dave ha scritto:Il mio intento, sicuramente banale, era quello di presentare un esempio di possibile vicinanza per quanto concerne le origini religiose. Qualche tempo addietro, ho avuto modo di conoscere il sindaco di una cittadina cuneese, che può essere definita la Prato del Piemonte, per l'alto numero di cittadini cinesi. E il sindaco mi diceva che la difficoltà più grande, nel rapportarsi con loro, è la totale ignoranza da parte sua delle usanze, tradizioni, ecc. cinesi. Per questo, sta cercando di documentarsi il più possibile, perché ritiene - e ritengo anch'io - che sia il modo migliore per poter convivere civilmente. Ovvio che anche i cittadini cinesi, così come quelli islamici, devono anche loro sforzarsi ad avvicinarsi alle nostre abitudini e alle nostre tradizioni.
Interessante esempio... Io però, personalmente, resto dell'idea che è validissimo il detto "Paese che vai, usanza che trovi.". Se vado a vivere in Cina, non avanzo la pretesa che il paese in cui vivo si avvicini alla mia cultura e/o religione d'origine, anzi, penso che semmai sono io a dovermi avvicinare alla cultura del luogo, tenendo eventualmente fede alla mia religione nel mio privato. Altrimenti si rischiano cose folli come a Torino, dove si istituiscono corsi di arabo per i vigli urbani, come se fossero loro a dover imparare la lingua degli 'ospiti' e non viceversa.
Ho avuto una fidanzata tailandese che viveva ad Oslo, e mi ha spiegato che là il primo mese magari ti parlano volentieri in inglese per venirti incontro, poi però, se non frequenti i corsi gratuiti statali di lingua norvegese, non ti si rivolgono più in inglese se vedono che te ne sbatti di imparare la loro lingua, il che mi sembra più che equo, a ben pensarci.
Trovo poi scandaloso che si usino i soldi pubblici per la costruzione di templi di religioni diverse da quella 'di stato', non spetta ai contribuenti pagare per questo, secondo me. O almeno, che glielo si chieda tramite consultazione referendaria locale, così vediamo chi ne è contento e chi no.
"Si chiama sogno americano perchè bisogna essere addormentati, per crederci" (George Carlin)