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Room 102

23-04-2011

KMFDM

"WTF?!"

Cover KMFDM

(Dependent/Audioglobe)

Time: (45:20)

Rating : 8.5

Festeggiare i 25 anni dall'uscita del primo album (parliamo di "What Do You Know Deutschland?", rilasciato in formato LP nel 1986 dalla Z-Records) riuscendo a pubblicare, al contempo, non solo l'ennesima fatica sulla lunga distanza, ma anche e soprattutto uno degli episodi più completi e convincenti di un'intera carriera, alla stregua dei Front Line Assembly dell'ultimo eccellente "I.E.D.", non è davvero cosa da tutti, ed è un traguardo che i KMFDM tagliano con una sicurezza disarmante. E proprio come i Front Line Assembly, che col summenzionato album hanno realizzato uno dei loro lavori più duri in assoluto, anche Sascha Konietzko e soci giocano una mano pesante, caricando di una possanza granitica e metallica i nuovi brani e ribadendo, se ancora ce ne fosse bisogno, il proprio ruolo di capostipiti del suono industrial metal, ibrido sonoro che i KMFDM hanno plasmato per sé stessi e per le generazioni a venire, con nomi di successo del calibro di Rammstein, Marilyn Manson e Nine Inch Nails che sentitamente ringraziano, per un motivo o per l'altro. Dagli States abbracciati dopo l'addio alla natia Germania, Sascha continua a dirigere con successo la propria 'squadra d'assalto', sempre con al fianco la fidata singer Lucia Cifarelli ed una line-up compattissima, completata dal drummer Andy Selway, dal chitarrista Steve White e dal polistrumentista Jules Hodgson. Sembra quasi che il tempo non sia passato appena irrompe dalle casse il nuovo singolo "Krank": la traccia, oscura ed incisiva, si rivela particolarmente carica ed heavy, con le vocals taglienti di Sascha a completare il quadro di un brano che si guarda bene dallo strizzare l'occhio ad una fruizione ampia, ed anzi, evidenzia una cattiveria ed una 'fame' che le nuove leve possono solo sognarsi. È solo l'inizio di un lavoro che sa centrare il bersaglio da qualsiasi distanza ed angolazione, mettendo il know-how maturato in 27 anni di attività pienamente al servizio del mood desiderato: "Come On - Go Off" è in questo senso emblematica nella sua tensione, ed ancora svela un impatto di enorme durezza, esaltato dal ritmo incalzante e da un possente refrain corale. "Rebels In Control" mostra i muscoli all'interno di un irresistibile groove spigoloso, e colpisce la cattiveria di Lucia dietro al microfono, così sferzante da giocarsela con lo stesso Sascha quanto a forza d'urto. Se uno dei tratti distintivi dell'industrial metal è il groove, allora "Lynchmob" è una traccia emblematica per l'intero genere, con la sua durezza dalle cadenze laceranti e gli scuri break serpeggianti, magistralmente congegnati ed interpretati da un Sascha più istrionico che mai. La Cifarelli torna protagonista in "Take It Like A Man", song che sposta per un attimo il baricentro verso l'electropop: qui le vocals sono ovviamente più adatte al contesto, con la Nostra che riesce ad imprimere grande carisma tanto ai cantati quanto al superbo refrain. Non solo muscoli e rabbia, dunque, ma non si fa in tempo a dirlo che già tocca a "Vive La Mort!", ancora dominata dalla durezza e dal groove, ma capace di porre l'accento su uno degli aspetti che più fanno la differenza in favore dei KMFDM nei confronti della concorrenza, vecchia e nuova: l'intensità, qui impressa in ogni singolo frangente e con assoluta convinzione dei propri consolidatissimi mezzi. In un'altalena di emozioni e sensazioni, "Dystopia" sa partire suadente e raffinata ed incantare con la voce ammaliante di Lucia, per poi sfoggiare un soffio epico all'altezza del duro refrain, davvero da applausi; si presenta invece ben più umbratile e nervosa "Panzerfaust", che per molti rappresenterà una graditissima sorpresa, dal momento che la band ha scelto l'italiano per il testo di questo inquietante e particolare brano. Molto bene anche "Spectre" ed "Amnesia", entrambe marchiate dal dualismo vocale maschile/femminile all'altezza dei refrain, con la prima piacevolmente macchinosa e la seconda più accalorata, non senza tratti più rock-oriented; manca all'appello la sola "Death & Burial Of C.R.", purtroppo assente sul promo in nostro possesso. A parte questo dettaglio, quel che rimane è il dato oggettivo di un lavoro che denota l'impressionante stato di forma e di salute del songwriting di Konietzko e soci, affiatati come probabilmente mai lo erano stati in passato e pronti più che mai ad affrontare la nuova decade di una carriera che di certo brillerà ancora a lungo, rafforzando il mito KMFDM.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://kmfdm.net/

http://www.dependent.de/