da RITUAL » lun ott 05, 2009 2:12 pm
Ringrazio sinceramente i post dei ragazzi dei Blank (che, senza giri di parole, hanno detto: so che la nostra label, Artoffact, non ha MAI fatto pubblicità su :Ritual:, noi di amici in redazione non ne abbiamo, ma ci hanno sempre trattato bene e dato spazio), che quello semplicemente STELLARE di Santoro, che ha fatto meglio di quanto io avrei mai potuto scrivere e dice tutto quello che c’è da sapere sulla questione! Grazie e complimenti!
So che Mauro Casagrande mi ha scritto privatamente. Non ho voglia/tempo di leggere la mail. Nossignore, troppo facile! Questa bomba di merda l’hai fatta scoppiare in pubblico tu e adesso gli schizzetti te li prendi in pubblico tu! Tanto questo è il mio ultimo post!
Qui non si tratta di sotterrare l’ascia di guerra, quanto di difendere un onore personale che non è mai venuto a nessuno dei compromessi di cui mi/ci si accusa!
È inevitabile che a una domanda precisa, ma a cui è impossibile rispondere, si preferisca replicare con ben altre cose e portare avanti tesi fantasiose, difficilmente verificabili o basate sulla dialettica. Classico segno di chi si arrampica sugli specchi. Credo che, dopo il mio intervento e quello mirabolante di Santoro, esemplare nel suo essere equidistante da tutto e tutti ma trasparentissimo nel raccontare i FATTI, chi legge abbia ben capito come stanno le cose.
La domanda era ed è:
CHI E QUANDO E SOPRATTUTTO, CON CHE RUOLO DIRETTIVO ALL’INTERO DEL MAGAZINE, TI HA CHIESTO UN IMPEGNO ECONOMICO PER UNA RECENSIONE SU RITUAL?
CHI E QUANDO E SOPRATTUTTO, CON CHE RUOLO DIRETTIVO ALL’INTERO DEL MAGAZINE, TI HA CHIESTO UN IMPEGNO ECONOMICO PER UNA RECENSIONE SU RITUAL?
CHI E QUANDO E SOPRATTUTTO, CON CHE RUOLO DIRETTIVO ALL’INTERO DEL MAGAZINE, TI HA CHIESTO UN IMPEGNO ECONOMICO PER UNA RECENSIONE SU RITUAL?
La domanda resta senza risposta! Adesso mi si dice che “ma no, io per ‘pagare’ intendevo comprare pubblicità, che hai capito?”. E allora ti sarebbe bastato vedere le 20 pagine di recensioni di :Ritual: ed accorgerti che le etichette che NON fanno pubblicità rispetto a quelle che la fanno sono almeno 70 a 4!!! Peccato che poi la tua illazione, oggi diventata “innocente”, abbia generato altri commenti lesivi nei nostri confronti.
Anche il post di Dave (“So anch’io che vi erano recensori che si facevano pagare..”) non è chiaro se sia riferito a :Ritual: (e anche a te, in questo caso, chiedo nomi e cognomi, Dave!). E poi ti chiedi se non ci sarebbero gli estremi per una querela!
Inoltre, ora diventa “prova schiacciante” quello stralcio di mail firmata da Stefano Morelli (mi ha autorizzato a fare il suo nome), che probabilmente in un suo post ti spiegherà ancora meglio quello che davvero non vuoi o puoi capire.
Io in quelle righe francamente ci leggo solo un collaboratore di :Ritual: che si comporta come a :Ritual: gli è stato insegnato (regole che vanno bene da noi, ma che magari non funzionano per un altro magazine), ovvero: se devi proporre qualcosa ne parli con il caporedattore, regola applicata sia in nome di una comprensibilissima praticità di gestione (la mano destra SA cosa fa la sinistra), ma anche per evitare i casi di eccitabili, inesperti collaboratori che, pur di ricevere un dischetto in più o un pass a un concerto, si potrebbero permettere di garantire recensioni o interviste che poi il magazine non ha materialmente lo spazio di inserire, che non ci interessano, che non sono state affatto programmate o di cui io non sono minimamente al corrente.
Le parole di Morelli, corrette o sbagliate, esagerate o superficiali, fraintendibili o essenziali che siano, restano quelle di uno dei 22 collaboratori di :Ritual:. Stefano ti avrebbe anche potuto scrivere: “guarda, per le rec non so che dirti, ma so che al Pascoletti piace molto la passera, prova a presentargli tua sorella”. Tu che avresti fatto? Su un forum mi avresti pubblicamente denunciato per abuso di minorenne?
Morelli può anche aver scritto un’idiozia (ma attendo di leggere il testo completo di quella mail per contestualizzare il tuo stralcio), ma è appunto un’idiozia a cui ha messo la SUA firma, non la MIA.
Sarà, ma tutta ‘sta storia alla fine mi sembra il frutto delle farneticazioni di un discografico braccino, che si vuole tenere le copie promozionali per sé, ma vorrebbe allo stesso tempo recensioni ovunque…
P.S I soliti promo…
Santoro ti ha spiegato bene la cosa. Questione chiusa. Chiunque ha comprato dischi dai nostri stand ha comprato SEMPRE album nuovi, sigillati, mai aperti, NON usati e in cui NON compare la scritta “CD promozionale - vietata la vendita”! In alcune occasioni (forse anche quel leggendario concerto veneto) ho fatto l’errore di avere con me una manciata di cartonati in doppia copia (20? 25?), roba stravecchia e spesso indecente, che mi porto dietro come regalo per amici o collaboratori, con cui omaggire coloro che magari comprano un esagerato numero di CD o che mi servono a corrompere i baristi per una birra in più. Ecco cosa si ottiene ad essere munifici…