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dave ha scritto:Io vi riporto il comunicato di Kronic; potrebbe essere uno spunto per una discussione articolata. Le parole del comunicato sono, secondo me, abbastanza condivisibili e soprattutto focalizzano bene l'attenzione sul ristagno musicale e giornalistico che caratterizza il primo decennio del XXI secolo.
Goodbye!Kronic si ferma qui. Grazie di tutto!
di Francesco Eandi ~ 01/02/2010
Pensate alle vostre dieci band preferite: quante di esse si sono sciolte? E se l’hanno fatto i Led Zeppelin, i Sex Pistols, i Beatles e altri otto milioni di gruppi che hanno comunque fatto la storia, allora chi diamine siamo noi, che dei grandi (pochissimi), grandicelli (qualcuno in più), discreti (parecchi) e trascurabili (a bizzeffe) complessi e artisti o sedicenti tali ci siamo limitati a raccontare le gesta?
Dunque, la notizia è questa: Kronic chiude. Senza rimpianti, con un po’ di magone, ovvio, ma sapendo di fare la mossa giusta.
Quando abbiamo iniziato, l’obiettivo era di realizzare un magazine professionale sul web, che non avesse nulla da invidiare alle realtà su carta. Cresciuti a pane e Metal Hammer, Rumore, Blow Up, Psycho!, sapevamo cosa volevamo: trasporre sul web il modello della rivista, con news, recensioni, interviste, live report, con in più rispetto alla carta stampata l’immediatezza del web (leggi: non una volta al mese, ma tutti i giorni!), l’interazione con il pubblico (ma quale angolo della posta! Il forum!), la multimedialità (altro che le Psycho compilation: mamma YouTube e milioni di file digitali on line erano a portata di mano) e anche la possibilità di allargare il discorso a quegli artisti che più ci piacevano e interessavano, senza confini di genere troppo stretti.
Detto e fatto: in otto lunghi anni in cui abbiamo realizzato oltre un migliaio di interviste (1.181 per precisini), qualcosa come dodicimila recensioni (12.712, per i pistini), assistendo e riportando le impressioni colte in oltre cinquecento eventi live (566, per i perfezionisti) e dando informazioni e comunicati e annunci per oltre novemila news pubblicate. 9.205, per i ragionieri. Senza dimenticare le devianze cinematografiche (232 film recensiti), e la community di lettori, appassionati e fedeli, o passaggeri casuali da un post e via, o rompicoglioni e casi umani, che hanno generato qualcosa come centosettantamila interventi nel forum (177.984, per i pignoli, al netto delle centinaia di censure effettuate…).
Ma non è stata una questione di numeri - anche se una media di oltre sette articoli per ogni giorno che Odino ha mandato sulla terra non è da tutti. Ci piace pensare sia stata, soprattutto, una questione di contenuti, di qualità, di elevarsi al di sopra del livello medio basso, medio triste, medio sgrammaticato di decine di altri magazine, on line e non. Un obiettivo che ci siamo dati fin dall’inizio, riuscendo qua e là anche a coglierlo. Cito un brano della nostra wiki interna, in cui si danno poche ma basilari regole per scrivere un articolo su Kronic senza esserne immediatamente cacciati.
[…] La cosa più importante non è conoscere a memoria la discografia di Keith Jarrett - e per quanto mi dolga ammetterlo, anche l'opera omnia delle Bananarama non aiuta. Quello che conta è cosa scrivi, e lo stile con cui lo fai. Anche se saremmo onorati di ospitare un novello Lester Bangs, i requisti non sono così alti (e dubito che drogarsi pesantemente serva per entrare nel personaggio). Basta tenere a mente le seguenti regolette:
•non stai scrivendo per una fanzine
•se hai sempre avuto cinque di italiano, è possibile che Kronic ti stia allontanando dalla tua più congeniale vocazione per.... (infila qui quello che ti pare)
•niente abbreviazioni! non importa se ti è venuto il pollice prensile a forza di scrivere sms: niente abbreviazioni!
•rileggi quello che scrivi. rileggi quello che scrivi. rileggi quello che scrivi.
•i congiutivi, cacchio, i congiuntivi!
•l'ortografia. serve dirlo?
•errori di digitazione: anche se cerchi di spacciare "qual'è" come un errore di digitazione, non sei comunque perdonato!
•rileggi quello che scrivi. rileggi quello che scrivi. rileggi quello che scrivi.
•non stai scrivendo per Blow Up; felice che tu abbia imparato il significato di una parola molto difficile e ora cerchi voglioso una frase in cui infilarla, ma considera l'ipotesi di farlo in un altro contesto che non quello di un articolo per Kronic. E in ogni caso difficilmente il termine "distonia" si troverebbe a suo agio in un pezzo sui Green Day.
•rileggi quello che scrivi. rileggi quello che scrivi. rileggi quello che scrivi.
Proprio perché tutto sommato contenti e soddisfatti di cosa abbiamo creato, abbiamo deciso di imporci uno stop. Non è una contraddizione in termini. Se i Rolling Stones avessero fatto lo stesso ragionamento un paio di ere geologiche fa non sarebbe stato meglio?
Il fatto è che tutta questa produzione di parole a cadenza giornaliera costa uno sforzo immane; e dietro le quinte, tenere i rapporti con decine e decine di etichette e promoter, italiani e di tutto il mondo, costa ulteriore sforzo. Sforzo che oggi come oggi non riusciamo più a sostenere appieno, nonostante le “nuove leve” che rimpiazzano chi, come diceva Guccini, “se n’è andato per età […] o perché già dottore, e insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore”. E nonostante le decine di curricula che riceviamo ogni mese (l’ultimo conteneva una chicca del tipo “disco preferito: Highway 61 Revisited, di Tom Dylan”) da cui si evince il dramma della disoccupazione intellettuale.
Ma quello che ci ha decisi allo stop è il forte sospetto che sia il formato, ovvero quello del magazine, ovvero il loop di interviste/recensioni/news/livereport, e poi ancora interviste/recensioni/news/livereport, e poi ancora interviste/recensioni/news/livereport, e poi… che sia questo formato, prima di tutto, a doversi fermare. In otto anni il web è andato avanti, le forme di comunicazione sono mutate, le modalità con cui si acquisiscono informazioni da internet si sono orientate in direzioni diverse: non intendo fare un panegirico sul web 2.0 e i blog e i social network e quant’altro, ma alcuni segnali non si possono ignorare.
Non lo facevo da anni, ma questa mattina ho acquistato l’ultimo numero di Metal Hammer. Volete sapere cos’è cambiato da quando quindici anni fa ci scrivevano Luca Signorelli e Alex Ventriglia e Carmelone Giordano? Nulla! Nemmeno nei contenuti: copertina ai Gamma Ray (Kai Hansen che fa le corna, wow, it’s so metal!), servizi su Motley Crue (Vince Neil imbolsito cinquantenne), Alice In Chains (operazione zombie), Overkill (*yawn*), Anvil (*yawn*), Kansas (hanno fatto la storia… ora che vadano in pace), Wasp (Blackie Lawless e l’eterna battaglia rughe vs cerone)… Morti che camminano, insomma. E il format? Sempre quello: interviste, recensioni, live report, news. Intendiamoci: è stato il nostro format per tutti questi anni, si chiama “fare una rivista”, sono pattern collaudati e di successo per fare informazione. Ma, anche da lettori prima che da autori, non ci appartengono più. E dunque?
E dunque, per l’intanto fermiamo qui le rotative. Orgogliosi di quanto è stato e felici di esserci divertiti come matti.
The Director ha scritto:Io porrei un quesito: quale sarebbe, in una rivista di musica (cartacea o su web) l'alternativa a recensioni, interviste, live report e news? Intendo per rimanere nell'ambito di rivista musicale, altrimenti convertiamo tutto in qualcos'altro... ma allora non è più una rivista musicale... Cioè, cosa si può mettere in una rivista musicale se non i quattro cardini di cui sopra? Sinceramente lo ignoro...
ForgottenTear ha scritto:The Director ha scritto:Io porrei un quesito: quale sarebbe, in una rivista di musica (cartacea o su web) l'alternativa a recensioni, interviste, live report e news? Intendo per rimanere nell'ambito di rivista musicale, altrimenti convertiamo tutto in qualcos'altro... ma allora non è più una rivista musicale... Cioè, cosa si può mettere in una rivista musicale se non i quattro cardini di cui sopra? Sinceramente lo ignoro...
Penso la cosa poù vicina ad un'alternativa erano quelle bellissime sezioni sulla controcultura, z movie, etc. che comparivano su Psycho! (non lo leggo da anni, non so se ci sono ancora), ricordo ancora quella su Steve Sylvester o quella sui messaggi in codice tra omosessuali.
The Director ha scritto:ForgottenTear ha scritto:The Director ha scritto:Io porrei un quesito: quale sarebbe, in una rivista di musica (cartacea o su web) l'alternativa a recensioni, interviste, live report e news? Intendo per rimanere nell'ambito di rivista musicale, altrimenti convertiamo tutto in qualcos'altro... ma allora non è più una rivista musicale... Cioè, cosa si può mettere in una rivista musicale se non i quattro cardini di cui sopra? Sinceramente lo ignoro...
Penso la cosa poù vicina ad un'alternativa erano quelle bellissime sezioni sulla controcultura, z movie, etc. che comparivano su Psycho! (non lo leggo da anni, non so se ci sono ancora), ricordo ancora quella su Steve Sylvester o quella sui messaggi in codice tra omosessuali.
Ma ti chiedo: ciò rappresenta un modo 'alternativo' di fare una rivista di musica, oppure sostanzialmente è tutt'altro? Non è per fare polemica, è per capire...
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