21-05-2011
XOTOX
+ Blue Velvet + Shear Faith + Gigahearts
United Club, Torino, 02/04/2011
di Max Firinu
foto Max'el
Il ritorno in terreno italico del prolifico Andreas Davids coincide con un mite sabato sera primaverile torinese, in uno dei club simbolo dell'anima underground della città. Quello United Club, ex-Soundfactory, di corso Vigevano, in cui si alternano, a poca distanza l'una dall'altra, realtà musicali che abbracciano il maggior numero di scene possibili, con una certa preferenza per il punk/hardcore e il metal estremo. Questa sera, però, non solo il locale apre le porte per Xotox, realtà industrial-electro dalla caratura sempre encomiabile, ma è anche l'occasione nostrana per veder accompagnati sul palco altri interessanti nomi della scena cittadina.
Dopo un'accademica oretta di attesa, non per motivi organizzativi, ma solo per agevolare l'affluenza, col pubblico accompagnato già da qualche fresca birra spillata, aprono le danze i GIGAHEARTS, trio dalle solide basi elettriche. Un po' fuorvianti, un po' spiazzanti, vista la mole di suoni sintetici avvenire, ma l'onesta proposta rock/alternative sposa comunque una suadente forma poetica (assecondata dal cantato italiano) e una dimensione noise al passo coi tempi. Non è forse il contesto adatto per i tre, vittime di una ricercatezza fonica più dedita all'electro, ma perché comunque non applaudire ad un'esibizione che ha, perlomeno, 'scaldato' l'audience e ha magari anche conquistato qualche ascoltatore più tendente a una certa psichedelia chitarristica e siderale.
Le cose cambiano radicalmente, infatti, con l'ingresso del successivo gruppo. I trentini SHEAR FAITH mettono subito in chiaro le loro radici ibride, con una proposta harsh-EBM che smista aggressività estrema, sensualità femminile e arte visiva, con aleatorie proiezioni alle spalle del gruppo. Ma i brani del loro più recente "Philisophy" e del debutto "Endomorph" non guadagnano la giustizia meritata. I suoni, disgraziatamente a un volume troppo basso, ovattano e confondono i riff, le basi e gli intrecci vocali misti di Araknex Nexus e X.Trym. Lo stesso Andreas Davids storce il naso e, passeggiando nel locale, invita il fonico a rivedere le sue soluzioni. Troppo tardi, vista la breve esibizione concessa. Un peccato, perché lo stile del gruppo torinese fungeva quasi da ultima quiete prima della tempesta, con quei gorgheggi femminili accompagnati da un danzereccio muro sonoro.
Quando i BLUE VELVET sostituiscono i colleghi, ecco che si inizia a respirare quella tanto cara aria tipica dei locali di Lipsia durante il ricorrente Gotik-Treffen. Perfetto ensamble per introdurre poi in seguito gli Xotox: follie sonore, caos perpetuo ma domato, sudore sintetico, break-beats micidiali. Freschi dell'ottimo "Rotation", non si può chiedere di meglio a questa piccola grande realtà sotto la Mole che non fa prigionieri.
La volta degli XOTOX è così accolta al meglio, freschi (o meglio, belli 'riscaldati') dalla techno-body dei quattro torinesi. Il duo di Paderborn riparte dove eravamo rimasti. Una dose di electro/indusrtial sperimentale, un crescendo quasi catartico che a ogni brano, molti dal recente "Die Unruhe 2.0", richiama l'intero pubblico del club, anche quello che in precedenza ingannava il tempo, in attesa esclusiva dell'act tedesco. La serata si chiude quindi con un'esibizione impeccabile, una risposta dell'audience più che coinvolgente e quel fascino ambiguo che solo la scena electro riesce a regalare. Durante l'aftershow a cura di Lesley, Max'el ed Egodrom, non si può non fare a meno di ringraziare Electronation e Ascension, organizzatori impavidi che mai negheranno, anche in periodi di crisi musicale, grandi esperienze live nella nostra città.