona meglio rispetto alla prova opaca offerta in "Again") e l'inattesa cover dei poco noti colleghi The Holocaust Humanity "Only Living" (anche questa cantata da Schmoun). Senza dubbio il duo sa come maneggiare determinate sonorità, e raggiunge di mestiere la sufficienza, ma già dalla prossima prova serviranno molti più muscoli, estro, varietà di soluzioni (sia ritmiche che melodiche) e creatività in generale per dar vita a qualcosa di più incisivo e realmente degno di nota.
Roberto Alessandro Filippozzi
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