la morte della cultura

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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » lun lug 26, 2010 5:51 pm

@Raindog: figurati se gli andava bene.

300.000 euro per un corso per insegnare la pace secondo te è cultura? muhauhaua :-D
perchè la pace si insegna con 1 corso?

ecco la "cultura" urbanistica di sinistra (al di là del contesto satirico, guarda bene le immagini d'arte):

http://sarcastycon.wordpress.com/2010/0 ... oglionica/

prego, clicca pure e vedi i capolavori....Certo esiste anche un'arte moderna (poca) d'interesse, ma in questi casi si tratta di iconoclastia.
A parte che l'anima che ha la nostra architettura, per l'intervista citata, è la land art, il feng shui e l'islam. (...)

s'è per quello Genova manteneva alcune categorie di extracomunitari a 800 euro al mese date dalla regione, mentre molti pensionati ne hanno 500/mese. vedi tu.

Portoghesi è stato uno di quei professori sessantottini considerati dagli studenti "molto progressisti" e "dei sinceri democratici".

Non dico lui, ma in genere a quell'epoca si regalavano lauree col famoso 18 politico a cura dei sedicenti "comitati di Lotta" , "comitati di facoltà" o "comitati unitari di base (CUB) e si effettuavano "seminari di gruppo".
Alla fine cosa dice nell'intervista o che fa, a parte palazzi per le cooprosse? E' con Edilcoop che è un potentato dell'edilizia ma ora sta prendendo il treno per La Mecca e la Medina.
Che con la nostra storia c'entra poco.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda RainDog » lun lug 26, 2010 10:48 pm

Ma io continuo a non essere d'accordo. I monumenti che si vedono nel video che mi hai linkato (sorvoliamo sulla natura del blog o sito su cui si trovano :wink: ) sono brutti, come è brutta e sgradevole a mio avviso gran parte dell'arte moderna. Accusare però la sinistra di essere la causa di tutto questo è assolutamente pretestuoso. Tu dimostrami che nei comuni amministrati dal centro destra non si allestiscono brutture come quelle, e potrei iniziare a discuterne. Ma visto che in tutte le migliaia di comuni italiani gli scempi architettonici sono assai diffusi indipendentemente dalla composizione delle giunte comunali, non ha proprio senso dire che è colpa della sinistra.
Poi, al di là dei gusti personali, non gudico le opere d'arte moderna se non conosco la materia. Dico semplicemente che non mi piace e che in buona parte è una presa in giro. Ma non mi piace neppure Picasso, tanto per dire un nome "di poco conto". E mi sembrano prese in giro anche il famoso "metronomo" di Man Ray, le tele squarciate di Fontana, ecc. Ma non mi spingo a dire che è "spazzatura", non so se mi spiego. Non potrei argomentare il giudizio oltre ai gusti o alla presunta (da parte mia) incosistenza del tutto.
Riguardo all'architetto Portoghesi ho l'impressione che tu lo detesti non tanto per quel che ha fatto o detto, quanto per le sue idee o perchè lo hai bollato direttamente per via del passato "sesantottino" . Cita fra le sue fonti di ispirazione l'arte islamica: ebbene? Forse l'arte islamica è così spregevole? L'arte islamica medioevale era estremamente raffinata, soprattutto nella decorazione, e di certo nei secoli non ha ispirato solo Portoghesi. Ti passo anch'io un link, tanto er farti un esempio di qualcosa che per lo meno conosco:
http://www.poterie.it/pdf/azul3x.pdf
Forse a infastidirti è anche il fatto che alcuni architetti progettino moschee: e io ti rispondo che un vero professionista, che fa il suo lavoro seriamente, non rifiuta certamente di lavorare ad un'opera solo perchè non fa parte della sua cultura o della sua religione. Specialmente se adeguatamente remunerato. E' come se un negoziante rifiutasse di vendere un articolo a qualcuno perchè non gli va a genio: liberissimo di farlo, ma la professionalità va a farsi benedire.
Vogliamo parlare di quanto sono "belle" certe chiese moderne, pur conformi al nostro culto e approvate dalle diocesi? Ogni progetto viene approvato dalla diocesi territoriale, per cui cosa dobbiamo pensare, o che tutta la Chiesa è degenerata, oppure che è degenerata l'architettura.
Anche la storia dei 18 politici è vera fino ad un certo punto. Una volta ho chiesto ai miei genitori, che erno all'università negli anni intorno al '68, di raccontarmi cosa succedesse a quell'epoca. La risposta è stata che nelle facoltà letterarie effettivamente c'erano occupazioni, contestazioni, ecc. In quelle scientifiche (loro erano a chimica), zero. Proprio non se ne sono quasi accorti. Quindi andiamoci piano anche con questi giudizi, evidentemente anche nel '68 come oggi c'era gente seria e gente meno seria, da tutte le parti. Sarò pessimista, ma secondo me il livello delle università è più basso oggi, vista la gente che le frequenta. Allora chi ci andava era sicuramente più motivato, ora lo fanno per smarcare, perchè la laurea "ci vuole" o almeno così si dice. Non voglio sbilanciarmi, ma secondo me la maggior parte degli studenti non è interessata a quel che fa, e la cosa peggiore è che anche gente del genere si laurea. Io ho fatto (e non ho terminato) economia e ho visto dei perfetti idioti laurearsi. Specialmente ragazze che più di una discreta capacità mnemonica non potevano vantare, avendo una cultura generale scarsissima, capacità di collegamento limitate e di sintesi praticamente inesistente. Ma sapevano fare un compito di ragioneria o di matematica finanziaria che, sinceramente, io RIFIUTAVO forse anche un po' snobisticamente, in quanto per me si tratta di roba per cerebrolesi. Non è così, ma l'effetto che mi faceva era questo: "sono troppo intelligente per rompermi la testa su queste porcherie". E quindi preferivo saltare le lezioni e dirigermi a lettere da quei pazzoidi dei miei amici con cui mi scambiavo cassette dark, folk, ecc. e potevo fare qualche discorso. Pensa che fine ingrata.
Per finire, sostieni adesso che la regione Liguria mantiene a 800 euro al mese alcuni extracomunitari: chi, dove e quando. A me non risulta. Se mi dici come si fa, faccio finta di parlare che so, rumeno, e mi faccio dare 800 euro al mese anch'io.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda The Director » mar lug 27, 2010 6:51 am

RainDog ha scritto:Riguardo all'architetto Portoghesi ho l'impressione che tu lo detesti non tanto per quel che ha fatto o detto, quanto per le sue idee o perchè lo hai bollato direttamente per via del passato "sesantottino" . Cita fra le sue fonti di ispirazione l'arte islamica: ebbene? Forse l'arte islamica è così spregevole? L'arte islamica medioevale era estremamente raffinata, soprattutto nella decorazione, e di certo nei secoli non ha ispirato solo Portoghesi.

Per finire, sostieni adesso che la regione Liguria mantiene a 800 euro al mese alcuni extracomunitari: chi, dove e quando. A me non risulta. Se mi dici come si fa, faccio finta di parlare che so, rumeno, e mi faccio dare 800 euro al mese anch'io.


1) Benissimo per me, può farsi ispirare da quel che vuole. Se però progetta QUI per costruire QUI, che si ispiri magari al paesaggio ed alla nostra di storia, se non è chiedere troppo.

2) Qui in Piemonte lo sanno tutti che quando c'era la lira agli zingari gli davano 39mila lire al giorno ciascuno (azz, faceva circa un milione e 200 mila lire al mese!), se tanto mi dà tanto adesso gli passeranno 39 euro al giorno, così nel frattempo non hanno di che sprecare forze e giorni alla ricerca di un lavoro e possono continuare con rapine, elemosine e furtarelli vari... Da questi dati evinco che la storia della Liguria potrebbe benissimo essere vera. Siamo pieni di gente un pò troppo zelante quando si tratta di fare 'solidarietà' coi soldi della collettività. E mai che questa solidarietà tocchi ai nostri anziani, che questa nazione l'han costruita, mica ci si sono insediati abusivamente...
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Re: la morte della cultura

Messaggioda RainDog » mar lug 27, 2010 12:18 pm

1) questo lo spero anch'io, e aggiungo che se un architetto non è in grado di inserire la sua opera nel territorio, rendendola un corpo totalmente estraneo, in un certo senso ha fallito. Il problema è anche che gli architetti fanno troppo gli artisti e badano troppo poco alla funzionalità e alla sostenibilità dei progetti. Ti faccio un esempio stupido, Renzo Piano, che all'estero ha fatto delle belle cose, in Italia e a Genova in particolare, ci regala delle ca****te paurose, tipo la sfera di vetro che c'è in porto. in teoria doveva servire per essere riempita di uccelli e pappagalli, una specie di grande voliera. Ce li hanno messi, sono morti tutti. Allora hanno pensato di utilizzarla come serra per piante ornamentali: anche quelle muoiono. D'estate diventa un forno, d'inverno è troppo grande e dispersiva per essere riscaldata. A cosa serve?? a Niente.
Altro esempio idiota: l'architetto (donna) che ha fatto la ristrutturazione di casa mia. Voleva mettere il parquet IN BAGNO e quando mia madre ha detto che preferiva le piastrelle è stata trattata come una povera ignorante che non capiva quanto fosse "cool" il parquet in bagno. Ora dico, il legno assorbe, ci vuole tanto a capirlo? Ti pare igienico? Va bene che in inghilterra mettono anche la moquet in bagno, ma infatti non sono famosi per l'igiene. Io sarò antiquato, ma in bagno voglio le vecchie e facilmente lavabili piastrelle. Questo per dirti quanto gli architetti vadano dietro a stupide mode e si sentano "artisti" a scapito del buon senso.

2) può essere vero tutto, ma quel che temo, quando sento queste cose, è che possa trattarsi di leggende metropolitane nate da distorsioni della realtà, del tipo: la regione mantiene un campo nomadi il cui costo di gestione è stimato in 39 euro al giorno per occupante, il che diventa "la regione dà 39 euro a ognio nomade", come fosse una busta paga. Sono due cose ben diverse, no? Poi magari hai ragione tu. Ma siccome mi è già capitato di sentire leggende simili frutto del passaparola indiscriminato e forse della malafede di qualcuno, mi permetto di essere diffidente... Poi in materia di nomadi ci sarebbero molte cose da dire, ma io parlo in generale...

The Director ha scritto:
RainDog ha scritto:Riguardo all'architetto Portoghesi ho l'impressione che tu lo detesti non tanto per quel che ha fatto o detto, quanto per le sue idee o perchè lo hai bollato direttamente per via del passato "sesantottino" . Cita fra le sue fonti di ispirazione l'arte islamica: ebbene? Forse l'arte islamica è così spregevole? L'arte islamica medioevale era estremamente raffinata, soprattutto nella decorazione, e di certo nei secoli non ha ispirato solo Portoghesi.

Per finire, sostieni adesso che la regione Liguria mantiene a 800 euro al mese alcuni extracomunitari: chi, dove e quando. A me non risulta. Se mi dici come si fa, faccio finta di parlare che so, rumeno, e mi faccio dare 800 euro al mese anch'io.


1) Benissimo per me, può farsi ispirare da quel che vuole. Se però progetta QUI per costruire QUI, che si ispiri magari al paesaggio ed alla nostra di storia, se non è chiedere troppo.

2) Qui in Piemonte lo sanno tutti che quando c'era la lira agli zingari gli davano 39mila lire al giorno ciascuno (azz, faceva circa un milione e 200 mila lire al mese!), se tanto mi dà tanto adesso gli passeranno 39 euro al giorno, così nel frattempo non hanno di che sprecare forze e giorni alla ricerca di un lavoro e possono continuare con rapine, elemosine e furtarelli vari... Da questi dati evinco che la storia della Liguria potrebbe benissimo essere vera. Siamo pieni di gente un pò troppo zelante quando si tratta di fare 'solidarietà' coi soldi della collettività. E mai che questa solidarietà tocchi ai nostri anziani, che questa nazione l'han costruita, mica ci si sono insediati abusivamente...
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » mar lug 27, 2010 6:07 pm

Prima di tutto quoto le osservazioni coerenti del Direttore. E su questo tema, se possibile, non risponderò altro.

Poi: Questa discussione incomincia con Dave che cita 20.0000 istituti che il governo avrebbe tagliato e distrutto e poi non è avvenuto.

@Raindog: arrivi a un certo punto e ammetti che forse qualcuno di quegli enti andava un po' a rilento e c'erano 'clientele' o forse nelle 'fondazioni' c'è qualcuno che ci marcia (io lo penso, ma lo dici tu) poi dici ti preoccupano di più i tagli ad altre cose (alle regioni in primis) perchè "non vorrei si traducessero in aumenti dei ticket sanitari o delle addizionali regionali."

Allora Ti ho mostrato dove sprecano milioni alcune regioni, la cosa è un vero schifo ma visto che toccano regioni di sinistra "non può essere vero", metti in dubbio i tg Rai e 'il Giornale' anche se riporta fatti. Scrivi al Giornale. Te le cerchi tu le fonti, che di solito indico. Tanto poi non sono sicuramente vere.
Così come ti pareva strano all'altra pagina l'idea che le coopcostruzioni rosse ricoprano l'Italia di obbrobbri in stile soviet. Come che li avessi visti solo io. Mai stato in periferia? Ma se è dagli anni 60 che lo fanno? Inutile allora parlare di nulla in queste condizioni, se si nega anche l'esistenza di palazzi.

_per quanto riguarda le opere 'd'arte' citate nel video sopra, (non vedo perchè sorvolare sulla natura del blog, pare anche abbastanza frequentato, quindi segnala almeno che gente scontenta ce n'è..io mi sto pure a sciroppare le uscite tue e di Dave) ti assicuro che sono orrende, e l'arte contemporanea che nemmeno a me fa impazzire, sa essere meglio. E non vedo perchè "non poter giudicare l'arte contemporanea". Mica è tabù. Se una cosa è urranda è urranda e basta.

MA Soprattutto c'è 1 differenza fondamentale: tra quelli da te citati, Picasso (ancora accettabile), Fontana o mettiamoci anche la merda d'artista (Piero Manzoni) stanno in museo, li puoi vedere o no,
INVECE queste 'installazioni' dei comuni sopracitati sono a cielo aperto, ce le dobbiamo sciroppare a forza, lo scandalo è che sono pagate con le nostre tasse, costano A NOI, e fanno a pugni col nostro paesaggio e col buon senso. E intanto sono le amministrazioni di sinistra.
E ti aggiungo anche il perchè:
La dimensione Occidentale delle città presuppone "che ogni spazio urbano abbia un centro in cui andare, da cui tornare, un luogo compatto da sognare [...] da cui dirigersi e allontanarsi" (scriveva Roland Barthes in "Centro-città, centro vuoto", in L'impero dei segni, trad. it. Einaudi, Torino 1984). E per ragioni storiche, economiche, militari e religiose molte delle nostre città occidentali sono concentriche, nella dimensione reale e simbolica, cioè ricalcano il movimento di senso della metafisica occidentale in base alla quale ogni centro è la sede della verità. In più sono stracolme di segni. Ciò che si nota è invece l'anonimato di "quell'" arte.

Così il nostro centro, sia cittadino, sia metaforico, è nella tradizione sempre "pieno" di significati; è un luogo contrassegnato, ipersegnato. Lì sono sedimentati i segni storici e fondati i valori della civiltà, tutti rappresentati : la spiritualità, il potere con gli uffici e i palazzi pubblici, il denaro con le banche, le merci e gli scambi con i negozi e i mercati, la parola e l'espressione ogni volta che la piazza assume la caratteristica originaria di agorà.

"Andare in centro" è in qualche modo quindi anche andare al centro delle cose, incontrare la verità di un luogo, un frammento della propria personale verità, e una verità collettiva, o almeno così era fino qualche tempo fa.

I nuovi quartieri che germogliano intorno alle industrie, periferici in mano all'edilizia da dormitorio e alla speculazione fin dagli anni '60, quasi nuove città senza anima, spesso sono privi di centro e DI SEGNI. E questo è tipico dell'architettura soviet coop-rossa che ha sempre fatto tabula rasa di ogni cultura precedente.
Oppure queste periferie presentano nuovi centri fittizi, senza significati: non ci sono edifici storici, non ci sono più sculture-simbolo e vincolo all'ideale, quindi sono un non-segno. In pratica non ci sono simboli di identificazione. C'è un'ipermercato (toh!!) che ripete lo stile dei palazzi o viceversa (non a caso al quart. S. Donato Via della Repubblica Bologna c'è una delle torri di Portoghesi, unita a una COOP supermercato e decine di palazzi-muraglione tutti della stessa materia della coop), il che la dice lunga su ciò che sia 'centro' (anche di di valori) oggi: cioè unicamente un certo tipo di 'mercato'. Oppure ci sono edifici o stili d'importazione, che non appartengono alla realtà storica del posto, all'insegna dell'espropriazione della memoria e della neutralizzazione simbolica.

Le nuove pseudo-piazze non ci appartengono. E' dal 1400-1500 che la piazza monumentale, spesso la piazza grande, la piazza maggiore, diventa il luogo simbolico della città, rielaborando alcuni concetti greco-romani e adattandoli all'epoca. Molto è dovuto al "De re aedificatoria" di Leon Battista Alberti, del 1450, trattato di architettura che verte anche intorno all'idea di come una civiltà si specchi in una città, in termini umanistici, con osservazione delle problematiche culturali, sociali, economiche e simboliche. Il centro, perciò la piazza, doveva essere luogo rappresentativo, di dignità, era valore di radice, e d' identificazione di ciò che quella città è, per cui era anche l'oggettivazione di un ideale, di un passato che continua a produrre realtà nel presente. Anche questo, oggi sembra un valore perduto.

Ideale e Reale sono inestricabilmente congiunti nel centro. Ma la piazza era anche luogo di apprendimento di regole civili, e del bisogno dei cittadini di scambiarsi nozioni, notizie, lavoro, incontro e scambio. La nobiltà italiana ha sempre posto la sua dimora nel centro delle città (e non in campagna come spesso nel resto d'Europa) e a questo si deve la conformazione artistica delle nostre città. La piazza è sempre stata anche luogo di tutte le classi sociali, dove poteva avvenire un incontro: in tante delle nostre commedie la piazza è come il teatro della vita pubblica, fino ad essere un centro 'polisemico' e luogo di ogni virtuale, luogo di incroci del possibile. Ciò che è difficile invece oggi è definire una città attuale; cogliere lo spirito di città odierna come luogo simbolico culturale, poichè la città moderna sembra un non-luogo. Prima, di una città erano evidenti addirittura una maschera (la caratterizzazione della Commedia dell'Arte, il cogliere tratti salienti nella tipizzazione), una coscienza, un modo di sentire, uno stile, usi e costumi: un popolo insomma.

La città odierna invece possiede elementi non omogenei e spesso non coordinati tra loro da un senso. Si può vedere, all'interno dell'attuale insieme di cose che formano una città, l'assenza delle coordinate che caratterizzano i luoghi familiari, propri, antropologici: Marc Augé insegna che i luoghi antropologici per essere tali dovrebbero possedere
-caratteri comuni riconoscibili come identitari,
-caratteri comuni relazionali,
-caratteri comuni storici.

Queste 3 categorie sono tutte violate nelle città contemporanee. (cfr. Marc Augé, "Nonluoghi", Eléuthera, Milano 1993, ora Nonluoghi. (Introduzione a una antropologia della surmodernità, Eléuthera, Milano 2005). La città odierna allora è volutamente all'insegna della discontinuità, della rottura, dall'espropriazione dei valori di radici locali, formata da parecchi non-luoghi. L'insieme di luoghi, sottoluoghi, non-luoghi che la formano, continuano a segnalare la perdita del centro originario, sia fisica sia ideale. Si diceva tempo fa che è una delle volontà del 'mercato'. Ridurre così le città influisce sulla percezione e sulle menti della gente.

Per es. ancora qui a BO a proposito di urbanistica e morte della cultura, uno scempio del genere c'è solo qui:
http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=103352
si vuole far passare questa costosa linea di filobus/treno per strada per portare gente dalla periferia all'aeroporto con costi strabilianti (ma da affidare agli amici dell'apparato che non si schioda di qui da 70 anni), lo stesso tragitto lo facevano già semplici autobus, e la costruziuone del Civis oltre a infilare strutture in palazzi storici e sventramenti vari, rischia di fare cadere le torri medievali del centro storico.
Ma anche questa, visto che viene 'toccato' un governo di centrosinistra, sarà una leggenda metropolitana.

Raindog: "Forse a infastidirti è anche il fatto che alcuni architetti progettino moschee: e io ti rispondo che un vero professionista, che fa il suo lavoro seriamente, non rifiuta certamente di lavorare ad un'opera solo perchè non fa parte della sua cultura o della sua religione. Specialmente se adeguatamente remunerato. E' come se un negoziante rifiutasse di vendere un articolo a qualcuno perchè non gli va a genio: liberissimo di farlo, ma la professionalità va a farsi benedire.
Vogliamo parlare di quanto sono "belle" certe chiese moderne, pur conformi al nostro culto e approvate dalle diocesi? Ogni progetto viene approvato dalla diocesi territoriale, per cui cosa dobbiamo pensare, o che tutta la Chiesa è degenerata, oppure che è degenerata l'architettura."

Non mi piacciono le chiese di Le Corbusier per es. e nessuna chiesa moderna. Credo che l'architettura moderna sia degenerata, a parte rari casi, e la Chiesa pure. Diciamo che dopo l'art deco, l'ultimo stile storico-storicizzante, si salva ben poco.
Ma il tuo discorso non quadra. Un architetto fa ciò in cui crede, in base a sensibilità individuale. Molti hanno rifiutato il progetto di moschee. Poi un conto è farla là e un conto farla qua.
L'architetto può scegliere se fare una cosa o no. Non è che è obbligato a fare moschee. Nessun operatore, artista è OSTAGGIO del committente.
Nè è realistico dire che l'anima della cultura italiana sia il feng shui e l'islam. Perchè l'anima della cultura italiana non è quello.

Si farebbe invece bene ad ispirarsi alle culture del luogo altro che “sostenibilità delle eccellenze” che costruiscono muraglioni inguardabili. (sotto la Fiera di Kenzo Tange)

Immagine

Porta Europa Unipol (...) (è solo una minima parte del complesso)

http://www.urbanfile.it/index.asp?ID=3&SID=703

Pilastro

http://www.ermesambiente.it/wcm/ermesam ... /pilas.jpg

la storia dei 18 politici nel 68 con i comitati è piuttosto vera. E' a causa del 68 più festaiolo che in giro c'è gente che non sa nulla, anche 68enni 68ini.
In seguito ai '70, le cose in parte hanno ripreso a funzionare, e ognuno però si prendeva i suoi 18 o 30 e lode senza i comitati, ma da solo.
Comunque a mio avviso è Inutile ogni confronto se si è subito pronti a negare ogni magagna se afferisce al proprio “schieramento” che "non può" avere sbagliato. Dico solo che da chi si autoattribuisce la superiorità culturale, mi sarei aspettato qualcosa di meglio.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda dave » mar lug 27, 2010 7:23 pm

@ Dioscuro: nella "manovrina" ci sono tagli del 50% alla maggior parte degli Istituti indicati. Quindi, non c'è stata la soppressione totale dei finanziamenti, ma quasi. Francamente, non capisco come si faccia a credere ciecamente alla bontà di questa "manovrina", fatta di colpo dopo che B. e i suoi scagnozzi indagati e coinvolti in giri di truffe di ogni tipo ci hanno voluto convincere per mesi che l'Italia aveva superato la crisi. Ora, addirittura si pensa a una nuova "manovrina" in autunno/inverno.

La cultura e l'Università sono state falcidiate. Addirittura, stiamo meditando di non far cominciare i corsi dell'anno accademico a venire e a non svolgere le sessioni di laurea e di esame. Non certo perché tutti comunisti. La lettera di indignazione che è stata firmata in tutta Italia da precari, ricercatori, prof., ecc. conta di nomi illustri della destra.

Io non riesco proprio a capacitarmi come si possa ancora difendere un governo che non ha un'idea economica, che ha DI FATTO aumentato le tasse nell'epoca 2001-06 e le sta nuovamente aumentando (dati oggettivi alla mano). Beh, Luttazzi forse è stato quello che ha spiegato meglio il motivo di come si possa accettare tutto questo in silenzio... :wink:

Senza poi dimenticare della vergognosa questione della Fiat e di come il Governo non protegga in alcun modo i lavoratori (ma qui siamo OT).

Comunque, Dioscuro, se ti servono i dati sui tagli agli istituti, te li fornisco appena ho un minuto. Altro che nulla di fatto...
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Re: la morte della cultura

Messaggioda dave » mar lug 27, 2010 8:08 pm

DATI ISTAT - 28 GIUGNO 2010:

deficit/Pil 2009 quasi raddoppiato rispetto all'anno precedente (si e' passati dal 2,7% al 5,3%). In valore assoluto, l'indebitamento risulta pari a 80.800 milioni di euro, maggiore di 38.225 milioni di euro rispetto al 2008.
Non solo, nel 2009 il saldo primario (indebitamento al netto della spesa per interessi) del nostro paese e' risultato negativo (-0,6% del Pil), in calo del 3,1% rispetto al 2008. Grazie alla riduzione dei tassi d'interesse, e' diminuita anche l'incidenza degli interessi passivi sul Pil, pari al 4,7% (5,2% nel 2008). Anche il saldo delle partite correnti e' stato negativo: il disavanzo e' pari a 31.129 milioni di euro, con un peggioramento rispetto all'anno precedente di 43.216 milioni di euro. In rapporto al Pil il saldo e' sceso attestandosi al -2%, per effetto della dinamica della crescita delle uscite correnti (2,3%) e del calo delle entrate correnti (-3,6%). E' cresciuta invece la spesa pubblica complessiva del 3,1%, evidenziando una decelerazione rispetto al 2008 (+3,6%). La sua incidenza sul Pil e' aumentata, passando dal 49,4% nel 2008 al 52,5%. Nell'ambito delle spese correnti, continua l'Istat, i redditi da lavoro dipendente (che incidono per circa un quinto sul totale delle uscite) sono saliti, in Italia, dell'1,0%, con un ritmo molto inferiore rispetto al 2008 (3,6%). Le spese per consumi intermedi hanno registrato un aumento del 7,5%, proseguendo la tendenza degli anni precedenti; le prestazioni sociali in natura, che includono prevalentemente le spese per assistenza sanitaria in convenzione, sono aumentate del 4,0%.
Di conseguenza, la spesa per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche e' aumentata del 3,3%, in rallentamento rispetto alla crescita del 4,3% del 2008.

La pressione fiscale aumenta e l'Italia è quinta nell'Unione europea per il peso delle tasse. Lo rileva l'Istat, secondo cui nel 2009 la pressione fiscale complessiva rispetto al Pil è passata al 43,2%, dal 42,9% dell'anno prima. Nella classifica europea dell'incidenza sul Pil del prelievo tributario e contributivo, l'Italia si piazza quindi al quinto posto (insieme alla Francia), preceduta da Danimarca (49%), Svezia (47,8%), Belgio (45,3%) e Austria (43,8%). I valori più bassi sono invece in Lettonia (26,5%), Romania (28%), Slovacchia e Irlanda (29,1%). L'aumento della pressione fiscale in Italia, spiega l'istituto di statistica, "è l'effetto di una riduzione del Pil superiore a quella complessiva del gettito fiscale e parafiscale, la cui dinamica negativa (-2,3%) è stata attenuata da quella, in forte aumento, delle imposte di carattere straordinario (imposte in conto capitale), cresciute in valore assoluto di quasi 12 miliardi". Infatti, fra le imposte straordinarie sono classificati i prelievi operati in base allo scudo fiscale, per
un importo di circa 5 miliardi, e i versamenti una tantum dell'imposta sostitutiva dei tributi, che hanno interessato alcuni settori dell'economia, in particolare quello bancario. Tutte le altre componenti del prelievo fiscale, conclude l'Istat, sono risultate in calo: le imposte indirette del 4,2% (dopo essere diminuite già del 4,9% nel 2008), le imposte dirette del 7,1% e i contributi sociali effettivi dello 0,5%. La flessione delle imposte dirette è dovuta essenzialmente al calo del gettito Ires (-23,1%) rispetto al 2008, mentre quella delle imposte indirette ha risentito delle significative diminuzioni del gettito dell'Iva (-6,7%) e dell'Irap (-13%).
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Re: la morte della cultura

Messaggioda dave » mar lug 27, 2010 8:12 pm

La Fiat ha vissuto (e vive) da tempi immemori di sovvenzioni statali, quindi il Governo dovrebbe non limitarsi a dire: "può andare dove vuole", ma dovrebbe alzare i toni del conflitto. Ma, in fondo, che gliene frega se il figlio dell'operaio non deve essere uguale a quello dell'imprenditore...

Ancora: nè Governo né la maggior parte dell'opposizione, né i sindacati (eccetto la FIOM) hanno preso una posizione forte contro quello schifoso ultimatum dato da Marchionne agli operai di Pomigliano. Uno schifo infinito e della povera gente ridotta in schiavitù. Anche qui un Governo forte dovrebbe prendere posizione. Ma Tremonti e co. tagliano, tagliano, tagliano, perché non sanno minimamente come investire i soldi. L'unica loro preoccupazione è il ddl intercettazioni e il pararsi il culo contro le malefatte della P3. Tanto a pagare la manovrina siamo noi sfigati...
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Re: la morte della cultura

Messaggioda dave » mar lug 27, 2010 8:19 pm

Non lo so, se non riporto i dati, allora è "aria fritta". Se riporti i dati oggettivi, è una cosa noiosa. Che vuoi che ti dica? Che il Governo sta operando nel miglior modo possibile. Non si è mai vissuto tanto bene come oggi. Siamo tutti ricchi, felici, ottimisti e contenti. Poi, adesso, con le grandi manovre economiche, siamo ancora più competitivi. Yuppi!
Noi che non vogliamo far partire l'anno accademico in Università siamo solo dei comunisti frustrati, pieni di soldi e ideologicamente condizionati. Va bene così? Non so che dire...
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Re: la morte della cultura

Messaggioda The Director » mar lug 27, 2010 8:30 pm

Prova a rispondere alle domande che ti fanno, non a quelle che ti fai da solo. Vuoi ritenerti intelligente, poi pur di rigirare le frittate fai il finto tonto, e credimi, non ti onora. Se poi vuoi continuare così, dimmelo che smetto di postare qualsiasi cosa. E piantala di mettere in bocca agli altri parole tue ('noiosa').

Poi ti avevo chiesto di NON rispondermi, quindi grazie. Ora vado a cancellare i miei post, perchè mi gira così.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda RainDog » mar lug 27, 2010 11:07 pm

Dioscuro: @Raindog: arrivi a un certo punto e ammetti che forse qualcuno di quegli enti andava un po' a rilento e c'erano 'clientele' o forse nelle 'fondazioni' c'è qualcuno che ci marcia (io lo penso, ma lo dici tu)

Ti invito a non “scaricare” su di me le affermazioni scomode. Sì, l’ho detto io, e allora? E’ così grave? aggiungo che una fondazione non può vivere esclusivamente di sovvenzioni pubbliche. Le società private camminano con le loro gambe, così dovrebbe essere in teoria anche per le fondazioni. Poi, se una fondazione riveste un particolare servizio di pubblica utilità o è di elevato interesse culturale e non ce la fa da sola, i finanziamenti pubblici sono doverosi. Ma quante sono le fondazioni con queste caratteristiche? Leggo nell’elenco di Dave nomi come “Accademia dei fisiocratici”… ecco, con tutto il rispetto per i fisiocratici (che forse a te piaceranno, magari) penso possano finanziarsi autonomamente e non con i fondi pubblici.

D.: Allora Ti ho mostrato dove sprecano milioni alcune regioni, la cosa è un vero schifo ma visto che toccano regioni di sinistra "non può essere vero", metti in dubbio i tg Rai e 'il Giornale' anche se riporta fatti. Scrivi al Giornale. Te le cerchi tu le fonti, che di solito indico. Tanto poi non sono sicuramente vere.

Evidentemente leggi solo quello che ti comoda, dal momento che ho precisato che considero “il giornale” una fonte autorevole benchè parziale. Io ho solo osservato che c’erano scritte due cose, DUE, su Genova, realtà conosco, e delle due una era dubbia (gli anarchici in affitto), l’altra era falsa (la fontana) e su tutto capeggiava una data, il 2004, in cui la giunta era di centro-destra (Biasotti). Avrei anche potuto controbattere direttamente citando alcuni sprechi voluti proprio da Biasotti, tipo: la nuova sede della Regione, estremamente prestigiosa e lussuosa, ma che bisogno c’era di cambiare sede? Il palazzo della Regione c’era già, bruttino, ma c’era già. Ma il massimo è stato l’acquisto di un palazzo a Bruxelles per aprire una filiale della regione liguria che, a livello teorico, avrebbe dovuto rinsaldare gli antichi rapporti commerciali della città con le Fiandre, ma NELLA PRATICA non è servita a NIENTE. Ora il palazzo è in vendita… Le fonti, sei libero di fornirle o no, ma spetterebbe a te farlo, perché l’onere della prova è sempre a carico di chi fa un’affermazione e tu di affermazioni ne fai tante, ricche e circostanziate. Allora dimostra. Dimostra. Se no fai la figura del ciarlatano. E io ti ho detto: dimostrami che la regione Liguria dà 800 euro al mese agli immigrati, in base a quale forma (sussidio, lavori socialmente utili, ecc.) e secondo quali requisiti (disoccupazione, famiglia a carico, ecc.). Ti ho chiesto anche di dirmi quali appartamenti, negozi, stabili abbiano affittato gli anarchici a 8 euro al mese. Considerando anche che, per la mentalità propria degli anarchici, non si affitta neanche a 8 centesimi, ma si occupa, per principio. E quindi il tutto mi sembra strano. Se poi è vero, mi faccio passare per anarchico anch’io, al volo, magari per 10 euro mi danno anche il posto macchina

D.: Così come ti pareva strano all'altra pagina l'idea che le coopcostruzioni rosse ricoprano l'Italia di obbrobbri in stile soviet. Come che li avessi visti solo io. Mai stato in periferia? Ma se è dagli anni 60 che lo fanno? Inutile allora parlare di nulla in queste condizioni, se si nega anche l'esistenza di palazzi.

Io non ho detto che non esistono palazzi obbrobriosi. Ho detto che non sono state solo le cooperative a costruirli. Tu invece affermi che queste brutture sono opera delle “coop rosse” con la stessa dialettica con cui potresti dire “l’uomo è mortale”. Se solo troviamo UN edificio “brutto” che non sia opera di coop rosse, tutto il tuo discorso crolla. E siccome è inutile che ti dica che non è “uno” ma infiniti, va da sé che la tua teoria appare come l’ennesimo pretesto per dare addosso alla sinistra, bollandola di essere responsabile di tutto il male del mondo. Perfino gli scempi architettonici. Piuttosto, anziché prendertela come al solito con le cooperative, cerca i responsabili fra i “palazzinari” (che oggi preferiscono il tiutolo di “immobiliaristi”), quindi nel capitalismo e nell’imprenditoria più autentici. Che hanno espanso i centri urbani senza alcun criterio negli ultimi 40 anni, per non parlare dell’edilizia finalizzata al turismo, soprattutto sulle coste. Sempre con un unico scopo: il denaro.

D.: _per quanto riguarda le opere 'd'arte' citate nel video sopra, (non vedo perchè sorvolare sulla natura del blog, pare anche abbastanza frequentato, quindi segnala almeno che gente scontenta ce n'è..io mi sto pure a sciroppare le uscite tue e di Dave)

Ho sorvolato sulla natura del blog solo per riguardo nei tuoi confronti, non volevo che il discorso finisse col vertere sul tema “fascismo”, altrimenti mi accuseresti di andare a finire sempre lì. Perché quello è un blog pseudo fascista, come ce ne sono tanti in giro per il web. Leggo in alto a destra “La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale”. Sti cazzi. Un’affermazione molto democratica e rispettosa di tutti, non c’è che dire. Poi “l’unione europea nuoce gravemente alla libertà del popolo italiano”. Nazionalismo infantile, efficace nella sua semplicità, un “evergreen” sempre utile per dare alla gente qualcosa in cui credere: la nazione e i nemici che vogliono distruggerla. Poi ancora, un a citazione di Oriana Fallaci tanto per far vedere che siamo gente aperta, perfino con chi ha difeso gli ebrei. Poi correggiamo il tiro con un bel divieto sulla moschea: “no islam!”. Ahahah! E per finire un bel “sol invictus”, che unito al satiro danzante (sempre in alto a destra) ci rimanda alla nostra meravigliosa e maiuscola Tradizione romana. Vado in brodo di giuggiole… Il blog è molto frequentato? Bene, ciò dimostra che viviamo veramente in un’epoca preoccupante. Le uscite mie e di Dave non ti piacciono? Intanto, io sono io e Dave è Dave. Ti sembriamo uguali? Non è così... Comunque, vale anche per me che mi sciroppo le tue.


D.: ti assicuro che sono orrende, e l'arte contemporanea che nemmeno a me fa impazzire, sa essere meglio. E non vedo perchè "non poter giudicare l'arte contemporanea". Mica è tabù. Se una cosa è urranda è urranda e basta.

Non ho detto che non si possa giudicare. Ho detto “al di là dei gusti personali, non gudico le opere d'arte moderna se non conosco la materia”. “bello”, “brutto”, “orrendo” = gusti personali. E fin lì mi esprimo. Oltre no, perché appunto, non conosco la materia e per lo meno ho la decenza di non parlare di ciò che non conosco..

Segue tutto il discorso storico/filosofico sull’urbanistica occidentale. Interessante, ti ringrazio per l’excursus, anche se evidentemente il tuo retroterra di studi ti porta a veder cose tipo “molte delle nostre città occidentali sono concentriche, nella dimensione reale e simbolica, cioè ricalcano il movimento di senso della metafisica occidentale in base alla quale ogni centro è la sede della verità.” Che, per me, perdonami il termine, suonano un po’ come seghe mentali. Piuttosto io vedo città il cui sviluppo è il risultato della conformazione del territorio, delle attività economiche o della funzione per cui la città è nata. Comunque, non contesto nulla di quanto hai affermato in merito. Solo dovresti considerare che se le città si sono allargate così tanto nell’ultimo secolo, e spesso senza criterio, è stato per via del forte aumento della popolazione e per il cambiamento delle abitudini di vita: un tempo più generazioni della stessa famiglia condividevano la stessa casa, da un certo punto in poi i figli hanno iniziato vivere in abitazioni diverse da quelle dei genitori. I nuclei familiari o “focolari” come erano indicati nei censimenti antichi erano molto diversi da ciò che intendiamo oggi. Inoltre, fino all’800 la maggior parte della popolazione italiana viveva nelle campagne. Con l’industrializzazione, si è riversata nelle città. Visto e considerato che fino a 30/40 anni fa nessuno si poneva grandi problemi di impatto ambientale, è evidente come i centri urbani siano cresciuti in modo disordinato e incontrollato, generando quartieri dormitorio invivibili e alienanti per chi ci vive (solitamente, almeno in origine, le classi meno abbienti). Precisazione quest’ultima, doverosa in quanto nel tuo discorso manca completamente, come è ovvio, ogni riferimento alla questione sociale. Dal tuo discorso sembra che le città siano nate per via di misteriosi demiurghi che si sono divertiti a progettarle in base a modelli ideali, e a popolarle di cittadini ansiosi di viverne la dimensione dell’agorà, a ricercare la verità e la metafisica occidentale. Nella realtà invece, ci sono storie di gente che lavora e che ha bisogno di un tetto sulla testa. Ci sono i ricchi che possono permettersi quartieri eleganti e rispettosi della metafisica occidentale, e i lavoratori che devono accontentarsi dell’orribile casermone. La colpa della sinistra? Cercare di aiutarli ad avere un alloggio DIGNITOSO e IGIENICO seppre brutto… Ma tu questa realtà NON la vuoi vedere, perché non ti interessa.

D.: Non mi piacciono le chiese di Le Corbusier per es. e nessuna chiesa moderna. Credo che l'architettura moderna sia degenerata, a parte rari casi, e la Chiesa pure. Diciamo che dopo l'art deco, l'ultimo stile storico-storicizzante, si salva ben poco.
Ma il tuo discorso non quadra. Un architetto fa ciò in cui crede, in base a sensibilità individuale. Molti hanno rifiutato il progetto di moschee. Poi un conto è farla là e un conto farla qua.
L'architetto può scegliere se fare una cosa o no. Non è che è obbligato a fare moschee. Nessun operatore, artista è OSTAGGIO del committente.

Il mio discorso quadra perfettamente: il punto è che a differenza tua, non giudico biasimevole per un architetto progettare una moschea. Un professionista si cimenta con uno stadio, una moschea, un’unità abitativa, una chiesa, senza porsi problemi particolari. Per te invece, se progetta la moschea è una specie di “traditore” della sua terra o della sua razza, e dovrebbe rifiutare in nome di chissà quali principi se glielo proponessero. Siccome il problema delle moschee in Italia (e in Europa) non è un problema di architettura ma di sostanza (è opportuno o no costruirle, se sì quali sono i siti più adatti, e come si può fare per tenere sotto controllo ciò che avviene all’interno), prendersela con l’architetto mi sembra la cosa davvero più irrilevante.

D.: Nè è realistico dire che l'anima della cultura italiana sia il feng shui e l'islam. Perchè l'anima della cultura italiana non è quello.

Infatti questo io non lo dico. E NON LO DICE NEMMENO PORTOGHESI, per cui ti invito a leggere meglio l’articolo che tu stesso hai linkato. Si dichiara affascinato dal mondo orientale e islamico, ma non ha detto che sono l’anima della cultura italiana. Inoltre è piuttosto critico riguardo a entrambi. Del feng shui afferma: "Il "Feng-Shui" funzionava bene per costruire una casa in campagna, molto meno bene per costruire i grattacieli. Oggi è diventata una moda anche in occidente.” E riguardo all’Islam Portoghesi, lungi dall’essere favorevole all’islamizzazione dell’Europa (non vedo traccia di ciò nel suo discorso) si limita ad una serie di considerazioni che giudico PERTINENTI quando afferma che il mondo islamico ha conservato maggiormente la sua identità, racconta della sua esperienza in Giordania, ecc. NON DICE che la cultura italiana deve ispirarsi all’Islam.

D.: la storia dei 18 politici nel 68 con i comitati è piuttosto vera. E' a causa del 68 più festaiolo che in giro c'è gente che non sa nulla, anche 68enni 68ini.

Non ho detto che non è vera. Ho detto che non è stato tutto così, e ho la testimonianza dei miei genitori. Nelle facoltà scientifiche, forse perché la gente aveva meno “fantasia”, i CUB e i 18 politici non c’erano. Ah, fra parentesi, i miei genitori non sono né 68enni, né 68ini, nel caso in cui ti riferissi a loro (non credo, ma metto le mani avanti).

D.: Comunque a mio avviso è Inutile ogni confronto se si è subito pronti a negare ogni magagna se afferisce al proprio “schieramento” che "non può" avere sbagliato. Dico solo che da chi si autoattribuisce la superiorità culturale, mi sarei aspettato qualcosa di meglio.

Non mi sono mai definito “superiorità culturale”, e ci mancherebbe. Io di solito cerco di essere obiettivo e sono pronto a riconoscere gli errori del “mio schieramento”. Tu invece difenderesti Berlusconi anche se fosse che so, un assassino (pur dicendo che in realtà è solo il male minore e non ti piace tanto, perché è troppo “moderato”, pensa un po’ se ti piacesse anche) e al contrario per te tutto ciò che anche lontanamente puzza di “sinistra” è il male. Per carità, ci può stare, ma almeno non pretendere di fare la parte della persona obiettva.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » mer lug 28, 2010 3:05 pm

Appunto scrivevo non ha senso parlare di nulla a queste 'condizioni'. E per di più dover Sottostare a frittate ribaltate e ora pure a sospetti e pregiudizi strani e abbastanza illogici.
Sulle fonti della questione Rom e Genova c'è l'art. linkato dal Giornale e da Storia libera vs il Giornale nelle pagine indietro. Non ciarlatanerie quindi. Non va bene? Come detto, scrivi agli autori degli art. ai link o alla Redazione che vuoi la prova provata catastale dell'edificio o similcentro sociale agli anarchici, o delle spese-sussidio per i rom con tutti i documenti, se erano un tot per il campo o divisi ad personam etc. (ammesso che faccia tutta sta differenza). Del resto pure alcuni centri sociali negli anni passati anche da noi erano sovvenzionati, non erano tutti okkupati.

S'è per quello, storia simile, non bisognava dire poi che tutti gli extracomunitari ci pagavano le pensioni?
E invece a Modena e Bologna sono i Comuni che li aiutano economicamente e li mantengono pagando loro l'affitto con soldi nostri. La seguente fonte (Repubblica) da te è forse più tenuta in pregio, fatto sta che la tendenza al loro mantenimento è sempre quella:

http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... o-5090193/

su questo altro punto invece, prima che mi vengano nuovamente messe in bocca cose nè dette nè pensate,
(non ce n'è bisogno ma) specifico (anzi, metto le mani avanti, per citarti):
Raindog "Ah, fra parentesi, i miei genitori non sono né 68enni, né 68ini, nel caso in cui ti riferissi a loro (non credo, ma metto le mani avanti).

Metti le mani avanti? E infatti non mi riferivo a loro, che non ho il piacere di conoscere, non vedo quindi come avrei potuto farvi riferimento. E nel discorso non c'era alcuna ambiguità che lo facesse pensare.
Chissà con chi credi di avere a che fare. Cioè tu supporresti che uno solo perchè ha idee politiche in parte diverse dalle tue ti insulta i genitori, anche se non l'ha fatto? :shock:

Bisogna allora' giustificarsi' ancora, il perchè delle proprie idee, delle proprie affermazioni, della propria esistenza (strano, a te nessuno ha chiesto se era normale che tu affermassi che vorresti sterminare rom e fascisti: sono sempre gli altri che si "devono giustificare, motivare" etc...) ....
Il discorso sul 68 era chiaro, il riferimento è a una generazione, a una categoria di intellettuali (non a tutti) e a un modo di fare noto, del 68inismo, che ha albergato a lungo nelle università. Chiaramente non tutti gli appartenenti a quella generazione, al mondo intellettuale o ai 68enni facevano parte dei vari CUB.
I miei invece, giusto per l'anagrafe, hanno passato i 70.
Il che, se la genealogia non è un'opinione, la dice anche lunga sulla ristretta quota di pazienza che ho a disposizione, e sempre meno voglia di farmi prendere in giro.

buona estate e lieto solleone (>come noto sono un appassionato di astrologia, ecco perchè cito l'estate. Si sa mai che venga presa male, meglio sgomberare il campo da ogni sospetto). Metto le mani avanti anche io.

Sì perchè qui tra noi bisogna mettere le mani avanti, non si mai che il "nemico" complotti qualcosa contro di noi.
Altro che la morte della cultura. Mi sembra si scivoli verso la paranoia dei contatti umani.
"Sunt lacrimae rerum, et mentem mortalia tangunt" (Verg., Aen., I, 462)
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