20-09-2011
MOBTHROW
"Mobthrow"
(Ad Noiseam)
Time: (48:40)
Rating : 8
Chiusa la Spectraliquid, etichetta fondata e condotta assieme a Kostas K. di Subheim, il greco Angelos Liaros approda alla corte della titolata Ad Noiseam per il debutto ufficiale sulla lunga distanza, che segue un EP ("Mutant Dubstep Vol. 3") risalente al 2009. Proprio come il connazionale e leader di Subheim, anche il producer e sound designer in questione sposta la propria base operativa, rilocalizzando Mobthrow in Olanda (Kostas ha invece optato per l'Inghilterra) e tornando ad essere compagno d'etichetta dell'amico e collaboratore, anch'esso passato sotto l'ala protettrice della label berlinese in occasione dell'ultimo, stupendo lavoro sulla lunga distanza. È grande l'esperienza che il Nostro ha maturato negli ultimi due anni, anche con lavori per software musicali e colonne sonore di corti e spot, ed il risultato di tale crescita artistica risulta evidente ascoltando le 11 tracce che compongono questo primo full-length. La base è sempre la dubstep, ma l'arma in più nelle mani di Liaros è un'innata capacità di plasmarla combinandovi suoni sempre intriganti, campionamenti abilmente manipolati ed arrangiamenti di grande effetto, mai superficiali o scontati, esaltati nel miglior modo possibile da una produzione davvero maiuscola. Ne scaturisce una scaletta adeguatamente eterogenea, marchiata da un feeling spesso e volentieri oscuro e sinistro, a partire dall'ottima "Rainwolf", il cui taglio etnico delle percussioni non può non ricordare proprio gli ultimi Subheim, evocati anche nella misteriosa "Night Riders", le cui mistiche atmosfere parlano da sole. "Deathnote" è un altro momento di grande spessore, con suoni favolosi ed un crescendo d'intensità ammirevole, ma è importante sottolineare come il Nostro sappia andare ben oltre il semplice concetto di dubstep, confezionando episodi come la più organica "Desert City Rising", capace di scorci jazz noir con tanto di sax, o l'eterea e sfuggente "The 3 Marks", non a caso marchiata dall'intervento vocale di Katja, singer di Subheim. Non mancano momenti di maggior solidità tipicamente dubstep, come "Angel Eyes" o una "Iron Tribal" che incalza e s'infiamma con fervore, e c'è spazio anche per una scheggia drum'n'bass come "Street Breakz", dove non faticherete a riconoscere un celebre campionamento. Un album di debutto che denota grande completezza, intensità, compattezza, personalità ed una maturità tecnica/compositiva fuori dal comune: Mobthrow è decisamente uno dei nomi su cui puntare fra le derive più oscure - e a noi affini - della dubstep, e le potenzialità espresse pongono solide basi per ulteriori importanti parabole evolutive. E c'è già un nuovo EP in uscita per la Mindtrick Records...
Roberto Alessandro Filippozzi