da Boy Zoner » ven giu 19, 2009 11:36 am
alla fine, grazie ad un munifico ignoto benefattore e alla benevolenza della nostra segretaria, son riuscito ieri a recuperare un 6 biglietti omaggio che m’han permesso di organizzare -seppur in fretta e furia- una piccola scampagnata serale con gli amichetti in quel di San Siro.
Seppur estremamente munifico, il benefattore ha dovuto pur tener conto dei tempi bui dell’economia mondiale, omaggiandoci quindi con dei biglietti “basic”, ovvero 3° anello non numerato. Scelta ahime che avrà un impatto decisivo sul mio giudizio complessivo della serata.
Ebbene esco subito allo scoperto:, non mi ha emozionato, non mi ha coinvolto, in breve non mi è piaciuto.
Il concerto inizia puntuale alle 21 con la città vista dall’alto sullo sfondo ancora avvolta da una luce biancogrigiastra filtrata dalla cappa di afa; lo stadio è già pieno, un carnaio ululante e sudato con uno spaccato sociale piuttosto trasversale in cui comunque il petto nudo e il bermuda risulta incredibilmente gettonato. Non mancano le magliette di Vasco e altre amenità sul genere.
La prima parte del concerto fila via nella mia quasi totale indifferenza, la mia attenzione richiamata piuttosto dalla struttura poderosa dello stadio (non c’avevo mai messo piede prima) e dai piccoli dettagli organizzativi ancora da mettere a punto per l’imminente trasferta per Throbbing Gristle. Pezzi per lo più mai sentiti prima, evidentemente degli ultimi album, che comunque non suscitan il minimo interesse, complice forse la posizione laterale sfavorevole, la grande lontananza dal palco, l’acustica non ottimale e il caldo insopportabile generato da quell’enorme catino di cemento.
I nostri eroi sono peraltro degli omini piccoli piccoli che si dimenano in lontananza, ogni tanto appaiono nel mega schermo per dipanare i dubbi dei cospirazionisti sulla loro vera identità, difficile comunque giudicare sulla loro carica in questa situazione, anche se, dovendomi sbilanciare, starei più sul lato moscio del barometro.
La situazione migliora nella seconda parte quando, posizionatici più frontalmente ed esposti a una gentile brezza frescolina, anche i nostri eroi cominciano ad infilare un po’ più di pezzoni “storici”. Niente di trascendentale per carità, il solito estratto dal “best of”, roba che si sente a ripetizione ovunque da anni per i quali ormai l’assuefazione rende immunizzati a qualsiasi emozione. Emozione che inaspettatamente riesce comunque a tratti a riemergere sulle note di Stripped, Never let me down again e poche altre, se non altro per la bellezza inconfutabile dei brani. Veramente brutto invece il riarrangiamento di Master&Servant, pezzo che comunque trovo già insopportabile di per se.
Il concerto si chiude con un paio di bis, l’ultimo dei quali sulle note di Personal Jesus e –a mia sorpresa Waiting for the Night, quest’ultimo forse il pezzo che ho apprezzato più in assoluto. Ormai sono le 23, il pubblico invoca –invano- un’altra uscita, non sanno -o non vogliono ricordare- che gli scagnozzi di DeCorato attendono minacciosi nell’ombra l’ora X del coprifuoco sonoro sancito dall’oligarchia di babbioni che regge la città. Rien a faire. E’ora di andare.
Ed è ora di bilanci. Per quel che mi riguarda il bilancio è positivo solo a costo zero, nel senso che ha senso andare a fronte di un investimento nullo. Già pagare una 30ina di euro mi avrebbe lasciato parecchio parecchio nervoso e questa piccola recensione sarebbe stata verosimilmente parecchio parecchio più avvelenata.
Concedo il beneficio di dubbio per la posizione disagiata in cui mi trovavo anche se- in cuor mio- dubito fortemente in un giudizio radicalmente diverso se mi fossi trovato più vis a vis. Chissa.
PS grazie a Dio non hanno fatto "just can't get enough"