30-04-2012
MINDLESS FAITH
"Just Defy"
(AlterCulture Records)
Time: (53:02)
Rating : 8
Ci sono voluti più di quattro anni per veder tornare sulle scene i fratelli di Baltimora, ma l'attesa è infine giunta al termine: concluso il sodalizio con la Dependent in Europa e con la Metropolis negli States, Chris 'Exeris' e Jason Sevanick tornano ad occuparsi attivamente della propria carriera pubblicando il quinto full-length "Just Defy" attraverso la loro AlterCulture Records, dando un bello scossone sia a chi li dava per dispersi che a chi sin qui non era stato in grado di apprezzarne a dovere le indubbie qualità. Archiviata parte dell'eclettismo che caratterizzava il precedente "Medication For The Misinformed" e recuperata l'ispirazione di "Momentum" (2004), i due, coadiuvati da un piccolo ma significativo gruppo di collaboratori più o meno usuali, convogliano i propri sforzi in un songwriting di rara compattezza, forza e completezza, restando sì ancorati a quella scuola nordamericana che ha magistralmente ibridato l'ebm con le chitarre distorte, ma con grande personalità e sempre ben lontani da quella mera emulazione che un vero artista ha il dovere di rifuggire. Carisma, groove e forza sono qualità che risplendono quando una produzione rocciosa e ben definita come quella di cui gode "Just Defy" permette di esaltare ogni dettaglio, e di pari passo viene sottolineata la maestria dei Nostri nel condurre ed arrangiare magistralmente brani perfettamente bilanciati fra impatto e classe esecutiva. Ispirati e solidi come non lo erano mai stati fino in fondo prima d'ora, i fratelli colpiscono nel segno sia con mid-tempos poderosi quali l'anthemica opener "The Thirst" e "Mutually Assured Destruction", sia con momenti capaci di infiammare il dancefloor come "Love Is A Dirty Word", l'irresistibile "Next To Last", la più diretta "Over The Fence" e l'intensa "You Don't Know". Guidati dalla voce dura e carismatica di Jason (superlativo sia nelle strofe che negli eccelsi refrain), dalle chitarre taglienti di MIndCage e dello stesso Jason e dal gran lavoro di tessitura elettronica di Chris, su basi ritmiche splendidamente corpose, i Nostri incendiano gli animi con una scheggia indiavolata e rabbiosa del calibro di "Corporatism", capace di annichilire per impatto frontale qualsiasi altro genere musicale e chiaro segnale di come i Nostri non mollino la presa coi loro potenti testi di dura condanna alla società odierna, come da tradizione ebm. La potenza di fuoco furoreggia in lungo e in largo, come testimoniano anche la pesante, macchinosa e solenne "No Saints Allowed", gioiello di immane fascino e sofferenza emotiva che è di diritto fra i momenti salienti dell'opera, ed il conclusivo pompatissimo 'Let Us Prey Mix' per "Vultures" (ripresa da "Manifest Destiny", album del 2000); la più tangibile dimostrazione di come i Mindless Faith siano di una classe superiore ce la dà però "Undone", dolente electro-ballad notturna cui pochi altri, se non i migliori nomi della scena, saprebbero replicare degnamente. C'è il rischio concreto che la band perda in visibilità senza nomi importanti come Dependent e Metropolis alle spalle, ma a chi non si accoda all'hype del momento e non si lascia stordire dagli strombazzamenti pubblicitari vogliamo dire che, oggi più che mai, i Mindless Faith rappresentano una garanzia di qualità (unita ad una grande esperienza) che pochi altri possono offrire nel medesimo ambito. Peccato per la veste grafica spartana, ma "Just Defy" è davvero un signor disco, senza dubbio uno dei più convincenti ascoltati da parecchio tempo a questa parte nel suo genere: se questi sono i suoni che prediligete, riservategli un posto nella vostra collezione.
Roberto Alessandro Filippozzi