21-05-2011
GRAUSAME TÖCHTER
"Mein Eigentliches Element"
(Scanner)
Time: (57:44)
Rating : 7.5
Per una volta tanto, nel caso specifico del debutto ufficiale di Grausame Töchter, la minacciosa mistress agghindata a dovere che campeggia in copertina non è solo una modella che presta le sue virtù ad artwork ormai più noiosi che provocatori, bensì la vera e propria mente dietro al progetto tedesco. Trattasi di Aranea Peel, che nel 2009 ha dato vita a questo nuovo act per dare una forma artistica alle sue ossessioni personali, sfruttando un background che va da un'infanzia all'accademia di ballo di Stoccarda ad una predilezione per lesbismo e sadomasochismo, passando per gli anni della gioventù spesi al teatro regionale di Magdeburgo e per una forte passione per le canzoni degli anni '20. Musicalmente parlando, l'androgina e lasciva artista - che dal vivo si fa accompagnare da ben tre drummer, fra cui il fidato produttore Gregor Hennig - abbraccia EBM, electro-industrial e punk (gli elementi classici, evidenziati dalle note ufficiali, sono più che altro orpelli...) sfoggiando una buona varietà di soluzioni, magari non geniali o innovative, ma di certo ben sfruttate all'interno di canzoni estremamente funzionali per l'immaginario evocato a livello visivo. Un suono freddo, eppure capace di infiammarsi quando la situazione si scalda (il parallelo con le attività 'ricreative' della Peel appare scontato, ma rende l'idea), guidato da una voce istrionica, lasciva, severa e spigolosa (con l'idioma tedesco che ne accentua le asperità), subito sugli scudi nell'oscuro binomio d'apertura costituito dalla marziale e lugubre "Untergang" e dall'ossessiva e cupa "Mephisto". Se "Beleidigte Engel" contrappone ritmi pacati e suoni vintage ad un refrain duro e cantilenoso, "Bis Das Blu Fließt" spinge invece verso la dance più acida e sfrontata, laddove la dinamica e scattante "Freundin" svela fino in fondo il lato punk-oriented del songwriting di Aranea. Aleggia una certa onestà di fondo, anche nello sfruttare l'immaginario BDSM, che affranca la Nostra da ibridi artefatti e raffazzonati come i sopravvalutati Angelspit o dalle baracconate alla Umbra Et Imago, e lo dimostra bene una song come "Wie Eine Schlange", la cui tensione orrorifica poggia solidamente su carillon, recitati teatrali, inquietanti cantilene e suoni particolarmente foschi ed apocalittici; è tuttavia "Mein Messer", coi suoi quasi 12 minuti, a svelare appieno i due volti di Grausame Töchter, partendo da basi prossime ad una soundtrack di stampo horror per poi animarsi in chiave punk, prima che "Warum Nur?" regali un ultimo sussulto ai dancefloor (per i quali non manca il materiale) col suo ritmo serrato e dei graditi riflessi industrialoidi. Il pericolo è dunque scongiurato: sicuramente l'aspetto visivo gioca un ruolo molto importante nel concept di Grausame Töchter, verosimilmente addirittura fondamentale on stage (le indiscrezioni già 'minacciano' esperienze audiovisive indimenticabili, e non è difficile immaginare su cosa si farà leva negli spettacoli dal vivo, visto che la Peel non si è certo improvvisata mistress per l'occasione...), ma in questo variegato ed efficace debutto c'è anche e soprattutto sostanza ed un certo estro nel variare le soluzioni, e pure la produzione non è 'roba per signorine', tanto per intenderci. A nostro avviso ce n'è abbastanza per farsi tentare, ed anche per seguire con curiosità i prossimi sviluppi in studio del progetto.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/grausametoechter