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UN NATALE DI SCELLERATEZZA

MessaggioInviato: mer dic 24, 2008 7:42 pm
da The Director
Quello di certi magistrati, che sono riusciti a concepire qualcosa di RACCAPRICCIANTE (perchè vi rendete conto di quale razza di precedente crea una cosa così?) come quello che segue (riporto dal sito di Panorama, ma ne han parlato tutti, tv e giornali) riguardo a fatti che penso ricordiamo tutti:


Mailat era ubriaco e la Reggiani resisteva: niente ergastolo


Un omicidio odioso, un fatto scellerato, ma dovuto allo stato di completa ubriachezza e all’ira. Così la terza Corte di assise di Roma valuta l’omicidio commesso da Nicolae Romulus Mailat ai danni di Giovanna Reggiani, la donna uccisa il 30 ottobre 2007 a Roma nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Tor di Quinto. Nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte ha condannato il giovane romeno a 29 anni di reclusione, i giudici scrivono: “La Corte, pur valutando la scelleratezza e l’odiosità del fatto, commesso in danno di una donna inerme e, da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che sia l’omicidio, sia la violenza sessuale, limitata alla parziale spoliazione della vittima e ai connessi toccamenti, sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di completa ubriachezza e di ira per un violento recente litigio sostenuto dall’imputato e la fiera resistenza della vittima”. Secondo la terza Corte di assise “in assenza degli stessi (i due fattori contingenti) l’episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi”. Mailat, oltre alla condanna detentiva fu condannato anche al pagamento delle spese processuali. Alla parte civile la Corte riconobbe una provvisionale di 500 mila euro.

Nicolae Romulus Mailat “era soltanto ventiquattrenne e incensurato e l’ambiente nel quale era vissuto era del tutto degradato”. Questo uno dei passaggi della sentenza emessa il 29 ottobre dalla terza Corte di assise di Roma. La Corte, nella parte finale delle motivazioni della sentenza, depositate ieri, dopo aver descritto l’omicidio nel dettaglio, spiega in sostanza perché a Mailat non è stato dato l’ergastolo. “Queste circostanze soggettive”, spiegano le motivazioni in riferimento all’età di Mailat, al fatto che è incensurato e all’ambiente degradato dove è vissuto, “assieme al dettato costituzionale, secondo cui la pena deve pendere alla rieducazione del condannato, inducono la Corte a risparmiargli l’ergastolo, concedendogli le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate pur irrogando la pena massima per l’omicidio”.

Per la corte inoltre sono attendibili le testimonianze rese dai connazionali del romeno condannato. In particolare, si legge nelle motivazioni della sentenza (appena otto pagine gran parte delle quali dedicate alla ricostruzione dell’efferato delitto) “circa l’attendibilità delle teste Neatmu (la supertestimone Emilia che consentì la cattura di Mailat dando l’allarme), che secondo le dichiarazioni dell’imputato avrebbe coperto il figlio che sarebbe il vero assassino, appare davvero singolare il comportamento di una madre che per coprire l’omicidio commesso dal figlio si adopera disperatamente per fare intervenire la polizia, invece di allontanarsi al più presto e in silenzio dal luogo del misfatto, ma accusa calunniosamente un innocente e poi la mattina successiva torna serenamente all’accampamento dove vivono i familiari della persona che ha fatto arrestare, incolpandolo falsamente ed esponendosi così alle loro rappresaglie”.





Ragazzi, qui è meglio stare attenti, o si rischiano derive pericolosissime...

MessaggioInviato: gio dic 25, 2008 10:18 am
da enry70
Il problema, più che ergastolo o non ergastolo, è: 29 anni reali?
Perchè la sentenza è quantomeno discutibile ma a me infastidisce ancor di più la gente condannata a 30 anni che esce dopo neanche 20.
Se questo i 29 anni se li fa tutti esce che ne ha 55 e non credo sia più la stessa persona di prima.
Aggiungo: li scontasse nel suo paese sarebbe pure meglio perchè A) se lo mantengono loro B) la certezza della pena è sicura come il sole.
Non sono stupito più di tanto cmq, se penso che il tizio ( mi sfugge il nome) che ha massacrato i genitori in maniera minuziosamente premeditata gode già di permessi speciali e giornate di libertà vigilata dopo neanche 15 anni...

MessaggioInviato: gio dic 25, 2008 5:28 pm
da MAXLINE
29 anni o 100, a questo punto, quando hai perso una persona cara a causa di un omicidio di questa efferatezza, non ha più importanza.
Io non mi auguro nulla di simile, ma dovesse capitarmi una situazione analoga auspicherei che la condanna al colpevole fosse la più limitata possibile, con giudici "progressisti" dalla linea morbida e sentenza definitiva da uno a tre anni al massimo.
Poi, al giorno esatto dalla scadenza della pena, certa feccia mi troverebbe fuori dal portone del carcere ad attenderlo per terminare definitivamente un servizio che definirei "di utilità sociale".
Posso giurare che lo farei perchè è l'unica via per chiamarla davvero "giustizia"

Ho detto tutto. :wink:

MessaggioInviato: gio dic 25, 2008 10:55 pm
da dave
Io invece ammiro molto il padre delle vittime di Erba, per essere riuscito a perdonare gli aguzzini in conformità alla sua fede.

Alla fine, rispondere all'odio con l'odio non fa che produrre altro odio e la catena mai si spezzerà. Il perdono in una situazione così estrema e difficile è segno di autentica superiorità umana, almeno secondo me.
La pena giudiziaria dovrebbe essere in casi come questi molto più severa di quella che di solito viene stabilita (anomalia italiana?), ma al tempo stesso mirata alla rieducazione e al reinserimento in società.
I lunghi anni di carcere, accompagnati a mio avviso da lavori socialmente utili, dovrebbero forgiare la coscienza del carnefice e restituirlo alla società in una condizione "normale".

MessaggioInviato: ven dic 26, 2008 12:06 am
da The Director
Sì ragazzi, però forse non mi sono spiegato bene io: quello che mi ha fatto accapponare la pelle sono le cosiddette 'attenuanti' grazie alle quali, anzichè l'ergastolo, si sono poi inflitti 29 anni. Cioè, ci rendiamo conto di quale precedente andiamo a creare? Come fa un giudice a non vergognarsi nell'asserire una cosa simile? Perchè il senso di quello che ha detto è: "Cara mia, se invece di reagire ti lasciavi rapinare e violentare senza muovere un dito, ora saresti viva, quindi è stata colpa tua se sei morta!"... roba da rabbrividire... senza contare che persino l'ubriachezza dell'assassino è stata considerata una specie di attenuante...

MessaggioInviato: ven dic 26, 2008 12:19 am
da dave
The Director ha scritto:Sì ragazzi, però forse non mi sono spiegato bene io: quello che mi ha fatto accapponare la pelle sono le cosiddette 'attenuanti' grazie alle quali, anzichè l'ergastolo, si sono poi inflitti 29 anni. Cioè, ci rendiamo conto di quale precedente andiamo a creare? Come fa un giudice a non vergognarsi nell'asserire una cosa simile? Perchè il senso di quello che ha detto è: "Cara mia, se invece di reagire ti lasciavi rapinare e violentare senza muovere un dito, ora saresti viva, quindi è stata colpa tua se sei morta!"... roba da rabbrividire... senza contare che persino l'ubriachezza dell'assassino è stata considerata una specie di attenuante...


beh, se la questione centrale del tuo topic era questa, beh, non posso che condividere il disgusto e la perplessità. Ubriachezza, litigio precedente, reazione della vittima: mah, questo è senza dubbio il buonismo giudiziario da condannare unanimamente e continuo a non capire perché in altri Paesi - molte volte più democratici e civili del nostro - si adottino misure ben più severe e restrittive.

MessaggioInviato: ven dic 26, 2008 10:36 am
da enry70
The Director ha scritto:Sì ragazzi, però forse non mi sono spiegato bene io: quello che mi ha fatto accapponare la pelle sono le cosiddette 'attenuanti' grazie alle quali, anzichè l'ergastolo, si sono poi inflitti 29 anni. Cioè, ci rendiamo conto di quale precedente andiamo a creare? Come fa un giudice a non vergognarsi nell'asserire una cosa simile? Perchè il senso di quello che ha detto è: "Cara mia, se invece di reagire ti lasciavi rapinare e violentare senza muovere un dito, ora saresti viva, quindi è stata colpa tua se sei morta!"... roba da rabbrividire... senza contare che persino l'ubriachezza dell'assassino è stata considerata una specie di attenuante...

Beh sulle attenuanti la cosa è ridicola, soprattutto quella del litigio precedente (?!) e della Reggiani che fa resistenza ( questa è al limite della follia )
Ribadisco: spero che siano 29 anni sul serio, almeno questo...

MessaggioInviato: ven dic 26, 2008 12:47 pm
da MAXLINE
Le cosidette "attenuanti" sono ormai diventate un luogo comune in moltissimi processi.
Oggi come oggi siamo giunti al punto che se ti sta sull'anima qualcuno e lo vuoi far fuori, basta che prima di scendere ai fatti ti scoli una bottiglia di rosso adulterato per poter godere di sensibili riduzioni di pena da parte di magistrati compiacenti.
Nicolae Romulus se ne fa una pippa dei progetti di recupero, ( sempre a spese del contribuente cornuto e mazziato ), e potrei scommettere che ben al di sotto delle romanzesche costruzioni mediatiche sull'episodio accaduto, egli sarebbe pronto a commetterne una masnada intera di simili delitti, perchè quando il dna che ti circola nel flusso sanguigno è "malato" lo è purtroppo sempre.
Le leggi italiche già esistenti non sono "il problema", poichè parlano ben chiaro e se applicate correttamente sarebbero pure belle toste.
Il marcio di cui non ci libereremo mai abbastanza è una consistente parte della magistratura ed avvocatura che controlla le sentenze a suon di ricorsi, appelli e condanne ridotte al minimo pur di non sovrafollare le sgangherate carceri già traboccanti di feccia in stragrande maggioranza di importazione (dati del Ministero degli Interni ).
Le leggi, ripeto, esistono ma se non servono ad altro che a coprire pagine e pagine del Codice Penale ditemi voi cosa ce ne facciamo...