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Room 102

06-11-2011

THE CHEMICAL SWEET KID

"Tears Of Pain"

Cover THE CHEMICAL SWEET KID

(Advoxya)

Time: (67:51)

Rating : 7

Sono passati poco più di due anni da quando parlammo del demo-CDr di questo solo-project francese guidato da Julien Muraioli, ed è il caso di dire che di acqua sotto i ponti, nel frattempo, ne è passata parecchia. Questo non solo perché il Nostro è riuscito a procacciarsi un contratto con una label sempre attiva come l'ungherese Advoxya, ma soprattutto perché, lavorando sodo, è riuscito a correggere - ripartendo proprio dalla ricostruzione di certi brani del demo - le pesanti lacune che minavano quella prima uscita ancora estremamente incerta. In soli due anni Julien ha raddrizzato la barra, tornando con un sound più definito, corposo e meglio prodotto, elevando di fatto il proprio livello in ogni senso e meritando l'agognato debutto ufficiale. Intendiamoci: "Tears Of Pain" non è un capolavoro, né diverrà mai una pietra miliare nel suo genere, ma il modo in cui oggi Julien riesce a costruire brani potenti e velenosi, sempre in bilico sulla sottile linea di confine tra dark-electro ed harsh-EBM (senza gli eccessi di quest'ultima, quanto piuttosto con certe sfumature che rimandano a tratti al :Wumpscut: di fine anni '90), riesce in larga parte a convincere, complice una performance vocale finalmente all'altezza della situazione. Proprio la voce, decisamente tagliente (ma molto più onesta e credibile di quelle iper-effettate e parossistiche di certe compagini harsh) e capace di interessanti ed istrioniche modulazioni in chiave orrorifica, si impone quale protagonista del dischetto, ben poggiata su strutture sicuramente non nuove, ma altamente dinamiche, intense e ricche di melodie accattivanti. Prevale il ritmo incalzante e la coinvolgente ossessività del medesimo, specie in momenti serrati e scattanti come "Human", "Six Feet Under", "Sad Truth", "No Longer" o "Ergo Sum", col picco di ferocia rappresentato dalla vorticosa e dura "Identity". Non molte le varianti, ed a parte una "Tears Of Blood" meno concitata e più calibrata per i club, i soli momenti più ragionati e/o cadenzati risultano essere "So Many Things" e "Face To Pain", ideali per mostrare il lato più 'sick' del songwriting dell'artista transalpino. Dopo il conclusivo 'deathfloor edit' di "Tears Of Blood" ed una serie di frammenti vuoti si approda alla traccia numero 26, e la sorpresa è che si tratta di una dirompente cover in (velenosa) salsa electro del mega-classico dei Rolling Stones "Paint It Black", che chiude un lavoro riuscito in termini d'intensità ed impatto. Un grande passo in avanti, e l'impressione è che Julien possa compierne di ulteriori e ben più decisivi, specie se sfrutterà le buone capacità acquisite per osare di più, connotando maggiormente i singoli brani in un contesto più ampio: aspettando fiduciosi ulteriori buone nuove, consigliamo almeno un ascolto a questo positivo debutto ufficiale.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/chemicalsweetkid

http://www.advoxya-records.com/