da ouroboros » ven mar 11, 2011 5:44 pm
HAUTVILLE BIO:
Esperienze musicali diverse danno vita nel 2006 in Lucania al Progetto Hautville; ci lega la concezione della musica intesa come
Vocazione, la stessa volontà di essere distanti dal dilagante usa e getta del moderno mercato musicale. Viviamo nell’era del progresso tecnologico che progressivamente ci sta portando verso la distruzione. Gli uomini sono schiavi dei loro bisogni e dei loro consumi; devozione, sentimentalismo e materialismo la razione quotidiana di cibo che permette loro di sonnecchiare in pace. In questo triste
scenario il nostro Compito è quello di utilizzare la musica come veicolo di idee che non traggono la loro origine dalla vita comune;
sono idee eterne e immutabili la cui essenza, in tempi e luoghi diversi, si è manifestata in varie forme esteriori da cui la nostra epoca di
caos si è distaccata completamente. Consideriamo la scena musicale Neo- Folk come punto di riferimento, senza però volerci
vincolare ai canoni del genere; riteniamo tuttavia che in quest’ambito sia possibile ritrovare, più che altrove, una comune
Weltanschauung, che ne supera le scelte stilistiche particolari. La nostra musica è prevalentemente acustica e guarda anche alla
tradizione musicale della nostra terra, ma siamo consapevoli di trovarci di fronte ad una tradizione che si è bruscamente interrotta con
la fine della civiltà contadina. I suoni del passato ritornano nei nostri brani come echi lontani o distorti. Negli ultimi anni diversi sono
stati i tentativi di riportare in vita nel Sud dell’Italia una musica Folk, che avendo perso il suo substrato sociale e culturale, finisce
quasi sempre per essere meramente folkloristica; tralasciamo quelle forme degeneri in cui ogni riferimento alla cultura popolare
costituisce solo un alibi per organizzare adunate balneari maleodoranti di politica. La via della conoscenza inizia con lo studio delle
dottrine sapienziali; i riferimenti alle tradizioni orientali presenti in alcuni nostri testi vanno interpretati in questo senso. Non possiamo
però dimenticare la nostra identità: “Siamo Italici della Magna Grecia, Latini e Romani”, come scriveva Giuliano Kremmerz, ed è a
questa tradizione che sentiamo di appartenere.
Il nostro primo album No milk for babies ha come tema ispiratore il percorso all’interno di un ciclo, luci ed ombre nell’esistenza di un
uomo come di una civiltà: viaggio simbolico che parte da Otranto, la cui storia ci racconta dei martiri del 1480, uomini capaci di
sacrificare la propria vita per un ideale, al di là di ogni istinto animale di sopravvivenza e finisce con Balkan , la devastazione della
civiltà per soddisfare egoismi che vanno al di là di ogni bestialità.
No milk for babies, è un espressione che ben rappresenta la nostra musica: “né leccornie metafisiche né speculazioni
intellettualistiche”. Non vogliamo consolare nessuno, con dogmi, ideologie politiche e feticismi vari; non vogliamo essere prigionieri di
una forma per esprimere concetti che sono in realtà inesprimibili attraverso il linguaggio umano; sono “parole vuote…scritte e
dimenticate” come recita il testo del brano Hautville, “parole che non hanno più forza” come recita ΕΚΜΑΘΗΣΗ. Occorre l’intuizione
per comprenderli davvero: la musica e la poesia in questo senso possono essere di aiuto. Si può parlare di anima o di inconscio, di
dio oppure di infinito a seconda che si vestano i panni del mistico, dello psicologo del matematico ecc…, i quali saranno anche dei veri Sapienti solo se sapranno essere distaccati. Nella prigione delle parole, il mistico diventa prete, il matematico semplice contabile e lo psicologo volgare spacciatore di psicofarmaci: i principali consolatori dell’epoca ultima.
Abbiamo scelto come copertina Il viaggio degli Argonauti, la ricerca del Vello d’oro simbolo dell’iniziazione e quindi della Sapienza: la
via d’uscita da ogni ciclo per contemplare l’eternità.