Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda kio1 » dom gen 25, 2009 10:08 pm

Riguardo alla frase comparsa sui bus, avrei delle domande per gli ideatori 8) :

- In base a quale principio dio non esisterebbe? Su quali prove?
- In base a quale principio non ne avremmo bisogno? Chi lo dice e su quali basi?
- Infine, non è contradditoria un associazione di atei e agnostici? Cos'hanno in comune essendo due posizioni nettamente diverse?
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda MAXLINE » dom gen 25, 2009 11:09 pm

kio1 ha scritto:Riguardo alla frase comparsa sui bus, avrei delle domande per gli ideatori 8) :

- In base a quale principio dio non esisterebbe? Su quali prove?
- In base a quale principio non ne avremmo bisogno? Chi lo dice e su quali basi?
- Infine, non è contradditoria un associazione di atei e agnostici? Cos'hanno in comune essendo due posizioni nettamente diverse?


Pur non appartenendo a nessuna specifica posizione religiosa (...diciamo orientativamente più devoto a Gesù come miglior uomo calcante questa Terra) ed essendo assetato di "verità", provo indegnamente a darti le mie personale risposte ai tuoi tre quesiti per nulla illegittimi.
Replico cercando di interpretare il pensiero ateo-agnostico che ha ispirato le pubblicità sui bus ed esponendo i concetti dal loro probabile punto di vista:

1) Le risposte sono semplici in modo disarmante, invertendo la struttura degli interrogativi: " perchè dovrebbe esistere un dio ? " Su quali prove tangibili si basa la convinzione che esista realmente un'entità ultraterrena? ". Le antiche scritture, le molteplici credenze dell'Uomo , probabilmente non bastano ad infondere il concetto di Fede in chi si pone quotidianamente domande concrete notando le palesi contraddizioni e la debolezza di molte religioni. Credere annulla radicalmente la possibilità di riflettere in termini umani e questo non è accettabile.

2) L'uomo può bastare a sè stesso. Il percorso biologico della sua vita non necessita, se non per confortarsi ed auspicare in un'esistenza oltre la morte, di funzioni metafisiche. Il decorso fisico è l'unico contemplato. La storia dell'evoluzione umana dal punto di vista antropologico ne è un'esaudiente prova. Lo scopo per cui esistiamo è la continuità della specie.

3) Questa domanda me la sono posta anch'io. L'ateo rifiuta categoricamente la possibilità dell'esistenza di un dio di qualsiasi religione, l'agnostico invece resta in una posizione intermedia perchè nessuna risposta ad oggi è suffragata da prove definitive ed inconfutabili. La coesistenza di entrambe le correnti di pensiero credo sia dovuta al fatto che ambedue mettono in discussione, seppur con ragioni differenti, l'esistenza di un dio.

Come vedi il dibattito potrebbe durare anni ed anni senza che nessuno possa realmente "smentire" l'altro. Ed è quì che l'argomento inizia realmente ad intrigarmi...
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda sigur » dom feb 01, 2009 9:36 am

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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda The Director » ven lug 10, 2009 2:05 pm

Rspolvero questo topic per pubblicare il link di questo video, decisamente istruttivo, anche se è roba che chi ha dedicato un pò di tempo alla parte 1 di "Zeitgeist" saprà già...

http://www.youtube.com/watch?v=dj88uYr9uiE
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda dave » ven lug 10, 2009 7:06 pm

Sì, sono cose in linea generale conosciute da chi è appassionato di tali argomenti.

Tuttavia, trovo che il mito di Gesù (perché in fondo di mito si tratta), della sua crocefissione e della sua resurrezione, dalla quale dovrebbe poi cominciare il graduale processo di apocatastasi, vadano visti in termini simbolici e/o morali. In fondo, non è importante che Cristo sia esistito oppure no. Almeno, questo per il singolo individuo con una testa pensante. La questione cambia riguardo alle religioni organizzate.
Infatti, io credo che sia doveroso seguire il modello del Cristianesimo, a prescindere dalle varie riformulazioni delle Chiese cristiane. Ma questo vale, ovviamente, per ogni credo monoteista...
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda MAXLINE » mar lug 14, 2009 11:38 pm

Beh, in quel video si mette decisamente in dubbio ogni attuale proposito della Chiesa cristiana, così come la conosciamo.
Il mito del dio Mithra l'avevo letto tempo fa anche su Focus e già all'epoca mi aveva lasciato disorientato.
Personalmente apprezzo l'intervento di tal "marcomase", tra i post sottostanti al video, ove egli richiama l'attenzione sulla concreta e comprovata esistenza storica di Gesù di Nazareth.
Che poi ne abbiano fatto il "figlio di Dio", questo è un altro discorso.
Certo è che il cristianesimo si è macchiato di responsabilità, controversie e contraddizioni.
Finchè la gente ne era succube, agendo la Chiesa stessa come mezzo di controllo delle masse attraverso ricatti spirituali e violenze perpetrate in nome di Dio, il potere era assicurato.
Attualmente il dilagare dell'informazione ed il cambiamento di pelle della struttura sociale nonchè l'apertura verso nuove forme di credo ha fatto barcollare le colonne portanti del culto cristiano, fatto di per sè sconcertante ed inaspettato.
Teorie come quelle espresse nel video postato dal nostro Director inducono al ragionamento ed al confronto: "credere", "avere fede" incondizionatamente e nonostante tutto forse non fa più parte del nostro moderno atteggiamento religioso.
Le domande senza risposta si moltiplicano unitamente alla sete di conoscenza umana, destrutturando gli antichi dogmi sui quali si regge la Chiesa che cerca disperatamente di fungere da collante tra la "verità" e l'uomo.
Questo processo di erosione del cristianesimo si divide quindi in due semplici ma differenti fronti di interpretazione: per il cristiano radicale è la fine preannunciata da secoli, la'nticamera dell'imminente e terribile Giudizio che vedrà premiati coloro i quali non hanno "ceduto".
Per altri versi invece ciò costituisce l'inizio di una nuova era di credo, la liberazione da una religione che ha tenuto scacco per secoli manovrando subdolamente milioni di persone a suo piacimento e spesso per fini non esattamente "immateriali".

Chi ha ragione?
Chi ha torto?
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